12 Febbraio 2022

“È difficile vivere senza te...”. Yeats, Pound e Iseult: storia di un “triangolo” lirico

Le notti di un poeta possono risultare piuttosto affollate. Quelle di Yeats lo furono di certo. A puntinarle, una costellazione anglo-irlandese di amanti, Dorothy Wellesey, Dolly Robinson, Margot Ruddock, Olivia Shakespear, Ethel Mannin, Edith Shackleton, ma ad illuminare l’intero emisfero esistenziale del poeta cresciuto a Sligo vi fu un solo astro, oscuramente luminoso, chiamato Maud Gonne. Quando William si imbatte nell’uragano Maud è il 1889 e quello che diverrà l’uomo più celebre d’Irlanda – poeta, drammaturgo, scrittore, senatore, premio Nobel – all’epoca dell’incontro non è che un giovane di ventiquattro anni, folgorato da una visione di donna.

«Quando Yeats incontrò Gonne per la prima volta, vide in lei “la rappresentazione classica della Primavera”, rilevando come l’encomio virgiliano “Al camminare apparve veramente dea” fosse stato “scritto apposta per lei”» racconta Trish Ferguson nella biografia Maud Gonne.

Fin dal primo istante, Maud gli cannibalizza il cuore, ne divora i pensieri, colonizza i suoi versi, veste i panni della protagonista, musa, divina, ferina e inarrivabile. Attivista votata alla causa rivoluzionaria irlandese, attrice, femminista, rifiuta più volte le proposte di matrimonio di Yeats e rende la loro relazione una turbolenta amicizia sentimentale. Lui non cessa di amarla, le dedica poesie e opere teatrali, nel 1902 le affida il ruolo principale di Cathleen Ní Houlihan – il dramma nazionalista scritto a quattro mani con Lady Augusta Gregory –, si strugge nel tormento della sua amazzone irlandese per una vita intera, ma Maud, pasionaria, selvaggia, leonessa, tumulto vivente, ama gli uomini d’azione, ogni suo love affair è anche un political affair, l’alleanza amorosa è solo il pretesto per un’alleanza politica e “Willie” Yeats è solo un uomo d’intelletto, tutto poesia e misticismo.

Sposerà infatti il maggiore John MacBride, eroe della Rivolta di Pasqua, a cui Yeats dedicherà versi poco lusinghieri in Easter 1916, appellandolo come “zotico, ubriacone e vanaglorioso”. Ma a temperare quella che si rivelerà un’infelice unione matrimoniale con MacBride sarà proprio l’indissolubile legame con Willie, il quale, non ritirandosi mai dalla scena, contribuirà a far culminare l’affollato matrimonio in una sentenza di divorzio. Del resto, per dirla in maniera british, two’s a company, three is a crowd.

Appena un anno dopo il matrimonio, Maud scrive infatti a William: “Di quello che credevo un eroe non rimane nulla e la delusione è feroce”. Ad aggravare la situazione, MacBride viene accusato di immoralità dinanzi alla Corte di Parigi, per il presunto adulterio con la sorellastra di Maud, Eileen Wilson, nonché per molestie nei confronti di Iseult Gonne, figlia di Maud e del politico boulangista Lucien Millevoye.

A riesumare la liaison intercorsa fra Yeats e la Gonne – che si fonde con la storia dell’indipendenza d’Irlanda, di cui entrambi furono emblematici attori – ci pensa Maylis Besserie, scrittrice francese, classe ’82, nel suo romanzo appena edito da Gallimard, Les amours dispersèes. Già autrice di Le Tiers Temps – romanzo del 2020 sugli ultimi giorni di Samuel Beckett vissuti in una casa di cura parigina, che le è valso il Goncourt Opera prima – nell’ultima opera, dà voce al fantasma di William Yeats:

“È ancora lì, imprigionata fra le nuvole, la profezia dell’incantatrice che guidava i miei versi. Che ha tracciato le mie linee. […] Parlano attraverso di lei, gli anziani, i padri. Raccontano tutti la stessa storia. Quella di Maud Gonne, la donna che da sveglia guidava i miei sogni. Che mi teneva stretto fra le sue reti. Che mi tiene ancora inchiodato alla mia nuvola. Non è finita. […] Il mio amore non è scomparso. Vibra ancora nella voce dell’oracolo. Maud non se n’è mai andata. […]

Quando la luna è vuota, la mia mente torna a lei. Nessuno ha potuto cacciare la cacciatrice di libertà, la Diana che mi trascinò dal mondo celeste al più basso inferno. La mia piccola Scozia. La mia amata Maud. L’ape che mi ha nutrito, la vespa che mi ha punto. Le mie orecchie avvertono solo il suo ronzio. Sentono la voce che fa tremare la mia nuvola. Avvertono la pioggia di rose che mi ha bruciato come una fiamma. Caro signor Yeats, mi disse all’inizio; era ancora nell’era romantica. Maud aveva l’età di Cristo sulla croce, pronta a sacrificarsi per l’Irlanda. Guerriera indomita. Caro signor Yeats, mio caro amico, ha detto in seguito, quando non c’era più futuro. Mi sono augurato la fine del mondo, solo perché la mia disperazione finisse. La disperazione che genera l’amore, quando questo non esiste che da un sol lato. Ho dissipato i miei versi per questo amore emiplegico. Con il suo rifiuto, Maud mi ha condotto sull’orlo della sofferenza da cui germoglia la poesia. Dea del Tartaro e degli Champs Elysées, mi ha fatto sentire la presenza del mio cuore. Non è potuto sfuggire ad alcun urto, non ha potuto non ricoprirsi di piaghe rosee e rosse. Maud mi ha fatto sentire il fondo del mio cuore, messo alla prova dalla sua mano, che me lo strinse in modo che ne colassero versi vermigli. I miei versi. Il mio sangue”.

Ma quello fra William e Maud è stato un affair dalla geometria piuttosto complessa e non limitata al triangolo Yeats-Gonne-MacBride. Esasperato infatti dai numerosi rifiuti di Maud, uno Yeats poco più che cinquantenne tira in ballo nella vicenda anche Iseult Gonne, figlia di lei, chiedendola in sposa appena ventiduenne. Anche la baby Gonne rifiuta la proposta di matrimonio, ma resta legata a Yeats per tutta la vita da un rapporto emotivamente ambiguo, borderline, contraddistinto da un’alternanza di affetto e gelosia.

Scomposto un triangolo, se ne compone quindi un altro. Al centro sempre una “donna Gonne”, al suo fianco – perennemente relegato nel ruolo di poeta “amico” – sempre Willie Yeats. A fare da terzo elemento questa volta è Ezra Pound.

Ezra Pound sposa Dorothy Shakespear nel 1914, e si innamora di Iseult Gonne

Quando nel 1908 Pound giunge in Europa, a ventitré anni, incontra “una delle donne più affascinanti di Londra”, Olivia Shakespear, amante di Yeats fino al momento in cui non realizza che il fuoco di lui per Maud Gonne continua ad ardere sotto le braci. Olivia gli presenta l’amico Willie – principale motivo della trasferta europea di Ezra – ma anche Dorothy, sua figlia, con cui Pound prima vive un amore clandestino – Mr. Shakespear si oppone alle nozze per la debole posizione economica di lui – poi ufficiale. Contravvenendo alle volontà familiari si sposano il 20 aprile del 1914.

Ma il germe femminile della famiglia Gonne torna ad infettare tutto. Ezra incontra Iseult – silenzioso uragano vivente – e perde la testa per lei. Yeats l’ha intanto introdotta nei principali salotti letterari e presentata ai suoi amici – Arthur Symons, Sturge Moore, Tagore – salvo poi ingelosirsi per la compagnia bohémien che la giovane inizia a frequentare a Londra.

Le dedica quindi i rancorosi versi di To a Young Beauty:

Cara collega artista, perché sei così libera
Con ogni tipo di compagnia,
Con ogni Jack e Jill?

Yeats le ha anche trovato un lavoro presso la School of Oriental Studies dell’amico Sir Denison Ross, ma Ezra – che intanto è stato testimone di William alle nozze con Georgie Hyde Lees il 20 ottobre 1917 – le propone di lavorare full time (tre giorni a settimana) alla Little Review, per un compenso di cinque sterline al mese. Lei, indecisa, chiede consiglio al suo mentore Willie, con una lettera del 28 marzo 1918 (che ricaviamo da Letters to W.B. Yeats and Ezra Pound from Iseult Gonne. A girl that knew all Dante once, 2003):

“Mio caro Willy,

mi trovo davvero in difficoltà a rispondere alla tua lettera. Ezra ha provato a baciarmi?!! Il mio primo impulso è stato quello di parlarne con la cara lady di Normandia per provare a vederci più chiaro, ma poi ho pensato che ciò sarebbe costato lacrime, una lite e una sua lettera di rimprovero a Moura [Maud Gonne], che non avrebbe aiutato le cose, quindi ho deciso di non dirle nulla. L’unica cosa che posso immaginare è che la povera vecchia debba essere rimasta inorridita dal modo in cui la gente viene a trovarci la sera, e poiché Ezra viene abbastanza spesso, deve aver tratto fantasiose conclusioni. […] Davvero la vita sembra fatta di una cosa bestiale dopo l’altra. Tra complicazioni mentali e domestiche sento che il mio povero cervello cederà; sono quasi tentata di tornare a Dublino e mettermi a letto per un mese. Perdonami, questo è solo un discorso da bambini, sono molto triste per la morte di mio padre; è stato un duro colpo per me, non so neanche bene perché. Voglio ringraziare tanto te e Georgie per la tua gentile offerta in merito ai Wobum Buildings [dimora londinese di Yeats], ma abbiamo preso questo piccolo appartamento per un anno e pensiamo di farcela benissimo; non è per niente male e possiamo renderlo abbastanza vivibile. Ringrazia Georgie per la macchina da scrivere; sarà per noi di grande conforto e gioia; infatti avevo già ripensato al lavoro che mi ha offerto Ezra, ed ero giunta alla tua conclusione (non per quanto riguarda le sfumature di affetto che ci legano); ma mi era venuto in mente che forse entrambi, Ezra e Dorothy, per gentilezza nei miei confronti, mi stanno offrendo una cosa che potrebbero non essere in grado di permettersi. Penso che continuerò con il lavoro scolastico, che in fondo non mi dispiace più di qualsiasi altro lavoro (come sai non amo lavorare). Sono tutti molto gentili, e pur nella monotonia del lavoro d’archivio c’è anche qualcosa di piuttosto riposante. Quindi non preoccuparti di cercare qualcos’altro, siete già stati entrambi troppo gentili e vi siete occupati fin troppo di me.

Sono così felice che ti stia divertendo in campagna. Dai un caro saluto al tuo Gatto […].

Con affetto,

Maurice [Iseult Gonne]”

Ma il caos sentimentale di Iseult è ormai fuori controllo. Se da un lato si fida dei consigli dell’amico Yeats, dall’altro l’attrazione per Ezra è totalizzante. Accetta quindi di lavorare come sua dattilografa e i due diventano clandestinamente amanti. Ezra vorrebbe lasciare sua moglie Dorothy per la baby Gonne – che ormai ritiene il grande amore della sua vita – ma non può, perché dipende da lei economicamente. Quando entrambi realizzano bruscamente che il loro breve periodo di passione e felicità è ormai agli sgoccioli, ne inizia un altro, di separazione fisica ma mai sentimentale, come si evince dalla loro corrispondenza. Le lettere che Iseult invia a Ezra da Dublino esprimono infatti un forte senso di desolazione, di angoscia, l’assenza di lui rende il suo primo anno in Irlanda arido come un deserto. Nelle sue lettere, in inglese, ad un certo punto irrompe il francese, nei passaggi più intensi, ad esaltare quanto ancora lo ami e quanto lui le manchi.

Scrive ad Ezra, il 23 dicembre 1918:

“Verrò da te tra quindici giorni. Programma non del tutto soddisfacente (devo trasportare qui i miei mobili) ma è l’unico motivo ufficiale che ho potuto trovare e dovrei riuscire a trattenermi dieci o dodici giorni. Diventa sempre meno facile con il passare dei giorni vivere senza di te, eppure c’è un po’ di pace nell’esserti lontana, ma non riesco a farcela con quella pace, cioè, la vita è contraddittoria. […] Non c’è molta gente di “prima classe” (ma dove ce n’è?) ma una divertente varietà e una percentuale abbastanza decente di intelligenza. È uno zoo migliore di Londra. Ma a parte gli O’Neill e Helen, ultimamente ho visto pochissime persone. Ho trascorso la maggior parte del mio tempo a girare per sale d’asta o a deprimermi accanto al fuoco. Freddo pungente e un solo camino in casa: per il momento non è possibile alcuna distrazione intellettuale, ma forse è solo una scusa per la solita inettitudine. […] Leggo le orrende poesie dei miei nuovi amici e alcune opere teatrali che sono anche peggio delle poesie stesse. Inclusa una copia dell’unica poesia che vale qualcosa, della signora O’Neill. Tu cosa ne pensi? Io alla fine non leggo niente, non penso niente. Ho visto giorni più tristi (come nella canzone)… Quando “eravamo tutti soli”. Moura e Willy hanno posto fine alla loro faida scrivendosi a vicenda una lettera definitiva in stile “Noble Vyking” da parte di Moura ed in stile “Noble Bayard morente” da W. ed entrambi dicono che non si parleranno mai più a meno che non vi siano delle scuse. E se dovessimo litigare anche noi? Lo vorresti? Ci siamo detti cose orribili, usando i nostri amici come testimoni e poi ci siamo comportati in maniera austera e fredda, aspettando delle scuse. Ma la vita è troppo breve e, sebbene stia peccando di mancanza di dignità, ti bacio nell’orecchio.

Maurice [Iseult Gonne]”.

Nelle sue parole c’è la consapevolezza della fine, l’accettazione della reciproca incapacità di abbandonare le proprie situazioni, lui il suo matrimonio, lei la sua vita familiare. L’amico di sempre Willie Yeats le aveva infatti dato un secco suggerimento: diventare una scrittrice o sposarsi. Lei, optando più pragmaticamente per la seconda, il 6 aprile 1920 sposa lo scrittore irlandese Francis Stuart. Non diverrà mai una scrittrice e tutto ciò che potrà, lo scriverà ancora nelle sue lettere. Nell’ultima inviata a Pound, in attesa del suo primo figlio, manifesta la speranza che sia femmina, come in effetti sarà. Una nuova, giovane, tremenda, donna Gonne.

“Dublino

[dopo l’estate del 1920]

Ezra, sono una maleducata! Ed è davvero carino da parte tua continuare a scrivermi ancora. Ti sto scrivendo con la mia penna più bella; e non si tratta di un’immagine astratta, è davvero una splendida penna color rosso fiamma, l’ho pagata 2,6 sterline ieri; e vorrei avere parole da scrivere degne di lei e della tua grandezza. Ma in questo paese si rischia di diventare degli illetterati; è uno dei casi in cui l’anima uccide la mente!! A ogni modo, con o senza stile voglio dirti che ti resterò amica fino alla morte, nonostante la mia indolenza. In un certo senso, non c’è animale più fedele di me. E penso lo stesso di te. Dopo quelle rimostranze sentimentali ma sincere, che dire. Quanto alle novità… Non m’importa un accidente di quello che succede. Mi hai scritto qualche settimana fa di Russell [George W. Russell], ha prodotto qualcosa di bello? Io non ne ho idea. Non lo vedo da secoli.

Ma Francis [Stuart] (è il nome del mio angelo benedetto) ha scritto poesie che superano di gran lunga tutto ciò che ho sentito qui negli ultimi tempi. Al momento io e lui ci teniamo il broncio, ma appena passerà, te ne farò mandare qualcuna. Se credi che non vadano bene per The Dial dimmi almeno cosa ne pensi. Oh? Come diresti tu, la vita è strana! E più vado avanti e meno la capisco. Per febbraio aspetto un erede o meglio spero che sia una erede. Spero che sarà una persona intelligente, altrimenti la scaricherò nell’Assistance Publique proprio come Jean Jacques [Rousseau]. E tu, a parte il lavoro; come va la vita, e gli amori? Potrei fare un salto a Londra mercoledì prossimo e stare un po’ con May.

Se è così, dobbiamo organizzare per vederci.

Con affetto,

Maurice [Iseult]

Ora sono una Stuart”.

Fabrizia Sabbatini

*In copertina: Maud Gonne (1866-1953), attrice, artista, rivoluzionaria irlandese; è stata la musa di W. B. Yeats; è la madre di Iseult Gonne (1894-1954), donna di evanescente bellezza

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