Un paio di settimane fa ero a cena con un caro amico. In Europa è quello che ne sa di più sui flussi automatizzati per la pre-stampa. Lo dicono le aziende che producono i software per creare i programmi che generano questi flussi. È un fenomeno. Ma quella sera si lamentava della fatica che fa per trovare nuovi clienti. È estenuante superare il filtro dei vari sottoposti. Con l’aggravante che vende una roba tecnicamente complicata – difatti anche voi non avete mica capito cosa vende, ma fa niente, il senso della storia è un altro – quindi già la segretaria che risponde al telefono inizia a balbettare innervosita Flussi cosa? E lo sfancula dicendo di mandare una mail a info, chiocciola, pincopallino, punto, com e arrivederci. Allora al mio amico ho detto che okay è il numero uno nella gestione dei flussi ma nel “new business”, ovvero nella ricerca di nuovi clienti, è un dilettante e sono partito a raccontargli come faceva il Re dei Cialtroni quando lavoravo per lui. Il Re dei Cialtroni aveva un’agenzia di relazioni pubbliche che si occupava di uffici stampa economico-finanziari. Il Re chiamava al telefono e voleva parlare con l’amministratore delegato – non di una Srl, di un gruppo da 500 milioni di fatturato con 2mila dipendenti – e non conosceva nessuno dall’altra parte della cornetta e spesso ci riusciva, non a parlare, a prendere appuntamento e a portare a casa il contratto con quell’azienda. Con la voce quasi scocciata di quello che non ha tempo da perdere iniziava dalla segretaria, dal responsabile marketing o da quello della comunicazione, poco importava il ruolo dell’interlocutore. Lo schema era il seguente. Sono il Re dei Cialtroni, o meglio, diceva il suo nome e cognome (vero). Sono un giornalista (vero, nel senso che il patentino dell’Ordine ce l’aveva). Lavoro per un’agenzia che seleziona le notizie da far uscire sulle pagine economico-finanziarie dei grandi media italiani (vero, più o meno, a seconda di come vedevi la questione). E la scalata al portafoglio dell’amministratore delegato iniziava con la segretaria che, quasi tranquillizzata, diceva: “Allora è per un’intervista?”. “Sì, per una serie di interviste” era la risposta scocciata del Re (vero, almeno potenzialmente). E da lì, con un crescendo di verità al confine delle balle, riusciva a superare ogni filtro, fino a parlare con l’a.d. e spesso a tramutarlo in appuntamento e quattro o cinque volte l’anno a farlo diventare un contratto da almeno 35mila euro a salire fino al jackpot della tariffa massima: 50mila cucuzze. Raccontato al mio amico ogni dettaglio, gli ho detto ‘Ma tu non scrivi per la rivista più importante del tuo settore?’. Sì, ho scritto per loro un paio di articoli sui flussi. Perfetto. Da domani chiami dicendo che stai preparando un articolo sui flussi per “Il Corriere dei Flussi” o come si chiama la rivista del settore e che devi intervistare il grande capo sull’argomento e il filtro salta perché nessuno si sogna di non far intervistare il proprio grande capo dalla rivista più autorevole del settore. Poi parli con lui, fissi un appuntamento e ti giochi le tue carte – partendo dal tuo nuovo articolo (che puoi sempre proporre alla rivista, perciò non stai raccontando bugie, almeno non il 100% di bugie) – per vendergli un servizio che probabilmente gli serve. Sembrava, in effetti, una strategia migliore della sua e il vino della cena ha messo in secondo piano gli aspetti etici della vicenda, agevolando la creatività; quindi è emerso che più i nomi citati – di rivista e società – sono famigliari, più è facile superare i filtri. Ecco che si sono sprecati gli esempi. Sono Mengoli della Awanagana Group… del National Geographic… Scusi, come? Della Nasa… E così via, fino al conto. Sta di fatto che il mio amico l’ho risentito ieri. Tre nuovi clienti in dieci giorni lavorativi, col metodo del Re Cialtrone. Volete svoltare anche voi? Rivolgetevi alla Awanagana Mengoli National Nasa Geographic Group. Soldi facili.
Michele Mengoli
www.mengoli.it