19 Novembre 2024

“Tutto ciò che è interessante si muove sempre nell’ombra”. Chiacchiere al chiaro di luna con Silvio Raffo

Passeggiamo al chiaro di luna sul lungolago di Luino. Nel buio della sera, lampeggiano i suoi occhi che sono azzurri e brillano. Non mi dice: “Ti vedo meglio nell’oscurità” che è l’ultima frase dell’ultimo romanzo che ha pubblicato per Elliot: I tuoi occhi nel buio. Silvio Raffo mi chiede invece, quasi senza attendere risposta: “Andiamo al Caffè Clerici?”.

Siamo dalle parti di Piero Chiara, il celebre caffè è tappezzato dei suoi successi. Mentre entriamo, Raffo rivolge un ultimo sguardo al lago e recita, come fosse cosa ovvia, La terrazza di Vittorio Sereni. Forse è questo che fanno i poeti, penso. Percorrere la vita attraverso i versi, custodirne i misteri, pronunciando bellissime parole come se fossero formule magiche per aprire le porte dell’universo.

“Siamo tutti sospesi/ a un tacito evento questa sera” recita e comincia a parlarmi di sospensione dell’incredulità.

“Amo il perturbante. The suspension of disbelief. Quando, invero, il lettore prova l’impressione di trovarsi a contatto con qualcosa di terribile e agghiacciante”.

I suoi personaggi, noto, sono spesso prigionieri di una maledizione, di una sorta di incantesimo. E in quest’ultimo romanzo giallo, sovvertendo le regole tradizionali del genere, una passione che non si può contenere porta al delitto e si conosce già l’assassino. Il giovane attore Rainer e il cinico scrittore Alessio Valli sono i protagonisti di questa storia d’amore maledetta. A narrare dunque chi non c’è più. “Sì, come nel film Viale del tramonto, il narratore è il morto. Dead man walking. Mi interessa sempre di più non il who ma il why. Perché l’ha fatto?”. Un assassino impietosamente crudele escogita un piano diabolico per eliminare il rivale.

Sono, stranamente per la sua narrativa, soprattutto le figure maschili al centro del romanzo. “Si tratta dell’unico romanzo in cui le figure femminili sono marginali, ausiliarie. Il dramma si consuma tra due esseri maschili, uno narcisista, pieno di sé e supponente e l’altro insicuro, fragilissimo, orfano”.

L’orfanezza ricorre e ripercorre molte delle opere di Silvio Raffo. Perché?

“Intanto c’è sempre l’assenza della figura paterna e poi, come ripeto spesso, citando l’onnipresente Emily Dickinson: ‘il padre celeste conduce il fanciullo prediletto nella sua terra nativa con la mano sinistra attraverso i sentieri del rovo’. Come dire: per aspera ad astra”.

Nel romanzo, i due personaggi sono infatti mancini.

“Infatti! Inizialmente avevo intitolato questo romanzo La mano sinistra di Dio,ma una mia allieva mi ha fatto notare che esisteva già questo titolo per il primo romanzo della trilogia di Paul Hoffman e per una precedente pellicola omonima del 1955 di Edward Dmytryk, tratta da un’opera di William E. Barrett”.

Poi l’ha intitolato quindi I tuoi occhi nel buio.

“Per la verità avevo scelto Il cuore batte a sinistra, dalla celebre poesia di Umberto Saba: ‘Sono fatte di lacrime e di sangue/e d’altro ancora./Il cuore/batte a sinistra’.”

E poi?

“Questo titolo non piacque alla mia editrice perché poteva essere frainteso ideologicamente e mi suggerì il titolo attuale che mi piace perché ha un’eco dickinsoniana: I see thee better in the dark”.

Già, l’oscurità. Non vuole proprio rassicurarli i suoi lettori…

“È proprio questo il punto. Io non intendo affatto rassicurare il mio lettore, preferisco inquietarlo, inducendolo a guardare più in profondità dentro se stesso. I miei personaggi sono forse estremi, ma con il solo fine di illuminare verità troppo spesso nascoste o relegate in angoli e recessi dove non si vuole guardare per paura di trovarvi dei mostri. Ma spesso, come ci insegnano i grandi lettori, da Franz Kafka a Thomas Bernhard, è solo l’oscurità a guidare in direzione del vero. E tutto ciò che è interessante si muove sempre nell’ombra”.

A questo punto, il poeta estrae dalla borsa un taccuino piccolissimo, che sembra un’agendina, con una copertina rossa, costellata di appunti di ogni sorta, scritti nella sua fluttuante e indimenticabile grafia e mi legge una citazione di Céline: Tutto ciò che è interessante accade nell’ombra. Il poeta è davvero una creatura alata, penso, non tanto perché è un albatros quanto perché davvero sa cogliere le corrispondenze.

Mentre usciamo dal Caffè Clerici, mi sembra ancora di sentire in testa quei versi: “un murmure soltanto/ sfiora la nostra vita/ sotto una pensile terrazza”. Vittorio Sereni, La terrazza.

Linda Terziroli

*In copertina: Rinat Voligamsi, Across the horizon, 2011

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