Ci sarebbe da urlare al miracolo editoriale. Ovviamente, dobbiamo fare copia-incolla guardano oltre la tendina delle Alpi. Riassunto bibliografico. Nel 1987 – poi 2004 – Il Mulino edita Il nodo di Gordio: dialogo su Oriente e Occidente nella storia del mondo tra due titani del pensare, Carl Schmitt e Ernst Jünger. Nel 1999 – poi 2012 – l’editore tedesco Klett-Cotta pubblica il carteggio tra i due, che testimonia una amicizia durata dal 1930 al 1983, pochi anni prima della morte di Schmitt (1985). Nel 2020, in Francia, Editions Krisis traduce quella Correspondance (1930-1983) con didascalia esemplare: “Ernst Jünger, il più noto tra i grandi scrittori tedeschi contemporanei, e Carl Schmitt, il politologo più citato e commentato al mondo,si sono incontrati la prima volta nel 1930. Da allora, hanno coltivato un rapporto di amicizia basato sulla reciproca stima. Entrambi hanno assistito in prima persona agli sconvolgimenti del XX secolo. Durante il Terzo Reich, Jünger optò per un esilio interiore, mentre Schmitt preferì compromettersi con il nazionalsocialismo. La loro amicizia fu profonda, e la loro elevata posizione intellettuale continua a illuminarci”. Da quel carteggio, in particolare, abbiamo estratto le parti che rivelano l’interesse di entrambi verso l’opera di Melville e di Edgar Allan Poe. In uno studio del 2006, Carl Schmitt’s Myth of Benito Cereno, pubblicato su “A Journal of Germanic Studies”, Thomas O. Beebee scrive:“Carl Schmitt, specialista di diritto pubblico e costituzionale, resta la figura più controversa della cultura giuridica tedesca, uno dei pochi intellettuali di destra che continui ad attirare studi e interesse; è il pensatore politico più legato alla letteratura del XX secolo, colui che ha permesso al mito e alla finzione di irrompere nel diritto per creare una ‘teologia politica’… Insieme all’amico Ernst Jünger ha letto i grandi autori americani, Herman Melville e Edgar Allan Poe su tutti, come profeti della situazione globale della Seconda guerra e del dopoguerra, compreso il tramonto dell’epoca delle sovranità nazionali. In particolare, Schmitt cita il Benito Cereno di Melville nella sua opera più di qualsiasi altro testo della letteratura mondiale pur non dedicando a quel libro un saggio specifico”. In Ex Captivitate Salus Schmitt paragona la propria situazione a quella di Benito Cereno. Lo scambio di lettere tra Schmitt e Jünger ne esplicita le passioni letterarie: Schmitt è un assoluto melvilliano; Jünger ha maggior sintonia con Poe, forse per il suo talento nell’esplorare ambiti letterari diversi, difformi, coniugando la propria poetica allo studio scientifico, tra l’occulto e l’oggettivo, l’esperienza dell’enigma.
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Carl Schmitt a Ernst Jünger, 25 febbraio 1941
Caro Jünger,
sono stato molto felice di ascoltarla. Sua moglie mi ha scritto qualche giorno fa: attendo marzo per incontrarla. Le invio il Benito Cereno di Melville. Purtroppo, non riesco a trovare Moby Dick. Spero di acquistare presto Billy Budd. Sono sopraffatto dall’involontario simbolismo di questa situazione…
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Ernst Jünger a Carl Schmitt, 3 marzo 1941
Caro Staatsrat!
Ho ordinato tutti i libri di Melville e te li donerò se me ne invierai altri. Ho sentito dal mio fornitore di libri che Moby Dick è attualmente introvabile. Ho letto Billy Budd anni fa. Egli è un chiamato, un uomo braccato da chi – un malvagio superiore che lo tratta da subordinato – vuole distruggerlo…
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Carl Schmitt a Ernst Jünger, 4 luglio 1941
Sarei estremamente felice di incontrati al Ritz, a Parigi, caro Jünger, e bere una bottiglia di vino con te. Il desiderio di tali piaceri levita: il vino e gli amici diventano cose rare. Ho letto il libro di Giono su Melville. L’inizio è bellissimo: si resta deliziati dall’arte paesaggistica francese, che fa vedere tutto, subito. Poi si toccano i temi centrali e il libro risulta effeminato, altero, anodino. Questa miscela di anarchismo e di sensualità mi disgusta. Melville è ridotto a un autore kitsch, anche se la sua impareggiabile grandezza sta nel creare una situazione oggettiva, elementare, concreta. Benito Cereno è più grande dei russi e degli altri scrittori dell’Ottocento; anche Poi si ritrae, al suo cospetto. Moby Dick, poi, come epopea dei mari, può essere paragonato soltanto all’Odissea. Soltanto Melville, intendo, è in grado di rendere palpabile, presente il mare come elemento. Un argomento decisivo per i nostri tempi…
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Ernst Jünger a Carl Schmitt, 28 agosto 1941
…Sto ancora leggendo Moby Dick. Il romanzo ha un carisma effettivamente cosmico. Ricordo spesso la frase, “e Leviatano suona”, credo sia di Klopstock. Capisco l’interesse del mondo economico per questo maestoso animale: egli è il distruttore. Il mistero demoniaco gioca un ruolo nella vita, diventa visibile tra i fuochi fiochi delle caldaie nutrite a olio di spermaceti. Non posso essere d’accordo sul giudizio che dai di Poe rispetto a Melville. Poe è e resta il grande maestro, che dipinge i contorni e la matematica di mondi pericolosi. Si irradia in molteplici direzioni – tocca questa, ad esempio, in Maelström, Gordon Pym e nella sua cosmografia.
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Carl Schmitt a Ernst Jünger, 17 settembre 1941
…Se riusciamo a incontrarci vorrei spiegarvi il mio punto di vista su Melville. Non volevo sminuire Poe. Penso che Benito Cereno sia il simbolo di una situazione, ed è argomento inesauribile. Moby Dick è disponibile in francese?
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Ernst Jünger a Carl Schmitt, 8 aprile 1943
Caro signor Schmitt,
le tue lettere del 16 e del 21 marzo mi sono giunte. Voglio ringraziare te e la tua cara moglie per i cordiali auguri di compleanno. La giornata è iniziata simbolicamente: lo stato, spostando l’orologio in avanti, ha rubato un’ora alla mia vita. In seguito, ho fatto un sogno importante su Eva e la sua progenie. Si adattava all’animo del giorno e si è trasformato nella prima nota che ho scritto all’inizio del nuovo anno della mia vita. Il primo a farmi gli auguri è stato il generale Hans Speidel: mi ha telefonato da Poltava. Mi affascina la connessione di immagini tra Poe e Melville, nel tuo sogno – mentre Poe osserva come individuo, Melville ha uno sguardo politico e sociale. Unendoli, raggiungiamo il carattere di un uomo contro la cabala dei cospiratori.