08 Marzo 2022

La runa del sole: potenza della luce o avvertimento del fulmine?

Circa due mesi fa mi contatta una ragazza chiedendomi di spiegarle un suo sogno. Lei non conosce le rune, non sa cosa siano, ma pensa di averne sognata una. È stesa su un prato, in mezzo all’erba alta, guarda il sole. Lentamente sulla palla accecante del sole si stampa un simbolo, è netto ed immenso, inscritto nell’esatta circonferenza dell’astro. Poi una voce di donna le dice: “La runa del sole”. Si sveglia. Passa un mese esatto da quel sogno e nel primo giorno dell’anno dedicato a questa runa (dal 12 al 26 febbraio) scopre di essere incinta del secondo figlio.

Abbiamo appena concluso i giorni consacrati all’energia del sole, alla potenza immensa della luce che permette la vita su questa terra. Un antico poema runico norvegese recita “Il sole è la luce del mondo. Mi inchino al decreto divino”; il sole è la possibilità della vita ma allo stesso tempo è l’esito di un decreto divino, di una concessione che ci viene fatta. Nell’Edda il sole viene però chiamato in due modi diversi: “Gli uomini la chiamano Sol e gli dei Sunna”, questo perché il sole non è soltanto l’astro che riscalda e illumina, non ha soltanto un aspetto materiale, ma ha anche una seconda accezione, Sol è anche Sunna e quindi l’energia. Come ogni cosa però la potenza di una qualsiasi energia può avere un significato positivo, se indirizzata e controllata, o un significato negativo se improvvisa. La runa Sowelu è il sole e il fulmine insieme, nel suo segno richiamata tanto il raggio quanto la saetta. Sowelu nell’atto creativo e sul piano quindi della materia, nell’accezione di atto poetico (intenso da poeisis quindi del fare) ha una connotazione maschile. È il seme dell’uomo che feconda la donna: ecco il sogno di questa ragazza. È l’atto creativo per l’eccellenza, il momento esatto di una nascita. L’energia che si trasferisce, che segue il suo corso naturale e crea, fluisce regolarmente e forma una terza vita.

 

 

Sowelu è il momento in cui la realizzazione del sé prende forma, quando nella vita siamo giunti a un punto in cui il nostro fuoco interiore ha la sua legna per ardere, ha trovato il suo giusto cratere in cui espandere le fiamme, può finalmente riscaldare e illuminare. Sowelu arriva nella nostra vita quando abbiamo trovato un senso, sentiamo di avere significato, anche nel momento di difficoltà estrema questo fuoco arde dentro di noi. Lo psicologo Victor Emil Frankl autore di Alla ricerca di un significato della vita aveva scoperto dentro di sé la scintilla di Sowelu nei campi di concentramento. Frankl in quella condizione devastante e distruttiva di ogni speranza sceglie di sentire il fuoco che porta nel suo corpo, capisce che se l’uomo è in grado di trovare un significato alla propria vita allora anche la situazione più terribile diventa sopportabile, c’è un fine ultimo che ci aspetta oltre il buio. Frakl uscirà dal campo di concentramento e dedicherà il resto della sua vita a formare quella che lui chiama logoterapia: questo metodo “non dà un significato alla vita del paziente, anzi vuole che il paziente trovi da se stesso il significato della sua vita”. Sowelu nella sua valenza femminile ci chiede quindi di trovare la nostra scintilla e portarla a compimento, di tentare la realizzazione della nostra individuazione.

Jung sosteneva che l’uomo ha il dovere di liberarsi dalle scorie della materia per progredire verso una dimensione sempre più spirituale in cui la luce ha il compito di spaccare il buio del dolore. Il conflitto infatti scaturisce nella distanza che c’è tra l’anima e la materia in cui abbiamo scelto di stare in modo inconsapevole.

Sowelu è quindi una runa di grandissima responsabilità, tra il raggio di sole che illumina e nutre un fiore e un fulmine che distrugge un albero: il passo è davvero breve. Il simbolo di questa runa è spigoloso, indica prudenza, va maneggiato con estrema cura e delicatezza. L’espressione di Sowelu è un ponte di luce tra cielo e terra, un collegamento velocissimo e preciso come l’ispirazione degli artisti. È quel lampo che illumina, è un avvertimento e una guida. Con questa runa siamo giunti alla fine del secondo Aett: il bambino divino espresso nella runa Wunjo ora è adulto, ha il potere immenso del sole nelle sue mani, sta a lui decidere come usarlo.

Sowelu è una runa che esiste nel momento preciso e fulmineo di ogni scelta: posso scegliere se dare fiducia o tradire, se accettare quel lavoro o rimanere dove sono, se accogliere o rifiutare. Ogni volta che ci viene chiesto di fare una scelta abbiamo davanti Sowelu che attende di essere presa e guidata. Come la antica dea Sol che viene posta su un carro a guidare nel cielo il sole, con due cavalli alla guida. Una donna che viene punita per la colpa del padre: egli aveva dato ai suoi figli i nomi di due astri e questo era un insulto per gli dei Asi, andava punito. Guidare il sole è un atto di immensa responsabilità, è un dono tanto quanto una punizione. Secondo la mitologia norrena si narra che la dea Sol venisse continuamente inseguita da un lupo pronto a divorare il sole. Questa era la spiegazione che gli antichi pagani del nord davano al fenomeno delle eclissi. Un lupo fatto di oscurità pronto a divorare tutta la luce.

La dea Sol forse ci ricorda il più vicino Apollo: nella mitologia greca Apollo trascinava il sole con il suo carro nel cielo per distribuire luce e calore alla terra, era colui che portava la primavera a compimento.

Nel segno di Sowelu coabitano potenza e avvertimento, non è un caso quindi che questo simbolo non abbia una forma morbida, tenerlo in mano troppo a lungo potrebbe ferire.

Clery Celeste                                                                                                 

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