“In questo aprile mostruoso, così privo di Storia”. Omaggio a Pasolini
Cultura generale
Massimo Triolo
“Forse è necessario accettare,/ Nella disperazione d’amore,/ Questi grandi dolori senza contorni/ Simili alla santità.” Necessità, accettazione, disperazione, desiderio, volontà, amore, dolore e santità. Questi i primi versi con cui incontro la splendida ed eroica figura della poetessa Anna de Noailles. Ringrazio subito Andrea Breda Minello che ha avuto il coraggio di riportarla alla luce per Arcipelago Itaca (2019) in una selezione di sue altissime Poesie d’amore.
Per capire subito di che poesie potenti siamo parlando fate una prova: date il libro a un amico, coprite il titolo, fategli leggere qualche poesia sfogliando a caso, chiedetegli se l’autore è uomo o donna. Non vi saprà rispondere. La forza di Anna de Noailles (1876-1933) è il suo saper cantare di amore senza porre davanti a tutto un io egocentrico, il suo è un amore totalmente per l’altro: l’io è insieme pazienza, dolore e fatica, ma anche gioia. Stiamo assistendo a versi che possono appartenere a chiunque abbia almeno una volta desiderato e amato, a chiunque abbia cercato di far esplodere il suono di un “dolore senza contorni”
Le poesie della de Noailles sono profondamente necessarie oggi perché ci ricordano che donarsi, quindi amare, è un sacrificio. Che non esiste solo la tensione del desiderio, ma che dall’attesa estenuante può scaturire la volontà, se lo si autorizza: “L’amore non ha altro problema/ Che autorizzare il desiderio”. E noi anche oggi, soprattutto oggi, vogliamo questo, vogliamo che l’altro ci dia il consenso, ci autorizzi il desiderio, che da questo quindi si possa passare alla volontà più in fretta possibile. Ma nell’amore non è quasi mai l’altro che ci concede il permesso, la sfida è dare anche quando l’altro non è pronto a ricevere. Quando addirittura respinge il dono.
I testi di Anna de Noailles sono testimonianza di vita vera, tutto è vissuto nella profondità tenera della carne e nella sua fragilità: “Fu cosa lenta, difficile, triste/ Rivelarti la mia tenerezza/ La voce s’innalza e poi resiste/ La fierezza soccombe e si ferisce”. In questi versi si parla di rivelare la tenerezza, quasi fosse un segreto o una colpa. Sono passati quasi cento anni da questa poesia e la tenerezza è ancora fuori moda, è qualcosa che va ancora rivelato con cautela come una reliquia sacra. La voce però resiste, la poesia di Anna è anche questo, sfida alla resistenza, si tenta di resistere alla ferocia, alla chiusura.
Leggete Madame de Noailles se oltre al desiderio volete imparare la fatica dell’attesa, la costanza che dovrebbe portare con sé la volontà, se non volete sentirvi soli nell’atto sacrificale che è il dono non richiesto. Leggetela perché ci insegna che prima di un io esiste sempre l’altro, resiste l’umano dentro di noi. “Spero, credo, consumo/ Le mie ali lungo spiegate./ La fronte ardente, l’anima invasa,/ Potrei morire di turbolenza./ – Ma solo tu sei la mia ricompensa…”
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Intervista ad Andrea Breda Minello
Cosa vuoi dire per prima cosa su questo progetto che hai curato sulla poesia di Madame de Noailles?
Tradurre è un atto di fedeltà assoluta verso ciò che si ama e ciò che si è, per cui è anche una forma di resistenza. Date queste premesse, la scelta ricade su di lei perché è data da un incontro, e ogni incontro come dice la Morante è un incanto. In fondo, questo è il compito della poesia e in generale della scrittura. Ho incontrato Anna de Noailles attraverso Cocteau, mi ha colpito la maniera icastica con cui l’ha dipinta: da lì ho scoperto nel fondo Camerino di italianistica di Venezia le prime edizioni della contessa lì conservate, tra le altre ho trovato la prima edizione delle lettere di Proust a Madame de Noailles. Ma ancora prima di leggere le sue poesie la frase in cui Proust la definisce “una monade capace di riflettere l’universo” mi si è stampata in mente come un mantra e mi sono avvicinato ai suoi testi.
Perché leggere le poesie di Anna de Noailles ora?
Si deve leggere Anna de Noailles perché trascende il dato contingente, la sua è una poesia atemporale e dunque attualissima. Inoltre, se si ama Proust e Cocteau è necessario leggerla anche per comprendere parte del loro mondo. La poesia sconfigge il tempo, ha questo compito e lei lo assolve. Ho scelto di tradurre per affinità e per lealtà, così come si evince dall’ultimo testo, che rappresenta una dichiarazione, quasi sentenza a una fedeltà che riguarda non più l’io ma l’altro. C’è il superamento dell’antropocentrismo occidentale, c’è un io che va verso lo sguardo degli altri, anche attraversando la paura. Quindi la parola chiave è fedeltà verso l’altro. Tale visione porta a concepire, esternare e dare corpo al desiderio. Si arriva a un grado zero, non c’è finzione, è un darsi continuo, è un dono. E sembra inconcepibile che l’altro non riconosca tanto amore.
Perché la poesia di Anna de Noailles è ancora relegata in una sorta di limbo? Non esiste volume che raccolga le sue poesie, le tue sono pressoché le uniche traduzioni recenti reperibili.
Le vicende editoriali sono strane, purtroppo la traduzione della poesia è cosa ardua (anche per questo ringrazio infinitamente Danilo Mandolini, editore di Arcipelago Itaca, che di poesia vive): lei è donna, inserita in un contesto molto denso in cui sono state fatte certe scelte. Il canone deriva da una cernita, da uno sguardo, che era prettamente maschile.
***
Niente, l’universo è niente. Nessun enigma per l’uomo
Di cui la mente e i sensi hanno percepito il nulla.
– La turbolenta vita dal caso dominata e la somma
Per sempre, sul suolo tetro e divorante!
Niente! Ovunque l’effimero e ovunque il risibile,
Ovunque l’insulto al cuore, ovunque la sordità
Del Destino, che sceglie per suo delicato bersaglio
La gentilezza, la sicurezza, dell’uomo.
– E tra questa orrenda e acuminata ingiuria,
Tu solo, volto dalla maschera di velluto,
Divinità maligna, inebriante, spietata e pura,
Consolatore crudele, dolce e terribile Amore!
*
Non amo che tu mi piaccia
Che la tua immagine permanente
Mi tenti, mi turbi, mi dimori.
Magari conoscere ancora altre gioie!
Sfuggire, abile rondinella,
Alla tua spossatezza incantatrice!
È per la tua grazia che mi ferisce
Che potrei diventarti infedele…
*
Se veramente le parole ti imbarazzano,
Non dire niente. Sogna. Che tu non abbia freddo
Sono io che ti parlo, che ti abbraccio,
Lasciami stendere su di te,
Come il dolce vento nel bosco,
Un murmure immenso, a bassa voce…
*
Tu non possiedi un briciolo di bontà
Malgrado i tuoi mirati sforzi
Poiché né il desiderio né la morte
Ti hanno appieno abitato
Se potessimo ridurre a brandelli
Immobilizzare e disarmare
L’essere spaventoso che vogliamo amare
Qualsiasi piacere diventerebbe una tomba!
È anche per paura di soffrire
Che ricerchiamo un tenero accordo
E che l’amore ha così cura
Dell’altra anima, dell’altro corpo…
Anna de Noailles
*In copertina: Anna de Noailles (1876-1933)