Premio Nobel nel 1983, William Golding ha scritto uno dei romanzi più possenti dal secondo dopoguerra in qua, Il signore delle mosche (1954), il resoconto, crudo, di come il male possa proliferare in un gruppo di candidi bimbi se questi sono abbandonati su un’isola deserta, senza il militare controllo dei genitori. Classe 1911, ha scritto anche tanto altro, ma di fatto la nostra editoria lo ha ridotto a quel piccolo, grande capolavoro. Peccato. Tra i testi mai tradotti in italiano c’è The Hot Gates (1965) e The Scorpion God (1971), oltre alle poesie che pubblicò poco più che ventenne. Negli ultimi anni aveva un barbone bianco bellissimo, da vecchio saggio, e occhi azzurri letali come coltelli. Nato il 19 settembre, Golding è fieramente onorato nel sito specifico http://www.william-golding.co.uk