A cosa serve la letteratura? Secondo il sistema scolastico statalista, vigente, vincente, la letteratura serve a forgiare dei buoni cittadini. La letteratura è ‘utile’ per riconoscere la nostra appartenenza allo Stato, quello italiano, e finché annuncia una specie di morale comune – ad esempio: il mito della Resistenza, il mito degli ‘italiani brava gente’, il mito dell’antimafia, il mito dell’inconscio, del matrimonio etc.
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La letteratura, al contrario, nasce per rompere con i miti attuali (eventualmente ne crea di nuovi) – per evocare l’avversione all’ovvio. La letteratura non è utile, non produce un utile, è al di là delle ragioni del mercato: la letteratura è quel luogo dove l’uomo incontra se stesso. E spesso lotta con l’angelo e con il mostro.
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La letteratura fa paura perché è il modo più rapido per farsi delle domande, per inaugurare delle rivolte – per questo lo Stato decide il ‘programma scolastico’, finanzia le scuole, edifica un tacito ‘canone’. Ogni voce fuori dalla cagnara e dal can can deve essere silenziata.
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Un nuovo Governo non dovrebbe fare altro che occuparsi di scuola, ma questi si occupano di tutto fuorché di scuola: come mai?
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La scuola, oggi, è una specie di riformatorio, andrebbe rifondata, radicalmente – d’altronde, si fanno studiare ai ragazzi Guicciardini e Torquato Tasso al solo scopo di allontanarli per sempre dalla pagina scritta, servi dell’idiozia digitale.
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Proprio così: la scuola – pur salvaguardata da prof eccellenti, se non si fingono intellettuali frustrati – ha il compito di far vegetare i cittadini di domani nell’idiozia. Se li perdi tra i 14 e i 19 anni, sei salvo, non saranno mai più intelligenti, mai più degli elettori rompipalle. Lo schema è diabolico, perpetuato da decenni: gli effetti sono visibili, virili.
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La letteratura è l’unico modo per liberare i nostri figli dal servaggio scolastico statalista. Come si fa? Abolire i ‘programmi scolastici’ di italiano, che programmano il nostro futuro abulico. Riprendo qui un discorso abbozzato altrove: nella migliore delle istituzioni occorre importare Dante dalle scuole elementari (imparandolo a memoria), poco importa che si ‘capisca’, la poesia è il gioco del linguaggio, è il genio del vero. I bambini sanno, ad esempio, che il male esiste, è ovunque, anche in loro: perché negarlo? Perché non frequentare insieme a loro gli inferi dell’uomo? Perché trattarli da cretini insipienti, facendogli le moine, manco fossero dei cani?
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Ma… alcuni libri fanno paura? Certo! Un libro deve essere spaventoso, deve far fuggire le ginocchia, deve smobilitare la retina.
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Che senso ha limitarsi alla letteratura italiana quando dialoghiamo, via mail, con amici a Tokyo e amati a Toronto? Che senso ha quando Dante traduceva i provenzali e leggeva i siciliani e i latini per costruire la fatidica ‘lingua italiana’? Quale burocrate cretino obbliga la lettura di Manzoni (un genio) senza considerare Dostoevskij (più utile a un adolescente in crisi ormonale)?
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Da riformatori, le scuole, rifondate, devono diventare fucine editoriali, produttrici di libri, pensatoi, cervelli vivi, mica messi sotto spirito, sotto torchio semmai, accesi, splendidi.
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A scuola bisogna godere, la letteratura è seduzione, la parola è arte amatoria: al rogo chi declama i corsi di aggiornamento per prof afflitti dal tedio, chi alleva in batteria gli scrittori socialmente utili di domani.
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Ovviamente, il professore non assurge al ruolo di sapientino petulante, ma di maestro – cioè: distilla, dalle letture letterariamente vertiginose, il nocciolo, il cuore, i brani prediletti, il meglio di.
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Siamo all’assoluta emergenza, per cui bisogna ripartire dalla necessità di leggere come atto di ribellione in contrasto allo scempio odierno. Dobbiamo costruire progetti letterari alternativi che leniscano la protervia stupida del tempo presente. Ecco un suggerimento, con nuove materie allegate, e certi libri di base – attendo vostre.
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Qualunquista, relativista, irriverente, nichilista, avventato, avvilente, avvincente, avvolgente, deficiente? Ovvio. Questa è la letteratura, baby, vincere gli ignoti. (d.b.)
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Modesta proposta per sostituire i programmi scolastici vigenti
Educazione alla crescita: Seneca, Lettere a Lucilio; Marco Aurelio, A se stesso, Pascal, Pensieri; Arthur Rimbaud, opera omnia; Dino Campana, Canti Orfici; Dylan Thomas, Ritratto dell’artista da cucciolo; Henry Roth, Chiamalo sonno; Cesare Pavese, Il mestiere di vivere; James Agee, La veglia all’alba; William Golding, Il Signore delle Mosche; Isaac B. Singer, Ricerca e perdizione
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Educazione alla sessualità: Ovidio, Metamorfosi; Lettere di una monaca portoghese; Sade, La filosofia nel boudoir; Laclos, Le relazioni pericolose; Henry James, La tigre nella giungla; Aleksandr Puskin, Evgenij Onegin; Yasunari Kawabata, La casa delle belle addormentate; Junichiro Tanizaki, Il demone; Marina Cvetaeva, l’epistolario; Marcel Jouhandeau, Cronache maritali; Vladimir Nabokov, Lolita; Inoue Yasushi, Il fucile da caccia
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Educazione alla vita: Eraclito, ciò che ci resta; Cervantes, Don Chisciotte; Lev Tolstoj, Anna Karenina; Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamazov; Ernest Hemingway, I racconti; Michel Houellebecq, Le particelle elementari; Elias Canetti, Massa e potere; Friedrich Nietzsche, La volontà di potenza; Wallace Stevens, Haromonium; Pier Paolo Pasolini, Le ceneri di Gramsci; Saul Bellow, Il dono di Humboldt; Ezra Pound, Cantos; Drieu La Rochelle, Diario di un delicato; Ted Hughes, Lettere di compleanno; Carmelo Bene, tutto
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Educazione alla morte: Sofocle, Edipo a Colono; San Paolo, le lettere; Lev Tolstoj, La morte di Ivan Il’ic; Fëdor Dostoevskij, Memorie dal sottosuolo; Ryunosuke Akutagawa, Memorandum per un vecchio amico; Albert Caraco, Breviario del caos; Yukio Mishima, La decomposizione dell’angelo; William Faulkner, Mentre morivo; Marguerite Yourcenar, L’opera al nero; Giuseppe Berto, Il male oscuro; Sylvia Plath, Diari; Cormac McCarthy, Meridiano di sangue; Philip Roth, Everyman
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Educazione alla Storia: Alessandro Manzoni, Storia della colonna infame; Lev Tolstoj, Chadzi-Murat; Louis-Ferdinand Céline, Viaggio al termine della notte; Thomas Mann, La montagna incantata; Ennio Flaiano, Tempo di uccidere; Varlam Salamov, Racconti della Kolyma; André Malraux, La condizione umana; Anthony Burgess, Gli strumenti delle tenebre; Anna Achmatova, Requiem; Henry de Montherlant, Il caos e la notte
Educazione alla meraviglia: Giacomo Leopardi, Operette morali; Jorge Luis Borges, L’Aleph; Rainer Maria Rilke, Elegie duinesi; Franz Kafka, Diari; Paul Valéry, Quaderni; William B. Yeats, tutte le poesie; Giorgio Colli, La nascita della filosofia; Iosif Brodskij, Fuga da Bisanzio
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Educazione allo stupore: Bibbia (Genesi, Esodo, Isaia, Salmi, Cantico dei Cantici, Kohèlet); Lao Tzu, Tao te Ching; Sutra del loto; Bhagavad-Gita; Corano; Eschilo, “Orestea”; William Shakespeare, Re Lear; William Blake, Libri profetici; Emily Dickinson, tutte le poesie; Thomas S. Eliot, Quattro quartetti; Saint-John Perse, Anabasi; Ghiannis Ritsos, Quarta dimensione
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Educazione alla paura: Pseudo-Longino, Del sublime; Edgar Allan Poe, I racconti; H. P. Lovecraft, I miti di Chtulhu; J. R. R. Tolkien, Il Signore degli Anelli; Flannery O’Connor, I racconti; Philip K. Dick, Trilogia di Valis; Cormac McCarthy, La strada; Stephen King, La zona morta
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Educazione all’avventura: Omero, Odissea; Marco Polo, Milione; Goethe, Faust; Walt Whitman, Foglie d’erba; Hermann Melville, Moby Dick; Joseph Conrad, Lord Jim; Giuseppe Ungaretti, tutte le poesie; Curzio Malaparte, Kaputt; René Char, Fogli d’Hypnos; Bruce Chatwin, In Patagonia
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Educazione al coraggio: Anton Cechov, L’isola di Sachalin; Paul Gauguin, Noa Noa; Rudyard Kipling, Libri della giungla; Robert F. Scott, Diari antartici; Antoine de Saint-Exupéry, Terra degli uomini; Albert Camus, L’uomo in rivolta; Boris Pasternak, Le onde; Alvaro Mutis, Summa di Maqroll il Gabbiere; Leonardo Sciascia, La scomparsa di Majorana
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Educazione all’avventatezza e alla dissipazione: Lucano, La battaglia di Farsalo; Friedrich Hölderlin, tutte le poesie; Gerard Manley Hopkins, tutte le poesie; Malcolm Lowry, Sotto il vulcano; Horacio Quiroga, tutti i racconti; Antonin Artaud, Succubi e supplizi; James Joyce, Ulisse; Georges Bataille, L’impossibile; Fernando Pessoa, Libro dell’inquietudine; Louis-Ferdinand Céline, Nord; Hermann Broch, La morte di Virgilio; Samuel Beckett, In nessun modo ancora