05 Novembre 2017

Non ne posso più di Chiara Ferragni. Datemi l'impossibile, lo bonificherò

L’essere umano italico è un cretino. Esempio. Su uno schermo ci sono due tasti. Uno indica Chiara Ferragni. L’altro il Tintoretto. La stragrande maggioranza degli italiani cliccherà la Ferrigni per fare una scampagnata nel nulla. Eppure, tutti sanno che Tintoretto è un genio e la Ferragni il frutto amaro di un tempo ignobile, questo. Conclusione. La rete, pardon, la gabbia, Internet, l’altro mondo virtuale, la Gerusalemme Celeste degli internauti, la Summa dei teleteologi, ci ha reso cretini, ha ammorbato le nostre voglie, ha sconfitto il nostro sano senso di avventura. Secondo esempio. La massima utilità di Internet sono i siti porno. Visite a getto continuo (in ogni senso). Il mondo occidentale pare dividersi tra chi scopa davanti a una telecamera e chi se lo mena guardando sconosciuti che trombano davanti a una telecamera. Per lo meno, i siti porno – più grotteschi che eccitanti – esplicitano una funzione ‘sociale’. Incanalano la nostra energia erotica. Così restiamo basso borghesi, occidentali, italiani, sfiniti, fottuti. Altro esempio. Più greve. I siti dei più noti quotidiani nazionali. Prendiamo il Corriere.it. Oltre alle notizie quelle vere – che evidentemente importano più a nessuno: attenzione gente, la politica cospira sempre a far chiudere i giornali per respirare meglio – il sito è costellato di stronzate. Il video di un baby calciatore che ha fatto un gol pazzesco in Zaire; l’articolo giornaliero sul guardaroba di Melania Trump; la rassegna di foto che ci dimostrano quanto è figa Justine Mattera alla sua età; poi c’è l’ennesima confessione di un patetico vip, la gazzarra al Grande Fratello, qualche attrice che mostra il culo. Le regole del giornalismo, d’altronde, sono ciniche e sanissime. I lettori vogliono: Sangue, Sesso, Soldi, Sport. La sevizia dell’orrore. Se, per dire, Cristiano Ronaldo violenta una tipa, i click salgono alle stelle. Che schifo. Di solito pensiamo che il virtuale sia una specie di Las Vegas, che nel virtuale possiamo essere scatenati quanto siamo sobri (e maliziosi mentitori) nel reale. Che nel virtuale non ci sia bisogno di responsabilità. Tanto, è solo un click, cosa cambia? In realtà, cambia tutto. Servi della nostra bulimica frustrazione, clicchiamo con svogliatezza l’articolo che parla della Ferrigni – senza sapere che un colpo di click è nulla per te ed è soldi in banca per un altro – snobbando la poesia di Amelia Rosselli. Quasi tutti gli italici cretini sanno chi è Justine Mattera – o per lo meno, hanno spiato il suo atletico corpicino – e non hanno mai letto Fernanda Romagnoli, un genio caustico. Il virtuale non livella nulla, eleva l’osceno a geniale, l’infimo a supremo. E vi rende sempre più cretini. Sia chiaro, l’uomo è sempre stato quello che è: un cretino che deambula per soddisfare le proprie voglie intestinali. Solo che qualche tempo fa, di fronte alla melma veneziana e all’ignobile palude veneta all’uomo veniva in mente di erigere cesellati palazzi di marmo, chiese formidabili pittate dai maggiori artisti del mondo. Qualche tempo fa l’uomo – che è sempre quello che è: laido e bastardo – pensava che l’impossibile (erigere la città più bella del mondo nel cuore di una palude, ad esempio) fosse la norma. Oggi si accontenta di cliccare qualche scemenza qua e là. Cari miei: risorgete dall’ignavia e costruite il vostro Eden in terra, armatevi di poesia e partite verso l’ignoto e oltre.

Davide Brullo

Gruppo MAGOG