“Quando la scienza sfida la Physis, genera mostri”. Contro il transumanesimo
Filosofia
Clery Celeste
Due rune che definiscono il cambio di un’era, due rune che parlano di stravolgimenti e radici. Othila e Dagaz sono rune di impatto e costruzione che costituiscono la parte finale di questo splendido percorso che è l’alfabeto runico Futhark. Le rune hanno un preciso ordine che nella successione dell’alfabeto non può essere assolutamente cambiato; questa regola vale per tutte le rune tranne che per Othila e Dagaz che, secondo molti studiosi, potrebbero essere invertite. Sono le uniche che possono cambiarsi di posizione senza creare danni e stravolgimenti. Personalmente preferisco seguire la versione che fa terminare l’alfabeto con Dagaz, vi spiegherò il motivo, ma partiamo prima dalle origini.
Othila riguarda la proprietà ancestrale, la proprietà immobile ereditata; ha a che fare con l’eredità e la stabilità, tutto ciò che può restare è perché viene da un lavoro di consapevolezza ereditato negli anni, nelle vite precedenti e probabilmente anche a livello genetico. Othila rappresenta il patrimonio ereditato, sia in senso spirituale che in senso materiale. Nel mondo nordico era di enorme importanza il concetto di appartenenza a un clan o a una tribù, essere parte di un gruppo di individui e insieme operare il bene per la comunità era qualcosa di fondamentale nella vita dell’essere umano. La dignità e la gloria si basavano non solo sulle imprese e sul coraggio avuto in battaglia, ma si trattava anche di adoperare una scelta consapevole nell’utilizzo dei propri talenti e nella gestione della propria ricchezza in condivisione col proprio clan. Essere individui in un gruppo di appartenenza, sancito anche col matrimonio, è il primo atto magico dell’entrata nel mondo di un essere umano. Questa runa ripristina l’importanza una legge universale, spesso sovvertita nei secoli che si sono succeduti per arrivare poi ai giorni nostri, di cui parla anche Bert Hellinger nelle sue Costellazioni familiari: la legge dell’ordine e della gerarchia nei componenti della famiglia o del clan. Esistono leggi non scritte che, se violate, creano danni irreparabili per generazioni, addossano pesi e costrizioni sulle vite dei discendenti; una di questa è la legge dell’ordine e della gerarchia.
Esiste infatti un ordine nella famiglia, la figura del padre non può essere sostituita dal figlio, come la figura della madre non può vestire i panni di quella di una figlia. Un padre e una madre, anche solo per ordine di anzianità, hanno un preciso scopo e devono compiere il ruolo di guida. Quando accade che una madre, per fare un esempio, passa un periodo in depressione, spesso i figli si occupano della madre, la curano e la coccolano mettendo da parte la loro giovane vita, invertendo quindi l’ordine prestabilito. Quando nelle famiglie esistono situazioni simili, padri deboli che non prendono mai decisioni e i figli si assumono responsabilità che non competono loro, si va a sovvertire un ordine naturale, di nascita e di generazione. Questo crea uno scompenso anche dal punto di vista spirituale, dal punto di vista generazionale.
La runa Othila quindi invita a prestare attenzione al rispetto di questa legge sacra dell’ordine naturale, niente deve essere sovvertito, ognuno deve occupare il posto che per nascita o estrazione sociale gli è stato destinato. Il salto di livello, l’essere un buon guerriero e assicurarsi il Valallah è qualcosa che può essere effettuato con grande impegno e sforzo personale, ma attiene comunque al concetto di gloria. La morte gloriosa non è soltanto una aspirazione ego riferita, ma la buona reputazione porta onore anche alla famiglia e ai propri discendenti. Riscatta una generazione da un’onta contratta dagli avi. Othila è la runa dell’eredità, si pongono le basi per un nuovo mondo al servizio dell’ordine naturale e della sicurezza. Othila nel suo segno grafico porta con sé la runa Inguz che parlava proprio di eredità e di DNA; Othila rende concreto questa catena di nucleotidi che ci portiamo nel sangue e gli fa mettere le basi a terra. Da qui puoi costruire la tua casa, creare un luogo di accoglienza e cura per il tuo clan, per chi bussa alla tua porta.
Con la runa Dagaz invece vediamo come l’era precedente si chiude e si converte in qualcosa di totalmente opposto ma positivo. Si va sempre verso una crescita e una consapevolezza maggiore. Dagr in antico norreno significa “giorno”, un giorno fatto solo di luce, dove la notte e il buio vengono assorbiti dai raggi del sole e coesistono in un ossimoro visivo.
Dagaz è quel momento preciso in cui qualcosa è saturato, siamo in una situazione difficile che ci fa sentire costretti e privi di energia e movimento, improvvisamente tutto si ribalta, con Dagaz l’energia saturata si desatura nel suo opposto esatto, verso il meglio. Un anno e mezzo fa avevo estratto questa runa, in un momento particolarmente pesante della mia vita dove mi sentivo sfinita e bloccata: rimasi a fissare quel simbolo spigoloso per svariati minuti senza capire bene cosa avrei dovuto aspettarmi. La sua piena manifestazione e la mia conseguente consapevolezza hanno impiegato alcuni mesi per farmi comprendere l’uscita dal mio sacchetto di rune di quel segno. La situazione si sarebbe stravolta nel suo opposto positivo, opposto che in quel momento non riuscivo a vedere e nemmeno immaginare.
Il cambiamento che porta Dagaz è repentino e assoluto, indietro non si torna. Questa runa a livello spirituale significa che il soggetto ha un risveglio totale della coscienza, è una runa iniziatica che pone un confine netto con il mondo precedente del quale tutta la polarità deve essere invertita. È il momento mistico per eccellenza, il momento in cui l’individuo chiamato e prescelto, partecipa al rituale di iniziazione, viene scelto e la vocazione non può essere rifiutata, non può essere rimandata in alcun modo. Dagaz è la spada di luce che si conficca nel corpo dell’iniziato, è il segno incancellabile del cambiamento. Dagaz si pone nel punto esatto in cui il linguaggio si annichilisce su se stesso, non è una runa che può essere spiegata, è una runa che può solo essere vissuta sulla propria carne. Un simbolo che va ben oltre il suono fonetico, un simbolo che è un marchio sacro.
A livello psicologico può indicare una presa di consapevolezza relativa a un conflitto, oppure una risoluzione di patologia. Dagaz può significare anche l’esistenza di sogni che riguardano miti di creazione; nel saggio Miti di creazione di Marie-Luise von Franz si parla del mito di creazione presente nel sogno quando l’individuo sta per affrontare qualcosa di sconvolgente, un salto di coscienza importante, al quale però forse non è del tutto preparato. Dagaz si pone in questo buio creativo come un ponte necessario, sognare la creazione del mondo per distruggere il precedente, accedere quindi a un inconscio collettivo cosmico per uscire dalle proprie narcisistiche paranoie.
Othila e Dagaz sono due rune inseparabili, ecco perché l’ordine può essere lievemente invertito. Sono legate: non esiste il cambio di un’era se non portiamo dentro di noi come un dono l’eredità spirituale della nostra stirpe. Due rune per creare, due rune per distruggere tutto ciò che è saturato. Othila quindi viene prima di Dagaz, a mio parere, perché l’uomo prima di guardare a un’altra Era deve aver ringraziato gli avi, deve portare dentro di se l’eredità della propria stirpe per costruire un mondo nuovo. Dagaz è una runa potente, chiama cambiamenti repentini e l’uomo deve essere preparato a questo, altrimenti ne verrà distrutto.