Beati i fan. A fine marzo sboccia l’ultimo libro di Irvine Welsh, che è uno degli scrittori di UK più noto nel resto del pianeta. Titolo: Dead Men’s Trusers. Ultimo libro (il quinto) della saga iniziata nel 1993 con Trainspotting. Solo che gli eroi, sfacciati sbandati, allegri cocainomani, come l’autore – che ne fa 60 a settembre – sono cresciuti. Chi ha memoria del libro – tornato sui nostri schermi lo scorso anno, con T2 Trainspotting, firma Danny Boyle, il protagonista è sempre Ewan McGregor – sarà felice di sapere che Mark Renton è un dj di successo, “ma i viaggi continui, gli aereoporti, le stanze d’albergo senza anima e le relazioni fugaci lo hanno reso insoddisfatto della vita”, Begbie è un artista in cerca di un posto al sole, Spud e Sick Boy, con il loro bravo lavoro, attendono di incontrare gli amici. Va da sé, sono tutti canonicamente disperati. Uno, promette l’editore, ci lascerà la pelle. Frase di circostanza, lecca-lecca per lettori cretini: “Veloce e furibondo, scabrosamente divertente e stranamente commovente, ecco lo spettacolare ritorno del gruppo di Trainspotting”. Finiti i consigli per gli acquisti, il Guardian dedica una intervista ben scritta da Simon Hattenstone – ma piuttosto ‘promozionale’ – all’autore del “romanzo più rubato nella storia dell’editoria britannica” e che, a dire di un “sondaggio Waterstones, è il decimo libro più grande del XX secolo”. Addirittura. Ecco un florilegio di pensieri sparsi di Welsh (che in Italia è edito da Guanda), in attesa che il suo libro sbarchi anche da noi.
La dolce vita. “Venderei il culo a King’s Cross piuttosto che addomesticarmi a una vita tutta casa, giardino, bimbi”.
Onanismo esistenzialista. “Quando scrivo di Renton sono più autentico. Sono più consapevole. Ora Renton ha avuto un po’ di successo. Sente di avere avuto qualcosa dalla vita, ha quello che vuole, ma non è soddisfatto. Sente quello che sentono tutti. Cerca qualcosa, poi si dice, ma di che cazzo si tratta? Davvero, vale la pena perdere tempo a cercare qualcosa?”.
Donne, du du du. “Quelle che vogliono trovarsi un tipo, accasarsi, sfornare un paio di pupi, uscire con le mamme e le sorelle mentre i mariti vanno al pub… non mi piacciono. Mi vedevano come un pericolo”.
Eroina a go go. “Senti un benessere tremendo, al punto che non te ne frega davvero nulla del resto. Ti senti invincibile. La cosa bella – e quella brutta – dell’eroina è che non hai rapporti con gli altri. Delirio completo. Puoi stare sdraiato sulla tua fottuta piscia, in un buco di appartamento, e avere una illusione di benessere, di forza. Prendi eroina per evitare di stare male”.
Aforismi per vivere felici. “Sono ossessionato da tutto ciò che non ho fatto. Ho cercato lavori per fare soldi subito, lavori da segaiolo. Perché? Per quale fottuta ragione? Vuoi fare qualcosa della tua vita, non fotterti una puttana e poi venderla”.
L’autore di un solo libro. “Dicono che non ho scritto di meglio dopo Trainspotting? Non posso neanche pensarci, perché passo da un progetto all’altro. Di solito lavoro a un libro a un film a una fiction. E in quello che sto facendo, sono totalmente immerso. Non penso, comunque, che Trainspotting sia il mio libro più bello”.
Equilibrio squilibrato. “Di solito sono un tipo equilibrato, ma quando perdo la pazienza divento matto, anche se non mi piace. Uso tutto quello che ho intorno. Una volta ho colpito un tizio alla testa con lo sgabello di un bar. Lo sgabello era piuttosto pesante. Lui era fottuto. Probabilmente preferirei che qualcuno lo facesse a me, perché dopo la colpa ti paralizza”.
L’etica del bastardo. “Ho sempre avuto una specie di coscienza morale, che diventa più forte mentre invecchio. È più difficile essere un bastardo. Alla fine, cerchi di essere una migliore versione di te stesso. Ma ti ferisci quando raggiungi un piano morale più alto. Ti guardi indietro con uno sguardo più critico”.
Uk bang bang. “Più che l’indipendenza della Scozia, m’importa lo smantellamento del Regno Unito. Non sono un separatista, ma qualcosa di più”.
Il punto critico. Forse è più fenomenale Pier Vittorio Tondelli di Irvine Welsh. Senza fare troppo chiasso ha scritto, nel 1980, Altri libertini. Che è più bello di Trainspotting.