09 Ottobre 2017

"Togli quella c***o di biografia". Spietato Hemingway

Il periodo è succulento. Ernest Hemingway ha appena pubblicato Addio alle armi, il romanzo che lo incorona di gloria. Siamo nel 1929. Tre anni prima lo scrittore americano ha pubblicato Fiesta. Il romanzo di una generazione, un cult book. Sta lavorando a Morte nel pomeriggio, il libro – edito nel 1932 – che ne decreta la fama di duro&puro. “La mia vita privata è una fogna aperta”, scrive al suo avvocato. Nell’edizione ‘monstre’ delle Letters of Ernest Hemingway curata dalla Cambridge University Press siamo al quarto volume dei 17 previsti, coprendo le annate 1929-1931 (tra parentesi, ci chiediamo perché iniziative del genere non si percorrono anche in Italia, con le lettere di Leopardi, di Manzoni, di Verga, di Ungaretti, di Montale, di Caproni, di Pavese…). Hemingway è a un passo dal diventare Hemingway, cioè il più celebre scrittore del Novecento. Le sue preoccupazioni, in quel momento, sono due. La prima è quella di tutelare la propria vita privata. “Voglio che la mia roba sia giudicata come pura finzione, la mia vita deve starne fuori”, appunta. Quando, per far levitare le vendite, l’editore di Fiesta gioca sulla burrascosa biografia dello scrittore, Hemingway si infuria. Piglia carta e penna e scrive al suo editor, il mitico Maxwell Perkins. “Fai togliere quella cazzo di scheda biografica, che sparge merda su tutto il mio lavoro. Tutti i riferimenti sulla mia vita privata, sul mio arruolamento in guerra, sul mio matrimonio, devono essere rimossi, altrimenti non pubblico più un cazzo con loro”. L’editore, ovviamente, obbedì. Cotanto Ernest fece pressioni anche a mamma Grace: “Se ti intervistano per chiederti cose su di me, non rispondere. Non mi piace questo genere di pubblicità”. Altra pubblicità, invece, gli garbava. “Per la prima volta ricevo lettere dai lettori. Ho risposto a tutti: ma ci vuole almeno mezz’ora a scrivergli. Ma… se non rispondo si arrabbiano? Non comprano più i miei libri?”, chiede Hemingway al collega scrittore Hugh Walpole. “Da un lato abbiamo uno scrittore che si preoccupa molto dell’accoglienza pubblica. Chiede come vanno le vendite. Ama le recensioni benevole. Dall’altra parte, pretende la privacy. D’altronde, si era da poco risposato, con Pauline, e già meditava di lasciarla…”, racconta Sandra Spanier, curatrice dell’epistolario. Il tomo (pp.730, $ 45.00) sarà pubblicato a fine ottobre.

Gruppo MAGOG