27 Novembre 2019

“Li ho usati? Ne ho fatto degli oggetti erotici? E perché no? Amanti? Una parola grossa. Non riuscirei mai a usarla, nemmeno tra me e me”. Il sesso è carne e ingordigia: Ilaria Cerioli racconta Salwa Al Neimi

“Ho un animo poligamo, lo so bene. Come tutte le donne. Eppure ci hanno insegnato il contrario. Ma io so di essere assolutamente e inevitabilmente poligama”, o come dice Salwa Al Neimi nel suo romanzo La prova del miele (Feltrinelli) “sono multi-uomo”. La differenza tra me e il resto delle mie amiche è che ho imparato fin da subito che non esiste l’amore perfetto, quello romantico. L’amore per sempre cantato nelle canzoni della nostra adolescenza. Piuttosto esistono tanti tipi di amore e non è detto che chi incontriamo in quel momento della vita sarà chi ci accompagnerà per il resto dei nostri giorni. L’ho appreso a mie spese sognando finali da fiaba e inciampando, invece, in numerosi the end tragicomici, dove ho preferito cambiare canale piuttosto che insistere in un film già visto. Per questo ho preferito l’onestà all’ipocrisia. Nel raccontare l’erotismo non uso metafore ma parole semplici e dirette, perché credo sia necessario riportarlo entro i suoi limiti naturali, senza indugiare nella pornografia ma neppure celandolo sotto il velo della poesia. Il sesso è carne, sangue e lividi sulla pelle. Usa verbi sconci, irritanti come succhiare, leccare, desiderare, altro che ardere e amplesso.

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“Tutti abbiamo bisogno di sesso come di cibo”, cita il maestro sufi al-Giunayd, ma sembra che sia peccato riconoscerlo. Infatti, se ai corpi preferiamo manichini e al cibo il digiuno, non mi meraviglia che anche il sesso sia diventato virtuale. Come dice Salwa Al Neimi “l’amore è per l’anima, la passione è per il corpo”. E, se in alcuni momenti della mia vita, ho deciso di essere corpo è stato perché solo con questo potevo afferrare l’anima. Il mio corpo è stato il preludio, l’ouverture prima dell’inizio. “È stato per anni la mia intelligenza, la mia consapevolezza, il mio sapere”.  Oggi, alla mia veneranda età, il mio corpo è solo memoria. Porto orgogliosa addosso la mia storia disegnata: le ancore sono gli amici e le amiche a cui mi sono aggrappata per non scivolare nel buio. I fiori decò mi ricordano di non avere paura della felicità; un serpente mi avverte che sono pur sempre figlia di Eva e nipote di Lilith, mentre un infinito sul polso resta come monito feroce: oltrepassare il confine tra essere, avere e amare non è semplice e se sei donna, a qualcosa devi rinunciare. Se sei madre, poi, non puoi avere tutte quelle pretese!  Per quanto mi riguarda, più ingorda di altre ho preteso il pane e le rose: ho assecondato il desiderio e bruciato di curiosità. “Io amo solo con il corpo. Non ho altri modi per esprimere l’amore” e di questo sono sempre andata fiera. Non fraintendetemi, non credo di essere particolarmente esperta tra le lenzuola e neppure capace nell’ars amandi, ma semplicemente non ho paura di percepire l’altro. Con le parole, gli sguardi e le carezze ho accudito con passione e sono stata ricambiata. Che donna fortunata tanto da diventare inconsapevolmente una “dotta esperta di erotismo”. Eppure volevo solo scrivere storie. Ma ho scoperto che esprimere a parole l’ineffabile è un esercizio complesso. La vera sfida, infatti anche nella fiction, è non banalizzare l’orgasmo e ridurre la vita a un istante emotivo.

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Ilaria Cerioli sarà il 29 novembre alle ore 21 al Dock 61, Ravenna via Magazzini Posteriori 61, per un incontro dal titolo “Spocchiosamente ilare: raccontare l’erotismo con stile”

Come Salwa Al Neimi ammetto di essere da sempre avida di vita e di racconti. Vita e racconto sono inscindibili: “Una storia un letto; ogni uomo incontrato è un letto e ogni letto è una storia”.  Ogni uomo incontrato è un capitolo che si aggiunge al mio romanzo. Ogni amore è consumato lentamente, senza fretta con la stessa meticolosità con cui sciolgo in bocca un pezzetto di cioccolato fondente. Nessun rimpianto per la dolcezza promessa, nessun ricordo al termine. Solo una sensazione di retrogusto amaro che non guasta ma conforta. Come ne “La prova del miele” in cui la protagonista, cresciuta a Damasco, racconta un mondo di desiderio femminile alimentato da letture ed esperienze, ho scelto di eleggere il corpo come strumento e fine di una ricerca dal presuntuoso obiettivo ovvero “dichiarare a voce alta ciò che a fatica sussurro a me stessa”.

Ilaria Cerioli

*Ilaria Cerioli, blogger, autrice sarà il 29 novembre alle ore 21 al Dock 61, Ravenna via Magazzini Posteriori 61, per un incontro dal titolo “Spocchiosamente ilare: raccontare l’erotismo con stile” e il 30 novembre a Teatro Rasi di Ravenna  ore 11 per la presentazione del romanzo “I leoni di Sicilia” (Edizioni Nord) di Stefania Auci nella rassegna ScritturRa Festival. 

*In copertina: Immagine di scena dal film “2046” di Wong Kar-wai (2004)                                            

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