11 Marzo 2018

Quella volta che, per colpa di Salvini, non ho scopa@@

È sempre colpa sua! Aveva promesso un’aliquota unica per tutti, la famosa Flat Tax, e invece, a causa del leader leghista, ho smarrito un’occasione per copulare. Adesso, speriamo che Di Maio mi dia un reddito di cittadinanza, perché, altrimenti, non so più come pagare le nigeriane che – poverette – sono le sole a voler fare con me i lavori che le italiane non vogliono più fare. Ma torniamo a quella carogna di Salvini.

Dunque, le cose sono andate più o meno in questo modo. Lei, ovviamente, era una di quelle molto umanitarie, buone, buonissime, buoniste, un po’ represse e pro migranti. Praticamente, la perfetta antitesi del sottoscritto. Non che ce l’abbia con i neri, per carità di Dio! Solo, sono contrario all’introduzione nel tessuto sociale di gente che potrebbe facilmente farmi concorrenza, avendolo – inutile girarci intorno – più lungo della maggior parte di noi italiani. Tant’è che, per esempio, non sarei certo contrario al massiccio ingresso di donne di colore, in sostituzione di quelle rompicoglioni delle femministe bianche. Ma dicevo della ragazza.

Era una tizia per niente brutta e, a tratti, persino colta. Leggeva anche un po’ di poesia… o, per meglio dire, leggeva la Szymborska, il che, ne converrete, non è propriamente la stessa cosa, per quanto la massa dei semicolti tenda impunemente a equipararla a una scrittrice di versi. A ogni modo, al di là delle sottili distinzioni poetiche, credo si fosse quasi innamorata di me. Per dirla con Dante, eravamo tutto un dolce sospirare. Senonchè, non so come, su Facebook, la tizia ha notato che avevo messo un like a uno che aveva condiviso uno stato di un altro, che a sua volta aveva condiviso uno stato di Salvini. Apriti cielo! Mi è arrivato un messaggio in cui esprimeva il suo totale disappunto: “Come hai potuto?”. La sera prima parlavamo di incontrarci, vederci, sposarci, copulare, mettere su famiglia, e successivamente accendere un mutuo. Insomma, la cosa si stava facendo seria. Io ero tutto su di giri, pieno d’amore e, per la prima volta da tempo, avevo anche una sincera erezione, appena stemperata dall’idea del mutuo summenzionato.

Ma ecco che fra noi è venuto a interporsi il leader della Lega, ritracciando una netta divisione tra me che sono del Sud e la ragazza che sta al Nord. Preso dalla disperazione, per via del fatto che non mi rispondeva più al telefono, le ho inviato un messaggio con scritto: “Non credo nella Padania libera, ma nell’amore libero. A volte, con Bauman, credo anche in quello liquido”. “Ma vattene a fare in culo!”, mi ha risposto lei, probabilmente aliena a certe finezze e giochi linguistici. In compenso, hanno cominciato a piovermi addosso, come acqua da una cascata, i soliti insulti, quali “razzista, xenofobo, terrone, negro schifoso, sardignolo mentecatto, sequestratore, lettore di Grazia Deledda, consumatore di birra Ichnusa e spacciatore di mirto Zedda-Piras”. Ora, è vero che non tutte queste accuse sono infondate… ma la cosa che mi fa incazzare è che è tutta colpa di Salvini! Tant’è che gli ho scritto un messaggio, chiedendogli di avere un confronto televisivo, possibilmente da Michele Santoro che, essendo di parte, farà valere le mie ragioni per una mancata copula su quelle del paese che vorrebbe la Flat Tax. Inaspettatamente, perfino il noto conduttore sinistrato non ha colto la palla al balzo e Salvini stesso non mi ha proprio filato. A quel punto, senza amore e seduto in triste contemplazione di una gangbang interracial su YouPorn, ho deciso di diramare una comunicazione a tutti i compagni dei centri sociali sparsi nel paese: “Cari compagni, esiste il pericolo di una recrudescenza del fascioleghismo, un fenomeno che, come saprete bene voi che avete studiato la storia, nacque negli anni ’20, ma è ancora vivo nella mente degli italiani che già dai primi del ’900 seguivano Maria De Filippi. Dobbiamo mobilitarci, tanto più che ho subìto personalmente un torto dall’uomo con la felpa con su scritto Ruspa”. Ammetto che lo stile della missiva era discutibile, comunque mi è arrivata, in risposta, una email da un tizio dei Parioli, uno con quattro cognomi, il quale mi scriveva: “Gentilissimo, saremo lieti di aiutarti. Se vuoi che al nostro intervento si aggiungano i black block, fai un bonifico a… con la seguente causale: pagamento in nero per i servizi segreti”. La faccenda, mi sono reso conto, si stava ingarbugliando. Rischiavo di causare un incidente internazionale. Perciò sono andato dai neri che alloggiano all’albergo qui a fianco e ho gridato loro: “Venite con me, contro Salvini!” e quelli mi hanno risposto ridanciani: “Amigo, anche noi come Bossi ce l’abbiamo duro”. La situazione era piuttosto confusa. Mi sono persuaso di avere tutta l’Italia contro.

L’unico ad avermi preso seriamente in considerazione è stato lui, Silvio, con un breve messaggio: “Sono vent’anni che dico che la Sinistra controlla tutte le logge matte del potere. Ora, persino la fica. Solidarietà”. Meno male che Silvio c’è.

Matteo Fais

 

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