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Libri
Luca Picotti
Che nella vita occorra pazienza, me lo doveva confermare proprio oggi, all’imbrunire, in una sua poesia, Malcolm Lowry. Ma la poesia in questione è speciale, perché la pazienza ha uno scopo, e a volte, se non spesso, bisogna lasciar fare al tempo e all’esperienza.
La poesia difatti s’intitola Pazienta, perché il lupo e ‒ dicevamo ‒ l’ha scritta uno tra i poeti e gli scrittori più insondabili e misteriosi del Novecento. Passò molto tempo in ospedali: i disturbi mentali di Lowry, accentuati dall’abuso di alcool, influenzarono molto la sua carriera di scrittore.
Ma dicevamo della pazienza; sì, perché a volte i desideri più grandi attendono nella e contro la follia il loro realizzarsi. Occorre non lasciarsi ingannare a volte dai tranelli della vita, ma lasciarsi ascoltare dalla poesia, che è il lupo. E il lupo guarda e canta alla luna, da dove, a volte, “spunterà fuori Iddioˮ. È Lui, secondo Malcolm Lowry, che nella notte scoverà il tuo genio, “e te lo renderà, senza fartene schiavoˮ, permettendoti, nel tempo, di realizzare grandi cose.
Malcolm Lowry nasce nel 1909 in una ricca famiglia di mercanti di Liverpool di fede metodista. A diciotto anni interrompe gli studi e s’imbarca su una nave da carico diretta in Cina. Questi primi viaggi gli ispirano il romanzo Ultramarina (1933). Tornato in Inghilterra, si laurea a Cambridge. Vive per un periodo a Londra, quindi a Parigi, dove sposa una ragazza americana, Jan Gabrial, con cui si stabilisce a Cuernavaca, in Messico. Dopo il divorzio, nel 1939, sposa l’attrice e scrittrice di Holliwood Margerie Bonner. Si trasferiscono nella Columbia Britannica e prendono alloggio in una baracca, assieme a una comunità di abusivi, sulla spiaggia di Dolllarton, nella baia di Vancouver. Vi resteranno dal 1940 al 1954, anni in cui Lowry scrive poesie, racconti e completa la terza e ultima stesura di Sotto il vulcano, che esce nel 1947 ed è subito acclamato come un capolavoro. Nel 1954 i Lowry lasciano il Canada per l’Europa e vivono prima in Italia, poi in Inghilterra. Durante il soggiorno in Europa la loro baracca viene demolita e bruciata dai funzionari delle imposte e della sanità. Il 27 giugno 1957, in un cottage del Sussex, lo scrittore muore soffocato nel sonno.
Pazienta, perché il lupo
Pazienta, perché il lupo è sempre insieme a te.
Odi, stolto, la voce del tuo gran desiderio;
non lasciarti ingannare, non è di certo il mare,
questo lupo è follia ma la luna è la luce.
Da una tale ignoranza spunterà fuori Iddio,
non un fantoccio a molla, ma somigliante a un albero
fatto a guisa di padre che piange nel delirio.
Gli affanni della notte hanno un tragico posto
mezza faccia di Dio cerca l’altra metà!
Nel buio Lui troverà finalmente il tuo genio
e te lo renderà, senza fartene schiavo.
Pazienta, perché il lupo è sempre insieme a te,
lupo brutto e vizioso, ma pur sempre divino.
Non ricordare il mare che scroscia rumoroso,
questo mare sdegnoso che si lecca le labbra
e stride come fabbriche di vetri frantumati.
Passa oltre il piatto mare, su cui non nasce vita:
onde chi beve nei suoi abissi affoga.
Neve nera s’ammassa all’orologio: nel tempo
l’appuntamento mancato incontra il cuore spezzato.
È un mondo di misteri che non hanno valore.
Pazienta, perché molto, molto, molto è paziente.
Pazienta, perché il lupo è paziente anche lui,
la sua piccola ombra si è stabilita qui.
I prati attendono che gli arcobaleni dicano Dio,
le ombre attendono che tu dica una parola,
e due cuscini attendono che amore salvi il mondo.
La carboniera sbanda all’ancoraggio insicuro.
Il nolo attende; gela, dentro il fiordo, la nave.
Attende l’angelo: il suo cuore è una mano dolente
per strapparti da noi, alla terra serotina
dove non si saccheggia, ma si fanno le cose,
senza che c’entri il lupo, né si pensa a disastri.
Pazienta, perché il lupo è paziente anche lui.
Il pettirosso aspetta riparazione dal buio,
la rondine languisce perché l’autunno dica “oraˮ,
l’Eco perché Ero non gli risponda “noˮ.
Soltanto la campana che segue non attende
galoppando materna per tutte le campagne
per scorticarti all’osso con il ruvido suono.
Dove l’inferno comincia, nel mezzo della selva,
l’immagine oscilla tra la madre e il mare.
Non badare alla campana, neppure al vecchio mare,
ma solo al caro lupo gentile rendi omaggio.
Pazienta, per il lupo, abbi anche tu pazienza:
voci e affanni notturni hanno già il loro posto.
Riposerai nella tana tiepida di buon sangue;
l’ombra aspetta che tu dica la tua parola.
Senti ancora il tuo passo tanto soffice e astuto.
Pazienta, per il lupo, abbi anche tu pazienza ‒
il suo passo ora è il tuo, hai perso tutto e sei libero.
Pazienza, dunque dicevamo. Perché la poesia-lupo sia paziente con te.
Lowry è lo sciamano della poesia, lo sciamano del fuoco sotto il vulcano, perché sa che “l’ombra aspetta che tu dica la tua parolaˮ, che tu esprima il desiderio.
Pazienta nel tuo genio, caro lettore, qualsiasi esso sia, poiché “il suo passo ora è il tuo, hai perso tutto e sei libero.ˮ Che nella vita occorra pazienza, per fortuna, ci voleva proprio un poeta-sciamano a ricordarmelo:
È, quella stella, assenzio
fra stelle d’amore? Questa nave l’eterno?
E dove andiamo? Che la vita ci salvi tutti.Malcolm Lowry
Giorgio Anelli