13 Giugno 2018

L’editoriale di Franz Krauspenhaar: “Io non sono Scanzi, ma fate attenzione, gente, perché il suicidio ce lo abbiamo dentro tutti”

Ad ascoltare i vari soloioli della psichiatria e della psicologia, i Lacan sul Lago di Como, i professori in cashmere e il ciuffo champagne, i vari preti col motorino e quelli che – ma per carità – prima di andare in tv e dal parrucco si fanno un’oretta di jogging nei parchi di Roma, i giornalisti e peggio giornaliste tuttofare e tutto dire seguiti da sfinterei colleghi posizione quinto dei Beatles, ogni cosa ha una risposta dentro il pulsante di Rischiatutto. Io non sono lorsignori, sono un artista e non conto appassionatamente un cazzo, perché Eleonora Daniele ex Grande Fratello buca il c**o (i video non son più quelli di un tempo) o la vajassa di Canile 5 pure. Non siamo neppure Emerenziana Panella di La 7, per dire, che sorride e basta, e nemmeno un certo Scanzi, uno che fa tutto bene, meno che la tv, il giornalista e lo scrittore. Tifa Milan, forse è questo. Lo invito nella mia curva Nord personale e poi ve lo rimando da rimontare, buon lavoro sin d’ora. Ma andiamo, ora che pure Anthony Bourdain si è suicidato la vogliamo capire una buona volta che il suicidio è un estremo bisogno, come la merda, la piscia, lo sperma, l’elevazione sociale, la carriera, fare libri e film brutti. Il suicidio ce lo abbiamo dentro, tutti. E occhio che spesso non ci si ama per niente e non ci si fila.

Franz Krauspenhaar

Gruppo MAGOG