01 Ottobre 2018

“Gli uomini? Oggi sono tutti profumati e depilati. E, poi, hanno sempre il cellulare in mano. Preferisco quelli di una volta”: Francesca Maria Giuliano, la curvy più famosa d’Italia, si racconta a Matteo Fais

Dio ci preservi dal male e, se la sua bontà è davvero infinita, anche dalle magre. Niente seno, niente sedere: sembrano porzioni da fame in un’economia di guerra, oppure in uno di quei ristoranti dove ti prendono per i fondelli a colpi di assaggini insignificanti. Ma, per fortuna, in Italia abbiamo una tradizione secolare che va dai bronzetti nuragici alla Bellucci. Col cavolo che sappiamo accontentarci – non sappiamo farlo e non vogliamo. Piuttosto, ci uniamo all’irriverente estasi di un Tinto Brass al cospetto delle forme opulente di una giovane Serena Grandi. Crepi l’avarizia e lode alla bramosia insaziabile.

Fermamente convinti che una donna ci debba riempire al contempo il cuore e l’occhio, siamo andati a sentire Francesca Maria Giuliano, apparizione fissa in diverse trasmissioni televisive da Bonolis alla D’Urso, la curvy più famosa d’Italia. Se non sapete cosa significhi questo anglismo, “curvy”, beh, cercate di documentarvi. Per farvela breve, si parla di tutte quelle donne formose, maggiorate, giunoniche, piene di carne a dare un poco di sostanza allo spirito. Noi vogliamo raccontarvi a distanza ravvicinata la più nota di queste. Magari, a darle una sbirciata nella scollatura, vi passerà la voglia di una tristissima taglia trentasei. E ricordate: melius est abundare quam deficere.

Francesca Maria GiulianoLeggendo certe precedenti interviste, mi sono imbattuto in questa tua dichiarazione: “la donna maggiorata è una donna in salute”. Più in generale tu difendi un modello di femmina procace, esplosiva, formosamente esuberante. Perché fino a poco tempo fa ha trionfato, invece, il tipo anoressico-scheletrico. Cosa ha portato l’uomo che, dalla notte dei tempi, ha sempre desiderato l’abbondanza ad accontentarsi di poche ossa?

Io sono convinta che sia la moda la responsabile di questi modelli, preferendo persone molto magre sulla base del risparmio economico che ciò comporta. Se riesci a utilizzare poco tessuto e poi vendi l’abito a 700-800 euro, hai fatto un affare. Ecco spiegato perché siano stati imposti certi ideali di bellezza. Almeno, io la penso così. Una cosa comunque è certa: i modelli che vengono veicolati non sono esempi di salute.

Però, si potrebbe obiettare a questo discorso: allora perché, in altri tempi, andava un diverso tipo di donna? Non erano imposti anche quelli?

No, perché il business della moda non era così sviluppato come negli ultimi decenni. Infatti, come modello di italianità, noi siamo ancora legati alle forme morbide di Sophia Loren e Gina Lollobrigida, quando lo show business era diverso da quello odierno. Oramai i guru della moda si mettono a tavolino e, come decidono il colore che andrà durante l’anno, altrettanto fanno con il modello di femmina da imporre. Malgrado ciò, all’estero, continuano a osannare la Bellucci che richiama, appunto, un modello di femmina molto anni ’50.

Tu hai frequentato il salotto di Barbara D’Urso. Immagino conosca le critiche che le vengono rivolte, ovvero di essere l’apoteosi del trash e di rappresentare la peggiore involuzione della cultura nazionale. Onestamente, tu ritieni che queste valutazioni siano fondate o no?

Assolutamente non sono d’accordo. La Signora D’Urso è una gran donna, di notevole cultura. Il trash lo vedo in altre trasmissioni. Io la posso solo ringraziare. Personalmente, per come parla di determinate vicende, a me piace. La seguivo già da prima. È così composta! Prima di andarci pensavo facesse la diva, invece è di un’umiltà… Dal vivo, poi, mi ha colpito la sua bellezza, così rara a quella età. Mi piace come lavora, con una certa leggerezza. Fa compagnia, allegria – tutte cose di cui abbiamo tanto bisogno in questo momento storico. Se si ha successo, purtroppo, è inevitabile attirare le critiche di cui è vittima. Quando, poi, non sanno come parlar male di te, iniziano a tirare in ballo il trash.

Personalmente, ritengo che il successo della D’Urso sia il pubblico stesso a decretarlo e che molta gente non si voglia arrendere al principio del vox populi vox dei. L’intellighenzia non riesce a farsi entrare in testa che la televisione non sceglie per il popolo, ma dà al popolo ciò che questo desidera. Del resto, non credo che se, parallelamente, trasmettessero programmi sulla poesia contemporanea quelli che la criticano sarebbero lì a seguirli.

Esatto! Peraltro, la D’Urso, nella prima parte del programma, va ad approfondire anche temi di cronaca che non vengono sviscerati dai giornali o dal servizio pubblico – cosa che, per esempio, a me interessa. Vorrei anche sottolineare che, avendomi decretata “la curvy più famosa d’Italia”, mi ha permesso di dare voce anche a chi pesa più di cinquanta chili, trasformandomi nella prova vivente che si può lavorare in tv pur senza essere magrissima.

Stando a quanto da te dichiarato, durante il provino per partecipare al programma di Bonolis, Avanti un altro, hai risposto, alla domanda se leggessi dei libri, con un: “No, a me piace mangiare!”. Da lettore compulsivo, mi verrebbe da chiederti: come fai a vivere senza leggere?

In realtà il mio provino andò molto male (ride). Per il resto, confesso che è vero, non leggo. Dovrei iniziare. Questa è una mia mancanza. Ho una sorella che legge tantissimo, eppure siamo nate nella stessa casa, dalla stessa madre. Io comunque ho studiato, sono una ragioniera. Malgrado ciò, non sono molto propensa alla lettura. Un libro però l’ho letto, di recente, e mi è piaciuto molto: Il fuoco di Agnese, della grandissima Cristina Nutrizio. Ogni donna vorrebbe vivere una passione forte come quella della protagonista. Mi permetto di consigliarlo ai lettori.

Cos’è l’amore?

L’amore è quando sei felice e non hai bisogno di altro, tipo che stai a casa a preparare una lasagna per tua madre, per i nipoti, o per i tuoi amici. Quello è amore. Quando sei vicino alla persona a cui vuoi bene e non ti importa di nient’altro.

E tu hai mai sperimentato un simile sentimento?

Sì, spesso. Io sono molto legata ai miei nipoti, a mia mamma. E, non essendo fidanzata, mi dedico molto ad amici e amiche… Per quel che riguarda gli uomini, non so nemmeno se mi sono mai innamorata sinceramente. È piuttosto complesso trovare una persona con cui condividere un percorso d’amore, di complicità, raggiungendo insieme un equilibrio perfetto, la sintonia. Insomma, sto ancora aspettando di trovare l’amore.

Tu credi sia la questione del sesso a complicare le cose nel rapporto uomo-donna?

Il sesso è complementare, una bella cornice, molto importante, ma non può ridursi tutto a quello. Ci vuole rispetto. A volte, per esempio, mi capita di andare a cena con una persona, per conoscerla un po’, e vedo che guarda un’altra donna mentre è con me. Io non lo farei, anche se fossi con un amico, per rispetto appunto. Personalmente mi rifaccio a un’idea che fa parte del mio personaggio: quella dell’uomo di una volta. Perciò, per me, oggi come oggi, è molto difficile trovare qualcuno. Questi non fanno altro che stare col cellulare in mano. È offensivo. Mancano le basi proprio.

L’uomo si è effemminato negli ultimi anni?

Assolutamente. Sono depilati, profumati… terribilmente lontani dai miei canoni di bellezza.

Vorresti essere famosa? Lo sei già? Perché ti interessa?

Non mi sento assolutamente famosa. Spero però di avere l’opportunità di diventarlo, per quanto i risultati raggiunti con le mie sole forze non siano di per sé cosa da poco, non avendo io neppure un’agenzia alle spalle. Poi, tutti nella vita vogliamo avere successo, anche chi apre un negozio di frutta. Quel che mi piacerebbe, a livello televisivo e cinematografico, sarebbe di riportare nel firmamento dello spettacolo un modello di salute e italianità: un modello curvy, insomma. Mi piacerebbe essere d’esempio per le tante ragazze che cadono nell’anoressia, o per le madri ossessionate dalla dieta. Vorrei spingere le persone ad accettarsi per quello che sono, tutto qui.

Questo tempo segna il ritorno delle curvy. Mi pare però, per esempio curiosando su Instagram, che sotto questa categoria si voglia raccogliere un po’ troppi tipi di donna. Parlandoci fuori dai denti, alcune sono obese piuttosto che formose. Secondo te è normale catalogare ogni rappresentante robusta del genere femminile sotto questa categoria, oppure c’è una differenza tra chi come te ha un fisico giunonico e una palesemente afflitta da pinguedine?

Bisogna puntualizzare sul discorso salute e ciò, ovviamente, vale anche per le curvy. Non possiamo pesare trecento chili, questo mi pare ovvio. Io infatti mi riferisco a un tipo di donna, anche con molti chili in più, che però accetta sé stessa. Una curvy può essere pure una di quelle che purtroppo, spesso per questioni fisiologiche, non riesce a calare di peso e veste comunque con un abito aderente, o scollato, dando prova di non avere complessi verso il proprio corpo. Io, malgrado tutta la carne in più, sono fiera di esserlo. Ci sono, poi, delle ragazze obese che hanno visi bellissimi. A ogni modo, si può pesare anche centoventi chili purché si tenga sotto controllo la salute. Del resto, non è che chi non riesce a dimagrire si debba sparare, o debba essere costretto a girare con un lenzuolo addosso.

Come ti sentiresti se dovessi improvvisamente perdere qualsiasi attrattiva sugli uomini?

Sinceramente non avrei problemi. Chiaramente, mi piace piacere. Però – e sono sincera, quando lo dico – non è proprio il centro della mia vita. Avere un po’ di visibilità, mi ha permesso di vivere un bel momento che ricorderò sempre. Se poi dovesse terminare, pazienza! Me ne farò una ragione. Mi occuperò di altro.

Si fa un gran parlare, dopo il caso Weinstein e le polemiche sul movimento #metoo, di violenza contro le donne. Vorrei chiederti cosa sia per te violenza. Voglio dire, per le femministe anche uno sguardo insistente è al limite della prevaricazione, come scherzare sulla prosperità di una donna. Tu come la vedi?

Sto girando un film intitolato #metoo, per la regia di Giorgio Molteni, che sarà presentato al festival di Cannes. Sono certa che lascerà tutti senza parole.  Per il resto, io non mi sento violentata se mi guardi, o se mi dici “sei bella”, o “quanto sei bona”. Se la cosa mi infastidisce, manifesto indifferenza: giro lo sguardo e così capisci che non mi devi rompere le scatole. Mi spiace essere contro le femministe, però non credo che questa sia violenza. La violenza è violenza ed è quella fisica, o psicologica. Sono violenza le telefonate degli stalker – io ne ricevo quattrocento all’ora. Uno è venuto addirittura a bucarmi le ruote della macchina. Bisogna, insomma, che ci siano degli atti persecutori.

Secondo te, quanto avvenuto tra Asia Argento e Weinstein, è violenza?

Io sono sempre dalla parte delle donne solitamente, ma su questa faccenda non ho mai voluto rispondere dato il poco che ne sappiamo. Purtroppo, molte stanno zitte per anni, per mantenere il posto di lavoro – parliamo di solito di lavori più umili. Io sono stata fortunata, perché ho sempre trovato un ambiente di lavoro idilliaco. Sul caso Asia Argento potrei dire che forse ha dovuto accettare e stare zitta e, solo dopo cinque anni, è riuscita a parlare. A volte, sai, lo stupro non è solo l’atto in sé consumato frettolosamente. La violenza fisica è spesso collegata a quella psicologica e, per anni, capita di dover sopportare in silenzio o non riuscire a parlare. Certo c’è gente che grazie a Weinstein ha preso l’Oscar e solo dopo ha parlato, quando ha raggiunto a sua volta una certa notorietà e potere. Io non credo che ad Asia Argento sia piaciuto fare ciò che ha dovuto fare.

Io ho la sensazione che, in generale, il movimento #metoo alimenti, nei confronti degli uomini, una caccia alle streghe. Ogni cosa sta diventando violenza: uno sguardo, financo il semplice essere maschio. Si è arrivati ad avere paura nel rivolgere la parola a una donna. Personalmente, non ritengo che da parte degli uomini ci sia sempre un atteggiamento prevaricante.

A me – e sono una che attira l’attenzione, quando va in giro –, non succedono mai cose del genere. Certo ti guardano, fanno la battuta, ma io nemmeno li ascolto. Bisogna mostrarsi indifferenti, non andare in giro da sole, stare sempre in luoghi pubblici e in mezzo alla gente.

In cosa consiste la tua bellezza?

La mia bellezza consiste nelle mie forme, però piace molto anche il viso tra le altre cose. Ma le forme spiccano, perché rievocano un tipo di donna che è difficile da trovare di questi tempi in cui sono tutte terribilmente magre. Io sono fermamente convinta che l’essere curvy, oggi, possa aiutare una donna ad avere risalto.

Quando hai cominciato a sentirti attraente?

Capivo di piacere molto all’altro sesso già verso le medie, quando avevo tra i dodici e i tredici anni. Sai, ero molto sviluppata fin da allora.

Come ti faceva sentire questo?

In grande imbarazzo. Sono molto timida. Da una parte mi faceva piacere, ma dall’altra mi metteva a disagio.

Hai mai desiderato essere un’altra donna?

No, mai, e sono sincera. Invidio solo quelle persone che possono mangiare, mangiare, mangiare senza mai ingrassare (ride).

C’è un uomo politico che trovi attraente? Se sì, perché?

Silvio Berlusconi, malgrado i suoi anni – gli altri se li mette tutti in tasca. Non ho mai avuto il piacere di conoscerlo, ma il suo charme e la sua eleganza, quando parla, mi incantano e credo di non essere la sola a pensarlo.

Francesca, tu che ci sei dentro, ci potresti dire cosa c’è di vero e di falso nella televisione?

È tutto vero, anche perché se così non fosse non si andrebbe avanti. Per quella che è la mia esperienza, da un anno e mezzo a questa parte, per esempio da Bonolis, l’ambiente è serissimo. Ci dà anche del lei. Non ci sono copioni e da questo ti accorgi che niente è falso, meno che mai quello che diciamo. Anche quando vado dalla D’Urso, non è che gli autori mi indichino cosa dire. Persino io, quando la guardavo da casa, pensavo che ci fosse un canovaccio e invece no. Siamo noi stessi, senza che nessuno ci abbia mai imposto niente.

Secondo te, veramente sul piccolo schermo c’è un’ostentazione intollerabile del corpo femminile, esibito alla stregua di una merce, come sostengono alcuni?

È così bello il corpo femminile! Perché non mostrarlo? Noi, del resto, facciamo intrattenimento. Uno torna a casa, dopo una giornata di lavoro, in cui magari gli è pure arrivata una multa, oppure ha litigato col suo capo, e allora accende la tv e vede una bella ragazza prosperosa che sorride… finché non ce la volgarità, dove sta il male?

Matteo Fais

 

Gruppo MAGOG