26 Aprile 2020

“Anche se lo scrittore scrive la verità, la si considera una finzione. Questa circostanza renderà del tutto incredibili parecchie delle mie esperienze”. Friedrich Dürrenmatt in America

Certo, c’erano le opere a catalogo Adelphi, roba come La morte della Pizia, Il giudice e il suo boia e poi Giustizia, presa in traduzione di peso da Marcos y Marcos. Oltre a questi brividi da giallista arrivato dopo tutti i gialli, avevi le sue opere teatrali, monumentali & ingombranti, nascoste in un angolo della biblioteca di facoltà che andava bene per le cotte estive; finale comico e fatale, queste opere teatrali divennero un regalo di nozze. C’era, in definitiva, il mito di Friedrich Dürrenmatt, espresso da Sordi nel film ricavato da La panne. Se dopo tutto questo rimane spazio per lo stupore, tra le pagine scollate di un Garzanti anni Sessanta come Greco cerca Greca, vuol dire che Dürrenmatt ha ancora molto da dirci.

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All’inizio mi parve ostico: moda da giuristi, da lettori dell’ultimo Sciascia. Poi pian piano ci si adatta a quel modo cervellotico di scansare le ipocrisie, a quel giro di frasi irto di abbellimenti consequenziali, come un Tacito obeso e ubriaco che non risparmia nulla.

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In effetti, il dubbio viene leggendo i racconti di Dürrenmatt giovane, petardi di due pagine senza un fine, senza l’estro della parabola in dodicesimo. Guardate ad esempio l’attacco del racconto Notizie sullo stato dell’informazione nella civiltà della pietra: “Mi è ancora viva nella memoria quella buia notte di Capodanno dell’anno un milione avanti Cristo quando ebbe inizio il cenozoico. I miei presentimenti trovavano conferma. Vedevo già passare i primi mammut giganti, miserabili nani in confronto dei sauri, incapaci di mettere davvero a repentaglio l’umanità e di renderla in tal modo più forte. L’invenzione della posta non mi disorientò. L’invenzione dello scudo di pietra mi diede ragione, le speranze che avevamo riposto nella clava e nelle sassaiole si dissolsero, la guerra era ridiventata teoricamente possibile e ben presto fu rimessa in pratica. E la causa della guerra fu l’invenzione dello Stato, che avvenne nel medio terziario. La guerra non fu tuttavia la sola conseguenza di quella fatale e infelice invenzione, ad essa va ricondotta anche l’estinzione dei giornali. I quali giornali potevano vivere solo in quanto istituzioni internazionali al servizio di tutta l’umanità; lo Stato li degradò a fogli locali, per i cui minimi compiti risultarono troppo pesanti. Un giornale dopo l’altro cessò le pubblicazioni, e l’ultimo giornale dell’età della pietra, l’Organo per la creta e l’argilla, aveva già cessato d’esistere ai tempi del pliocene”. Kafka avrebbe gongolato davanti a questa roba giovanile di Dürrenmatt più che davanti al bordello milanese nominato Eden.

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Il nostro ha avuto il fegato di scrivere anche lui sul minotauro nel Novecento. Sarò banale: tiriamo Dürrenmatt fuori dal suo labirinto. Insomma, tocca andare agli inediti in italiano. Ecco alcune riflessioni dal suo Sentenze dall’America del 1970. (Andrea Bianchi)

 

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Friedrich Dürrenmatt, Sentenze dall’America

Dal mio punto di vista le Pantere Nere commettono un errore applicando la tattica della lotta di classe alla lotta tra razze. Certo un popolo può essere soggiogato costantemente dal terrore dell’incombente comunismo, ma nessun genere di terrore può trasformare un bianco in un nero: la radicalità delle Pantere Nere sta radicalizzando i bianchi. Si diffonde la sensazione che non vi sia soluzione possibile da entrambi i lati, ed entrambi i contendenti sono armati.

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Introversi e pazienti, i discendenti dei Maya sembrano in attesa di un nuovo significato. E l’archeologia rivela l’assurdità della storia. L’archeologia ricostruisce quel che la storia ha distrutto. Mentre in Yucatan le cattedrali coloniali spagnole si ergono come rovine distrutte per fantasmi, gli scienziati stanno scavando le antiche città maya tra le giungle dove si dà la caccia al giaguaro e alla pantera. Un’impresa colossale. Ma una volta che la si sia compiuta e che le città siano state portate alla luce, gli archeologi dovranno ripartire da capo ricostruendo le cattedrali spagnole.

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Assurdi i tentativi dei cattocomunisti sul genere del mio compatriota Konrad Farner in Teologia del comunismo. Con quella sua fede incrollabile nella grande speranza che l’uomo possa con lo sguardo interiore arrivare a diventare quel che deve essere. Il mio incorreggibile pessimismo mi dice che l’uomo, se non intende perire, solo per urgente necessità diventerà quel che dovrebbe essere.

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Di giorno mia moglie nuota in piscina e io scrivo sotto una palma alta quindici piedi. Le noci di cocco sopra di me arrivano a pesare cinque chili. La sera andiamo al bar. Presunti nativi dei Caraibi suonano presunta musica caraibica. Neri ben piazzati con orologi dorati si appoggiano al bancone del bar con finta casualità per ore, immobili, con la pazienza delle pecore, tenendo davanti una cocacola al whisky che non toccano mai in attesa di esser abbordati da anziane donne degli Stati Uniti. La maggior parte delle quali sono strafatte. Il tipetto incaricato di questi affari è un gentiluomo dignitoso, alto, slanciato, coi capelli bianchi, la faccia da profondo intellettuale: di giorno, quando lo si incontra in piscina, indossa un abito prémaman, lo stesso tipo indossato dalle donne in gravidanza. A quel punto io e mia moglie ci siamo sentiti toccati nel profondo della nostra curiosità criminologica e abbiamo cambiato nel corso del viaggio la prenotazione dell’hotel successivo, a San Juan in Portorico. Volevamo vedere se anche in quell’altro Sheraton c’era la stessa situazione di Kingston. E dire che quell’anziano ebreo a Merida ce li aveva sconsigliati…

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Dal momento che la professione di scrittore consiste nell’inventare storie, le celebri cinque difficoltà nello scrivere la verità di cui diceva Brecht sono sormontate dalla difficoltà di farsi credere dalla gente. Anche se lo scrittore scrive la verità, la si considera una finzione. Questa circostanza renderà del tutto incredibili parecchie delle mie esperienze americane.

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Stessa situazione all’hotel di san Juan. Stavo concludendo Il pensionato e mia moglie si accorge che le hanno rubato orologio, denaro e chiave della cassaforte. Io nella storia avevo appena fatto dire dal commissario al ladruncolo che una sola cosa contraddistingue il vero professionista dal dilettante – semplicità e rapidità di esecuzione. E come scrittore esperto nel genere criminale avevo capito la dinamica del furto in una ventina di minuti. Ma la cassaforte era stata ormai ripulita. Il manager dello Sheraton che parlava tedesco risolse la situazione con aplomb: la dichiarò impossibile.

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Quando dissi al manager che lui ci considerava al pari dei criminali e noi di conseguenza lo vedevamo come un truffatore, si mise a ridere. Arrivarono alla fine i poliziotti e risero anche loro.

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Pochi giorni dopo il manager dell’hotel si suicidò e in giro si diceva che non era riuscito a gestire le rivendicazioni sindacali per gli stipendi ai suoi dipendenti. Smisi di scrivere: non tanto per paura quanto per la tremenda sensazione che è veramente difficile non dire la verità.

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E giacché i soldi che ci furono rubati erano quelli della Temple University che dovevano bastare per il ritorno a Philadelphia, posso dire in buona coscienza che non solo mi sono guadagnato il dottorato honoris causa, ma che ho pagato per averlo.

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Gli Stati Uniti sono una formazione instabile. Non la si può paragonare alla piramide dei maya o dei sovietici. È come un paesaggio reso convulso da eruzioni e coperto da torrenti di lava. Vicino al cratere principale, esplodono coni vulcanici facendo aprire crateri secondari. Tutto scivola sopra tutto e dentro tutto.

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Negli Stati Uniti, lo stato ha attratto la società verso la guerra in Vietnam e la società ha attratto lo stato nel caos.

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Evidenza clinica per l’URSS: arteriosclerosi. Per gli USA: tumore.

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Certo è una prognosi all’umor nero. Comunque in entrambi gli imperi vi sono raggi di luce. In URSS la gente è stata istruita e magari un giorno spezzeranno le loro catene dogmatiche. La tendenza all’autocritica è netta anche negli USA: intellettuali in allarme, giovani che incominciano a usare la testa, omicidi politici che hanno scosso la nazione – tutto sfortunatamente così in superficie.

Friedrich Dürrenmatt

*traduzione di Andrea Bianchi

**In copertina: Friedrich Dürrenmatt in piscina, 1979

 

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