15 Ottobre 2019

Nick Cave ha vinto i demoni della sofferenza, ha saputo rigenerarsi, perché solo la poesia salva. Su “Ghosteen”, un grande album, un diario d’amore

C’è un mestiere che è il più difficile, che ha una grana romantica ma contorta, che porta assetto ed equilibrio spezzando i contorni degli stessi, che vince i “vincitori”, che segna una strada per aprirne centomila. Chi sorregge la grazia ha il potere di erigere la storia.

Ed è come una preghiera, un’infinita lunghissima preghiera il nuovo doppio disco di Nick Cave con i Bad Seeds, si chiama Ghosteen, uscito per ora in streeming e download, in vinile e Cd uscirà l’8 novembre.

È la diciassettesima produzione con la sua band storica e il 17 è il numero dell’arte e non è un caso, perché nulla è un caso per Cave.

*

Un lavoro che tutti stavamo aspettando di un artista ritrovato, di un artista rinato che ha saputo rigenerarsi dalle ceneri della sua sofferenza, dopo la perdita di Arthur, suo figlio, avvenuta nel luglio del 2015.

A quattro anni di distanza Nick ci racconta della sua storia personale con un lavoro incredibile che arriva dritto all’anima, lasciando i suoi inferni alle stelle, lui, un’icona drammatica ed epica della musica più oscura e di quella New Wave evocativa e nera come la pece, come il suo diamante Murder Ballads, il disco che l’ha reso monumento indiscusso, sacerdote e vampiro.

Questa volta ci regala un disco che evoca il Paradiso, la copertina ce lo racconta, in un’atmosfera sognante dove c’è tutto un bestiario, dal fenicottero rosa, al leone, con innumerevoli farfalle, ma nel centro c’è lui, l’agnello bianco, nell’Antico testamento simbolo del sacrificio, come nel rito perenne della resurrezione, agnello sacrificale di generazione in generazione, e forse è il protagonista tanto caro a Nick e a Susie, la sua splendida moglie.

*

Ed ecco l’assoluzione di Cave, che ci ricorda come siano vicine le due sfere dell’essere umano, la vita e la morte, e dove la distanza si accorcia e si autodistrugge attraverso un sentiero che ricorda il grande cerchio dell’esistenza. Otto tracce nel primo disco e tre nel secondo, in due, Ghosteen e Hollywood, lunghi mantra di più dieci minuti, un accorato richiamo all’amore supremo, come se Cave avesse portato le mani al cielo per richiamare la pace e la poesia dell’equilibrio e dell’empatia, a lui oggi tanto care.

La sua voce vibra e vince gli spazi e diventa un richiamo, un’evocazione, e in Waiting for you arriva al cuore e ci racconta di tutti noi, della nostra fragilità e della potenza di una quotidianità che ci è comune, alla quale ci dobbiamo adattare.

Oggi Nick Cave è realmente tutti noi, nella sua accorata speranza di vincere i demoni della sofferenza e questo straordinario racconto in musica è il diario di un amore, e quindi sia la forza dell’eternità del sentimento più bello del mondo a vincere sulla vita e sulla morte, perché la morte si può vincere, e gli spazi tornano ad essere solo pause come i filari degli alberi.

Ce l’ha fatta anche questa volta Cave, creando un disco più essenziale e comprensibile anche a chi lo conosceva poco.

*

Ci sono maestri supremi che ci indicano con la poesia come si può sopravvivere anche ai fatti più gravi dell’esistenza, e che le strade della sofferenza possono essere più delicate, ed è con questo disco che ci ricorda che l’arte è il più bel romanzo dell’esistenza e che noi tragicamente e romanticamente ne siamo i protagonisti.

Lui e la moglie Susie ci hanno insegnato lo splendore di un amore tra divini, lui una delle più belle voci del mondo, lei un’icona glam, una stilista, una donna amata, nella loro somiglianza, che li accomuna anche nelle caratteristiche fisiche, perché quando ci si ama alla fine ci si assomiglia anche nei tratti.

Ha vinto l’arte in questo amore, e con grande gioia sia un accorato ringraziamento a quest’opera che per paradosso ci regala la vita e diventa un capolavoro che rimarrà nella storia della musica.

Siano i poeti a salvarci dalle sofferenze terrene, e siano le stelle ad illuminarci il cammino. Bentornato Nick!

Elisabetta Fadini

Gruppo MAGOG