“Nel terreno della supplica”. Leggere Eliot per scampare al pantano del nostro tempo
Politica culturale
Daniele Gigli
Sono tempi duri qui in Italia. Tempi brutti. Non è solo il ritorno del fascismo, evocato a ogni battito di ciglia dai leader di sinistra. Altri terribili ritorni potrebbero farci sprofondare in un passato che speravamo di avere lasciato per sempre alle nostre spalle.
1. Il ritorno di Pennywise. Il clown divoratore di bambini abita a Derry, una cittadina del Maine, negli Stati Uniti, ma è odiato dai suoi concittadini, e se gli giungerà notizia che in Italia accogliamo tutti, mostri compresi, potremmo ritrovarcelo nel tombino sotto casa da un giorno all’altro.
Un pericolo ignorato da D’Alema, che ha dichiarato: “Anche i comunisti mangiavano i bambini. Pennywise è solo un compagno che ha sbagliato”.
2. Il ritorno dei pantaloni a zampa di elefante. Erano usati dagli hippie figli della buona borghesia italiana degli anni ’70, ragazzi che compravano gli spinelli con la paghetta dei genitori e avevano il mito del Che, ma poi, d’estate, rinunciavano al viaggio a Cuba per andare in Costa Azzurra sullo yacht del papi a scrivere pamphlet comunisti contro i ricchi.
Ferma opposizione della Boldrini che ha tuonato: “È vergognoso uccidere degli elefanti e mutilarli delle zampe per produrre pantaloni”.
3. Il ritorno dei Pooh. Sono sempre tra noi, semplicemente smembrati, e per questo fanno ancora più paura. L’esibizione urlata di Roby Facchinetti al recente Festival di Sanremo ha confermato il detto: “L’acuto di un Pooh a Sanremo può provocare un uragano dall’altra parte del mondo”.
Viola Carofalo di Potere al Popolo ha dichiarato: “Sono stufa di ascoltare artisti che dovrebbero contribuire alla rivoluzione prima di scrivere canzoni. Quando canta Ivan Della Mea?”.
4. Il ritorno del Mostro di Firenze e dei Compagni di merende. Agivano negli stessi luoghi battuti dalla combriccola fiorentina del “Giglio Magico”, ma piuttosto che accaparrarsi ministeri, partecipate e segreterie, preferivano dedicarsi al culto della patonza. Per loro, fottere era meglio che comandare, fino a quando un comandante dei carabinieri li ha fottuti. Un ritorno è paventato da chi non crede che un gruppo di buzzurri fosse al centro di un intrigo sanguinolesco che ha attirato nella campagna toscana schiere di cronisti e fotografi da tutto il mondo.
Renzi si è difeso: “È il solito complotto contro il Pd e la città di Firenze. Pietro Pacciani non ha mai avuto una banca, di cosa mi accusate?”.
5. Il ritorno di Lassie. È uno dei punti fermi del programma del Movimento Animalista di Michela Vittoria Brambilla, che si propone anche di fare diventare Rin Tin Tin un cane pacifista, liberare Titti dalla gabbia, garantire un alloggio dignitoso al topo Jerry, risvegliare l’autostima delle oche che vengono allevate da Nonna Papera. Sono interventi mirati a rilanciare il pil della vecchia fattoria, ma trovano l’opposizione di quei politici che, all’interno della coalizione di centrodestra, hanno incentrato la campagna elettorale sullo slogan: “Prima gli umani”.
Bersani ha convocato una conferenza stampa per difendersi dalla vecchia accusa di volere smacchiare il giaguaro: “Era solo una battuta, come dire che a tirare il gomitolo al gatto delle nevi si finisce per insegnare il tango alle giraffe, ci siam capiti?”.
Francesco Consiglio