22 Novembre 2024

“L’editoria italiana non cerca scrittori, ma fenomeni da baraccone”. Dialogo con Gordiano Lupi

Qualche tempo fa mi sono imbattuto casualmente sul sito della rivista letteraria Il Foglio Letterario. Ho scambiato così qualche mail col suo direttore, parlando di una mia recente pubblicazione sul mondo della poesia e dell’editoria contemporaneo.[1] Qualche tempo dopo mi vedo recapitare dal postino un plico contenente due libretti. Erano di Gordiano Lupi, direttore appunto di quella rivista dal 1999 ma anche autore, traduttore e piccolo editore toscano (Edizioni Il Foglio).

Quei libretti sono dei pamphlet, acidi e piuttosto divertenti, che si rivolgono al mondo letterario-editoriale italiano contemporaneo, uno dei quali casualmente avevo provato a reperire qualche settimana prima del nostro scambio. Sto parlando di Quasi quasi faccio anch’io un corso di scrittura (Stampa Alternativa, 2004) e Velina o calciatore, altro che scrittore! (Historica, 2010), testi che, spulciando con un po’ di impegno sui vari store online, sono ancora acquistabili (se non nuovi di seconda mano).[2]

Forse un po’ per ricambiare il gesto di generosità, ma anche per il contenuto dei testi che per me è stato stimolante, ho deciso di fare quest’intervista all’autore. Mi sembrava in qualche modo ingiusto, nonostante siano passati diversi anni dalla loro pubblicazione, non valorizzare con qualche riflessione più approfondita il coraggio di certe idee, e perché no anche l’acrimonia, quasi sempre a dire il vero smorzata dall’autoironia, con cui sono espresse, atteggiamento che credo sia comprensibile pensando al duro lavoro di un piccolo editore (e autore) che cerca di valorizzare la scrittura e farsi strada nel mondo editoriale di oggi fuori da logiche di appartenenza o prettamente commerciali. In questi due libri Lupi fa spesso riferimento a scrittori tuttora operanti (ma anche ad alcuni scomparsi, forse fortunatamente, dalla circolazione libraria) che allora erano, almeno alcuni, sulla cresta dell’onda, e quindi più attuali. Ciò tuttavia non rende meno interessante la lettura, perché certamente gli strali che l’autore scaglia verso alcuni scrittori di narrativa che andavano per la maggiore o che si stavano imponendo quindici o vent’anni fa avrebbero la stessa ragion d’essere se scagliati verso altri autori più in auge oggi. Ma cominciamo dunque.

Ciao Gordiano. Intanto ti chiederei brevemente di presentarti, per poi parlarci della tua esperienza di scrittore, che credo preceda quella di editore. Come sei arrivato alla scrittura, a partire da quali basi di letture e attraverso quali esperienze personali?

Scrivo da sempre, ma pubblico dal 1997. La Casa Editrice nasce nel 1999, dalla rivista “Il Foglio Letterario”, ancora attiva on line (www.ilfoglioletterario.it) e dalla passione di un gruppo di scrittori, in un primo tempo locali, quindi nazionali. Sono un lettore onnivoro di basi classiche, aperto al nuovo, vado da Pasolini a Murakami, da Cassola a Cabrera Infante, da Pavese a Zoé Valdés. Basta che sia buona letteratura. Amo molto la poesia italiana e ispanica (che traduco).

Lui è Gordiano Lupi

Quali sono gli autori che hai più apprezzato o da cui ti sei sentito più influenzato nella tua esperienza di lettore prima e di scrittore poi?

Pasolini torna sempre nelle cose che scrivo (ho persino scritto un libro sul suo cinema), forse perché ho letto e visto tutto del nostro più grande autore del Novecento. Non sono da meno autori come Caproni, Pavese, Cabrera Infante, Zoé Valdés, Felix Luis Viera, Virgilio Piñera, Nicolas Guillén (gli ispanici citati sono autori che ho tradotto e che mi sono rimasti appiccicati come una seconda pelle).

Cosa cercavi e cosa cerchi in genere nella lettura di un libro, che si tratti di narrativa, poesia o saggistica?

Cerco la vita, l’essenza profonda della vita. A volte cerco me stesso nelle parole degli altri. Non cerco la trama, il plot, la sceneggiatura (per quello c’è il cinema), cerco soprattutto la letteratura. Per la saggistica voglio che sia popolare, divulgativa, comprensibile a tutti, così come cerco di scriverla.

Quale è stata la tua esperienza di aspirante scrittore, nel momento in cui hai deciso di scrivere e di proporre i tuoi testi per la pubblicazione? In che tipo di editori ti sei imbattuto?

Il primo in assoluto fu uno sfacciato editore a pagamento di Piombino (Tracce Edizioni) che aveva fama di essere impegnato e amante della letteratura. Va da sé che fu una delusione. Ho avuto editori veri come Mursia, Sur di Minimum Fax e Rizzoli (come traduttore), La Stampa di Torino, Stampa Alternativa, Acar, Historica di Giubilei, Rusconi, Olimpia, Sered (edicola), Bastogi. Ho ancora rapporti con alcuni di loro. Rusconi ha in catalogo il mio unico libro che ha venduto molte copie (Serial Killer Italiani): uscito da circa 20 anni, ha superato le ventimila copie.

Cosa ti ha insegnato l’esperienza di aspirante scrittore che si interfaccia col mondo editoriale italiano?

L’editoria italiana non fa scouting, non cerca scrittori ma fenomeni da baraccone, gente disponibile a girare il mondo per presentare un libro (ergo uno che non lavora), persone che calpesterebbero anche la madre pur di fare successo. Non è facile entrare in quel mondo, ma se ci sei dentro devi comportarti come fanno tutti, pena la sconfitta.

Cosa pensi delle scuole di scrittura creativa e della critica letteraria, verso cui spesso ti scagli (a mio avviso a ragione) nei tuoi libri?

Tutto il male possibile. Le scuole di scrittura sono inutili e sfornano scrittori inutili, dallo stile piatto e uniforme. La critica letteraria è ridicola, molto spesso scrivono recensioni gli scrittori; cosa ancora peggiore: chi fa il critico vorrebbe pubblicare, ergo deve esaltare ogni cosa inutile edita dal possibile datore di lavoro. Oggi come oggi affido le mie invettive a un fumetto che ci siamo inventati con Enrico Guerrini (disegnatore), intitolato Lo scrittore sfigato. Libri su questo tema no, non ne faccio più, sono stufo.

Quando e come è nata l’idea di fondare una piccola casa editrice che, lo ricordiamo perché credo sia molto importante, oggi ha più di vent’anni di vita?

Il Foglio Letterario Edizioni (www.ilfoglioedizioni.com) ha 25 anni di vita; nata nel 1999, il 20 dicembre prossimo, nella Sala Consiliare del Comune di Piombino, ne festeggeremo il compleanno. Siamo nati sulle ceneri di due scrittori locali: la poetessa Maribruna Toni (abbiamo pubblicato la sua opera omnia) e lo scrittore Aldo Zelli, poi ci siamo allargati: da una piccola rivista abbiamo fondato una casa editrice nazionale che ha superato i mille titoli in un quarto di secolo.

Ci racconti brevemente le vicissitudini delle Edizioni Il Foglio? Come si fa a metterne in piedi una casa editrice, che tipo di difficoltà hai incontrato nel tuo percorso e quali le principali soddisfazioni?

Ci vorrebbe un libro. Dico solo che tutto è nato per caso, poi l’appetito vien mangiando, le nostre passioni sono diventate collane editoriali e abbiamo cominciato a pubblicare Narrativa, Poesia, Saggistica  Cinematografica e Musicale. Abbiamo persino una collana universitaria di sociologia e politica diretta da Carlo Gambescia, ma per restare popolari abbiamo una sezione Fumetto… E poi ci sono gli scrittori cubani che traduco, un’intera collana è dedicata alla poesia ispanica. Abbiamo occupato alcune nicchie di mercato, perché è inutile fare le stesse cose dei grandi editori. Per esempio, nel Cinema sono molte le soddisfazioni, non ultima quella di aver venduto alcuni nostri libri in Spagna e di essere distribuiti in tutto il mondo con gli e-book di Casalini/Torrossa che portano la nostra saggistica nelle Università e nelle Biblioteche del mondo. Poi ci sono gli scrittori che pubblicano con noi e che fanno successo. Ce ne sono stati diversi, uno addirittura finì undicesimo al premio Strega (nel 2003, con noi!) e passò a Bompiani, altri sono approdati a case importanti, ma una caratteristica li accomuna: si dimenticano delle loro origini, non è figo dire di essere stati scoperti da Gordiano Lupi. Non faccio nomi, come loro non fanno mai il mio.

Che tipo di scrittori cercate per la pubblicazione? Che caratteristiche devono avere da un punto di vista artistico?

Scrittori che abbiano un solido bagaglio culturale, la valutazione del testo viene fatta con riferimento a significato e significante, a contenuto e forma, soprattutto cerchiamo narrativa legata al nostro territorio, preferibilmente non cose “di moda” come fantasy e giallo.

Secondo te, esistono ancora in Italia i piccoli o grandi editori di qualità? Cosa la tua casa editrice può proporre di diverso rispetto ad altri editori?

Piccoli editori di qualità certo che esistono, ma sono pochi e un autore deve guardarsi intorno. Di editori basta che sia, invece, è pieno il paese; solo a Piombino (casa mia) ce ne sono due (oltre a noi, che ci pensiamo diversi). Grandi editori di qualità: cito per tutti Adelphi e Guanda. La nostra casa editrice propone sincerità e un rapporto paritario di impegno nella promozione del libro, senza promettere una luna impossibile da ottenere. Prendo solo autori disponibili ad accettare un discorso concreto.

Qual è oggi la tua preoccupazione più grande come autore e come editore, e quali prospettive vedi per la tua casa editrice?

Per la mia casa editrice le prospettive sono solo quelle di lavorare nel piccolo e non avere ambizioni di grandezza, pena la scomparsa. Per il mondo editoriale il futuro non è roseo, perché pubblicare spazzatura o chiudere fa lo stesso, anzi, forse è meglio la seconda opzione.

Vuoi lasciarci un’ultima considerazione, qualcosa che magari avresti voluto dire ma non ti ho chiesto?

Aggiungo una postilla. La mia non è né rabbia né invidia, come molti pensano. Il mio è sano realismo. E quando parlo di scrittori inutili che ci circondano (e che cerco di non leggere) uso il sarcasmo e l’ironia toscana come armi di difesa. Non meritano la mia rabbia, soprattutto non meritano l’invidia che provo solo quando leggo uno scrittore vero. Invidio Proust e la sua capacità descrittiva, mica Aldo Nove.

Marco Nicastro

*In copertina: un disegno di Roland Topor


[1]     Marco Nicastro, Poesia in (s)vendita. Saggi irriverenti sulla poesia, l’editoria e la critica letteraria in Italia, Ladolfi Editore, 2024.

[2]     A questi si deve aggiungere, a completamento del trittico, Nemici miei. Consigli utili per difendersi da scrittori, editori e giornalisti inutili (Stampa Alternativa, 2005).

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