Giancarlo Pontiggia ha scritto ‒ tra l’altro, nel tempo ‒ una bella (per non dire, strepitosa) raccolta di poesie che si intitola Bosco del tempo. E sembra proprio, leggendola, d’inoltrarsi nell’ombra fresca e sicura di una foresta che tutto può regalare e farci scoprire. Se non fosse che ‒ appunto, continuando a leggerla ‒ ci si imbatta in verità ed eclatanti semplicità da amare, forse, ad ogni costo.
Come si può, del resto, rimanere indifferenti a versi come questi?
Pensavo parole volanti, frecce
Pensavo parole volanti, frecce
dal leggero impennaggio,
o palloni in fuga, alianti
come foglie, sotto un palo lontano.
Non sapevo che sarei fatto terzino
di una squadra in affanno, assediata
dall’ombra, dal tempo, dal fiele
di una storia avara, immerdata.
Lettore giovane e ardente,
prendi nota del tuo destino.
La vita è in agguato, sempre,
sulle strade del nostro cammino.
Oltre alla bellezza o a un appiglio, il poeta ci offre un consiglio. Dunque, non importa essere poeti o scrittori, lettori o chicchessia. La vita, che ci dona e toglie in continuazione il respiro che è il motore acceso del nostro cuore, è sempre in agguato. Il monito quindi vale per tutti, persino per il poeta che dischiude verità: chiunque tu sia, ora, lettore improvvisato e improvvido di questi versi, sappi che dovrai conoscere a poco a poco il tuo destino e farne tesoro. Poiché “La vita è sempre in agguato/ sulle strade del nostro cammino.ˮ
Giancarlo Pontiggia, in questo libro è come se ci prendesse per mano. È un lettore «benigno e sperduto» quello che viene evocato e invocato: un lettore capace di devozione, di ardore, di smarrimento. L’autore gli si rivolge appunto fraterno, con una voce ora arcana e ora mite, ora dolce e ora affilata, proponendogli un itinerario di conoscenza che ha soste ma non momenti di fiacca, e che procede per verticali accensioni liriche e pacate riflessioni elegiache.
Insomma, per dirla con Giuseppe Conte, il poeta è persino cantore del destino, il quale ci accompagna (consenzienti o meno) verso l’ignoto della vita; eppure così bella e sempre in agguato questa vita, non appena giriamo l’angolo di qualsivoglia nostro sentiero intrapreso.
Non viene così aggiunto altro. Spetteranno a noi le scelte definitive. E non sapremo mai in anticipo se ciò che faremo e sceglieremo sarà poi l’opzione giusta. Ma è proprio di questo che noi, viaggiatori ignoti nel tempo e del tempo, dovremo prendere nota. Ovvero, di un destino che ci riguarda e forse, quasi ci accompagna, incoraggiandoci all’azzardo di qualcosa a noi perfino sconosciuto, quanto reale e vero.
Giorgio Anelli