30 Novembre 2017

“Dille che la amo, dille di scrivermi”: 1918, Milano, le lettere d’amore di Hemingway alla sua prima ‘cotta’

A Ernest Hemingway piaceva tanto la musica. Gli piacevano, altrettanto, gli amori dissonanti. Flirtando con Marlene Dietrich, ad esempio, con fantomatica voluttà, scrisse, “siamo vittime di una passione non sincronizzata”. Afflitto da una ‘disperata vitalità’, Hemingway, figlio di una maestra di canto – ancora, la musica… – che lasciò i sogni di gloria per accudire la gloriosa famiglia, ebbe una cotta per una giovane cantante, Frances Coates.

Coates
La ‘cotta’ giovanile di Hemingway: Frances Coates

“Era come se un fulmine avesse colpito il giovane Hemingway, proprio lì, nella fossa dell’orchestra. Anche se la diciassettenne Frances Coates aveva il ruolo di ‘terza serva’ nella recita scolastica, il suo breve assolo ebbe un impatto definitivo sul sedicenne Hemingway, che suonava il violoncello e la fissava, estatico”, ci racconta Robert K. Elder, esegeta della biografia hemingweyana, autore di Hidden Hemingway (2016), cui è legato un sito fatto piuttosto bene, ricco di mirabilie per i fan del più influente scrittore statunitense del Novecento (compresa la radiografia dei suoi dentini…). Della bella Frances (labbra carnose, visino illuminato da micidiali rivelazioni, fronte ampia e boccoli a go-go: così la narra una fotografia d’epoca) sapevamo abbastanza grazie a Fernanda Pivano, che nel ‘Meridiano’ Mondadori che colleziona Tutti i racconti di Ernest censisce, anno di grazia 1916: “[Hemingway] si appassiona ad andare in barca la notte sul lago, a volte con la sua seconda ‘ragazza’, Frances Coates”. Insomma, dopo le prove canore ci sono quelle amorose. Tuttavia, a dire di Elder, “Hemingway non si fidanzò mai con la Coates, ha conservato la sua ‘cotta’ per anni, portandola in giro per il mondo”. La ‘cotta’ ritorna, prepotente, ad esempio, durante la Prima guerra, quando, su carta intestata ‘American Red Cross’, Hemingway scrive alla sorella, “Chiama Frances Coates e dille che tuo fratello è in punto di morte. E dille che mi scriva. Dille che la amo o qualsiasi altra dannata cosa”. Frances obbedì al richiamo del pietoso. “Ero curioso di sapere che sapore avesse, come fosse la tua calligrafia… la tua è una lettera indicibilmente bella…”, cinguetta lui, rispondendo a lei. Hemingway e Frances amoreggiarono per lettera fino agli anni Trenta. Pare che da ragazzino il macho Hemingway non abbia avuto il coraggio di invitare Frances a ballare con lui. L’articolo pubblicato recentemente da Elder sulla Paris Review fa leva su due cose. Intanto, le due lettere autografe di Hemingway (che si firma Ernie) inviate a Frances Coates il 29 luglio e il 15 ottobre del 1918, da Milano, vanno all’asta da Sotheby’s, New York, il prossimo 11 dicembre. Base d’asta: tra i 20mila e i 30mila dollari. Secondo: Elder, spulciando tra gli archivi impolverati di casa Coates, ha rinvenuto alcuni nastri che registrano la voce di Frances. La voce che ha mandato in estasi Hemingway, e che ora, debitamente sbobinata, possiamo ascoltare, con il voyeuristico intento di rivivere gli amori del geniale, vitalista, affamato di baci Ernest. Frances “continuò a studiare canto alla Northwestern University, e a cantare per tutto il paese. Nel 1941 un giornale del Michigan parla del ‘noto soprano’. Si è esibita nei dintorni di Chicago e di Washington D.C. Nel suo archivio risaltano due inviti alla Casa Bianca, ma non sappiamo se ci sia stata e se lì si sia esibita”. Nel 1941 Hemingway ha appena pubblicato Per chi suona la campana, ha impalmato la giornalista Martha Gellhorn, da cui divorzierà nel 1945, è a Los Angeles con Gary Cooper e Ingrid Bergman a lavorare alla riduzione cinematografica del suo romanzo, in sala nel 1943. Altre storie, altra vita.

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