“Mi faccio carico di tutto ciò che è osceno”. Nel sangue di Nitsch
Arte
Dejanira Bada
No, nessuno sta scrivendo che Sanremo 2019 è stato vinto da un rapper di nome Mahmood. Tutti stanno scrivendo che a vincere è stato un italo-egiziano di nome Mahmood. E a farlo sono soprattutto i giornali di sinistra, che stanno strumentalizzando la sua vittoria per dar contro a Salvini. (A parte che per far rodere Salvini bisognava far vincere Achille Lauro, il Sid Vicious de’ noantri!)
Non ci sarà mai integrazione se si continuerà a sottolineare in questo modo le differenze. Chi se ne frega se Mahmood è mezzo nordafricano! Ha vinto la canzone? Non credo proprio. Per il pubblico il vincitore è sempre stato Ultimo, e infatti durante la conferenza stampa il cantante si è dimostrato molto arrabbiato con i giornalisti, dichiarando: “Sono contento che abbia vinto quel ragazzo…”, e già qui è stato attaccato da tutti e fischiato solo per aver detto ragazzo; poi ha proseguito così: “Perché, Mahmood non è un ragazzo? Non si può dire? Sai che c’è, voi giornalisti avete questa settimana per sentirvi importanti e poi dovete sempre rompere il cazzo”.
Questa mattina tuonano titoli vergognosi: Corriere della Sera: “La vittoria del ragazzo italoegiziano dimostra che, se vengono governati, i processi migratori sono un plus per l’Italia. Come in Gran Bretagna, Germania e Francia. Ci vogliono più Mahmood: l’inevitabile integrazione che arricchisce il Paese”; La Repubblica: “Ad essere andata in scena è stata la realtà. Una realtà che è addirittura migliore dell’immagine del Paese che vediamo ogni giorno. L’Italia di Sanremo non è isolazionista né respingente”.
E poi si chiedono perché la sinistra si è scavata la fossa da sola.
L’inclusione dov’è se la discriminazione inizia nel sottolineare una diversità da usare come arma da taglio?
Mahmood ha la madre sarda e il padre egiziano. E allora? E Salvini ha detto che avrebbe preferito la vittoria di Ultimo. E allora?
Poi certo, anche molti altri hanno cavalcato l’onda. Mariagiovanna Maglie su Twitter ha addirittura scritto: “Un vincitore molto annunciato. Si chiama Maometto, la frasetta in arabo c’è, c’è anche il Ramadan e il narghilè, e il meticciato è assicurato. La canzone importa poco. Avete guardato le facce della giuria d’onore?”.
Tutti hanno cavalcato l’onda, appunto, e il povero Mahmood è stato triturato senza pietà.
Insomma, è palese che sono stati i giornalisti i veri razzisti che hanno fatto sentire le diversità. Un po’ come quelli che per dichiararsi contro l’omofobia dicono di avere un sacco di amici gay.
C’è chi dice che sia stata proprio la giuria radical chic a far vincere il “ragazzo italo-egiziano”, e magari pure con lo zampino di Baglioni.
Quello che è certo, è che in tutto questo nessuno sta parlando della canzone di Mahmood, che ormai è nient’altro che una vittima strumentalizzata politicamente. Infatti la sua faccia sul palco, quando l’hanno proclamato vincitore, parlava da sola: era talmente stupito di aver vinto, da guardarsi intorno con l’aria di chi si aspetta da un momento all’altro che qualcuno gli dica che c’è stato un errore.
No, Mahmood non hai vinto il Festival di Sanremo, e quello che ti hanno fatto ha dell’osceno.
Dejanira Bada