04 Novembre 2023

“Sento il secolo correre accanto al mio destino”. Una poesia di Marceline Desbordes-Valmore

Ritorno a tradurre e lo faccio con una poesia di Marceline Desbordes-Valmore, poiché in essa è presente il desiderio del sogno, quel motore che, insieme al tamburo del cuore, ci permette di ballare al ritmo di un ideale. Cosicché anch’io, desideroso di folla e di immenso silenzio, possa ritrovare il timbro e la cadenza per proseguire il cammino in poesia come nella vita.

Per questo il mio augurio è che ciascuno di voi ‒ carissimi lettori ‒ possa ritrovare e dissotterrare la speranza ‒ bellissima chimera, o sogno nel passato infranto ‒ quella speranza nascosta, affinché tutto ridia vigore e vita, qualsiasi circostanza state attraversando.

Il nido solitario

Vai, anima mia, al di sopra della folla che passa,
Come un uccello libero sprofondati nello spazio.
Vai a vedere! e torna solo dopo aver toccato
Il sogno… il mio bel sogno nella terra nascosto.

Io, io voglio il silenzio, è in gioco la mia vita;
E mi chiudo dove niente, niente mi ha più seguita;
E dal suo angusto nido da cui non esce singhiozzo,
Sento il secolo correre accanto al mio destino.

Il secolo che fuggì rombando davanti alle nostre porte,
Trascinandosi nel suo corso, come alghe morte,
I nomi insanguinati, i voti, i giuramenti vani,
I mazzi di fiori puri, legati con nomi dolci e affascinanti.

Vai, anima mia, al di sopra della folla che passa,
Come un uccello libero sprofondati nello spazio.
Vai a vedere! e torna solo dopo aver toccato
Il sogno… il mio bel sogno nella terra nascosto.

Andiamo dunque a vedere dove possa essersi nascosto il nostro sogno. Torniamo a stanarlo; se non sia addirittura lui stesso a stanarci. Abbiamo il coraggio di ritrovare noi stessi, la nostra passione: quel fuoco terreno e duraturo che forse, in un lontano passato, qualcuno (se non noi stessi) ha tentato di soffocare. Torniamo ‒ ma davvero, lo dico sul serio! ‒ a incendiare il mondo. Occorre una scintilla, un guizzo iniziale: la galaverna che, sciogliendosi in rugiada, possa rianimare nell’istante lo stelo del fiore.

Giorgio Anelli

Gruppo MAGOG