
“Meridiano di sangue”: viaggio agli inferi della coscienza occidentale
Letterature
Andrea Falco Profili
Con questa intervista Gabriele Galloni avvia per “Pangea” la rubrica “Sentinelle”, un regesto della poesia italiana contemporanea, che spesso va cercata nei luoghi ignoti. Il tentativo è quello di far parlare i poeti del proprio lavoro, di esporne le ispirazioni.
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Michela Zanarella è nata a Cittadella (PD) nel 1980. Dal 2007 vive e lavora a Roma. Ha pubblicato le raccolte di poesia: Credo (2006), Risvegli (2008), Vita, infinito, paradisi (2009), Sensualità (2011), Meditazioni al femminile (2012), L’estetica dell’oltre (2013), Le identità del cielo (2013), Tragicamente rosso (2015), Le parole accanto (2017), L’esigenza del silenzio (2018). In Romania è uscita in edizione bilingue la raccolta Imensele coincidenţe (2015). Negli Stati Uniti è uscita in edizione inglese la raccolta tradotta da Leanne Hoppe “Meditations in the Feminine”, edita da Bordighera Press (2018). Autrice di libri di narrativa e testi per il teatro, è redattrice di Periodico italiano Magazine e Laici.it. Le sue poesie sono state tradotte in inglese, francese, arabo, spagnolo, rumeno, serbo, greco, portoghese, hindi e giapponese. Ha ottenuto il Creativity Prize al Premio Internazionale Naji Naaman’s 2016. È ambasciatrice per la cultura e rappresenta l’Italia in Libano per la Fondazione Naji Naaman. È speaker di Radio Doppio Zero. Socio corrispondente dell’Accademia Cosentina, fondata nel 1511 da Aulo Giano Parrasio. Collabora con EMUI_ EuroMed University, piattaforma interuniversitaria europea, e si occupa di relazioni internazionali. È Presidente della Rete Italiana per il Dialogo Euro-Mediterraneo (RIDE-APS), Capofila italiano della Fondazione Anna Lindh (ALF).
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Meditations in the feminine, pubblicato dalla newyorkese Bordighera Press, è un traguardo importante nella tua carriera di autrice. Parlaci del tuo percorso poetico.
Si, questo nuovo libro in edizione bilingue, italiano-inglese, è arrivato dopo alcuni anni di lavoro della mia traduttrice americana Leanne Hoppe. Un traguardo inaspettato, devo dire. Leanne mi contattò tramite mail, dopo aver letto alcune mie poesie sul mio blog personale. Mi disse che facendo una ricerca in rete sui poeti contemporanei italiani trovò anche il mio nome. Rimase colpita dalla mia scrittura e decise di scrivermi. Stava concludendo un dottorato alla Boston University. Dopo una fitta corrispondenza, venne in Italia a conoscermi. Da lì l’idea di lavorare alla traduzione di uno dei miei libri pubblicati in Italia. Scelse tra i tanti Meditazioni al femminile che pubblicai nei 2012. Una raccolta molto significativa per il mio percorso. Donatella Bisutti e il giornalista Giuseppe Neri curarono prefazione e introduzione. Non avrei mai pensato che la mia poesia potesse arrivare negli Stati Uniti. Grazie al lavoro di Leanne, ho avuto la possibilità di conoscere l’editore, Bordighera Press, una realtà editoriale che vanta quasi trent’anni di storia. La casa editrice è specializzata in poesia italo americana, ma con un occhio anche alla saggistica e alla letteratura. Nella mia stessa collana ci sono nomi prestigiosi della letteratura italiana come Dacia Maraini, Paolo Ruffilli, Silvio Ramat, Gina Lagorio e pochi altri. Questa raccolta segna per me una tappa importante, non lo considero certo un arrivo, ma un punto di partenza per continuare a crescere e migliorare. Ho iniziato a scrivere nel 2004, ma il mio esordio in poesia risale al 2006 con la prima pubblicazione: Credo. Da allora la mia poesia è cambiata molto. All’inizio ero inesperta, acerba, timida. Se dovessi valutare ora le poesie di quel libro, le definirei piuttosto elementari. Comunque, ammetto che leggere tanta poesia, in particolare dei grandi poeti, mi ha aiutato a capire meglio cosa s’intende per poesia. Dalla prima raccolta ne sono seguite altre undici: Risvegli; Vita, infinito, paradisi; Sensualità; Meditazioni al femminile; L’estetica dell’oltre; Le identità del cielo; Tragicamente rosso; Le parole accanto; L’esigenza del silenzio; Meditations in the feminine. Imensele coincidente è uscita in edizione bilingue in Romania ed è stata un’altra esperienza significativa. Il lavoro dei traduttori in questo caso è fondamentale ed è necessario affidarsi totalmente.
I maestri vanno uccisi. Sei d’accordo con questa affermazione? E quali sono state – o sono ancora oggi – le tue guide di sentiero?
Prendo in prestito le parole di un intellettuale che amo molto: Pier Paolo Pasolini. Nel film Uccellacci e uccellini fa dire a uno dei suoi personaggi: “I maestri si mangiano in salsa piccante”. E come ha dichiarato poi l’autore di Anatomia di un istante Javier Cercas: “Non vanno semplicemente uccisi, ma cucinati e mangiati. Solo in questo modo si può acquisire la loro grandezza e digerirla per fare nascere qualcosa di diverso”. Ecco, credo che Pasolini abbia detto una grande verità. Ho sempre ammirato il suo essere anticipatore dei tempi, il suo andare in profondità nelle cose, e lo considero una delle mie guide. Ho la fortuna di vivere nel quartiere dove lui ha abitato per più di dieci anni: Monteverde. Qui è come se lui non se ne fosse mai andato: a via Ozanam una serie di gigantografie affisse alle pareti lo raffigurano. Alcuni dei suoi ‘ragazzi’, i pochi rimasti, ancora si radunano allo scrittoio di Silvio Parrello, er Pecetto, da lui citato nel romanzo Ragazzi di vita edito da Garzanti nel 1955. Ho avuto il privilegio di ascoltare dalla voce di Silvio alcuni ricordi legati alla figura di Pier Paolo: era molto generoso, forte nel fisico, coraggioso. Se da un lato era considerato scandaloso, dal punto di vista artistico era sicuramente intuitivo e geniale. Ho letto una buona parte della sua produzione poetica e devo dire che mi ha trasmesso una vitalità incredibile e allo stesso tempo una malinconica venerazione per ciò che esiste oltre. Non c’è solo Pasolini tra i miei poeti di riferimento: ho sempre amato molto anche Alda Merini, donna e autrice incredibile. Oltre alle opere dei poeti mi hanno sempre incuriosito le vicende umane, il loro modo di stare al mondo. Non posso non citare quindi Saffo, Leopardi, Morra, Ungaretti, Quasimodo, Dichinson, Baudelaire, Rimbaud. Ad alcuni di loro ho dedicato dei versi nella mia raccolta ‘Le parole accanto’ edita da Interno Poesia.
Sei molto attiva come critica letteraria; come concili questo con la tua ricerca personale? Influisce in qualche modo?
Da alcuni anni oltre a leggere e scrivere poesia, mi occupo anche di recensioni. Il lavoro di critica e analisi delle opere di altri, mi dà modo di allargare la mia visione individuale. Non è stato facile appropriarmi del linguaggio giornalistico. Lo stile e la tecnica di scrittura sono completamente diversi. Devo ringraziare molto Vittorio Lussana e Francesca Buffo, direttore e caporedattore di Periodico Italiano Magazine, che nel tempo mi hanno insegnato ad affrontare i miei limiti. Curo una rubrica letteraria sia per il mensile, sia per il sito sopra citato e Laici.it. Come ogni professione ci vuole studio, costanza e impegno. Non ci si può improvvisare. Le parole hanno un peso e un valore troppo grande e vanno utilizzate con metodo e consapevolezza. Sicuramente questo influisce anche nel mio fare poesia: ci metto più attenzione nella cura del linguaggio e nelle immagini: ascolto, osservo, rifletto.
E con la tua generazione? Che rapporti hai?
Contrastanti. Alcune volte la capisco, altre meno. Diciamo che mi trovo meglio a dialogare o con le persone più adulte o quelle più giovani, non so bene il motivo. Devo dire che questo si riflette soprattutto nella cerchia delle mie amicizie. Ho qualche difficoltà a confrontarmi con i miei coetanei. Forse perché nella vita ho affrontato delle situazioni particolari che mi hanno messo alla prova. Credo di essere cresciuta troppo in fretta, senza volerlo.
Progetti in corso e in divenire?
Sto lavorando a una nuova raccolta di poesie. Il libro è quasi pronto, ma non ho fretta di pubblicare. Mi prenderò il tempo necessario per rivederlo bene, magari anche per ripensarci. Ho molti progetti in cantiere, non solo per la poesia, anche per il teatro. Spero di riuscire a realizzare una raccolta in arabo, grazie ad un amico traduttore. Le idee ci sono. Spesso è il tempo che manca. Ma la voglia di crescere e sperimentare c’è.