I fatti. Per come mi è riuscito di ricostruirli: Fabio Volo va in palestra (ricordandomi un articolo letto di recente a firma di Ignazio Marino il quale, prima di dilungarsi sulle proposte di sinistra di cui ha bisogno l’Italia, precisa che l’ultima volta ne ha parlato con un miliardario in America all’uscita dall’università), guarda il videoclip di 7 Rings di Ariana Grande, nata nel 1993, la prende per una quindicenne che fa tanto sangue sessuale, e quando è ora di attaccare alla radio per cui lavora Volo ne parla: in qualche modo la giornata alla radio deve passare e il tema può suscitare qualche legittimo confronto, però siccome di dire “Ero in palestra e mi sono eccitato guardando il video di una cantante conciata da quindicenne conturbante” non se l’è sentita, Volo la pone così: diamine, ho delle figlie io, signori miei cosa sta diventando questa società, accidenti? Per sembrare meno invecchiato male di quanto abbia tutto il diritto di essere, usa un gergo secondo lui più moderno e più disinibito, parlando di imputtanamento e culi all’aria. Siccome in Italia stiamo come stiamo, crea una reazione di massa virtuale anche un giudizio di Fabio Volo sul video di una cantante, perciò si becca la shitstorm e gli auguri di morte per cancro a lui e alla sua famiglia. Il giorno dopo Fabio Volo, sempre in radio, prova a chiarirsi: io volevo dire una cosa carina in questi tempi di MeToo, e comunque i genitori dovrebbero insegnare ai loro figli che non si augura la morte a qualcun altro, dai.
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La mia interpretazione. Non sapevo chi fosse Ariana Grande, ma so chi è Fabio Volo, dunque sono ufficialmente un adulto, uno cioè che sa più cose del passato che del presente. Allora mi informo: mi leggo il testo della canzone di Ariana Grande, che scopro ha una pagina Wikipedia dedicata, dico proprio la canzone, non Ariana Grande; la pagina è abbondante, con più di 90 note; per dare un confronto: la ricerca immediatamente precedente fatta su Wiki è stata sullo scrittore David Szalay: due righe di biografia e fine. Il video di 7 Rings è di gennaio di quest’anno: se ne può dedurre che fino a una settimana fa Volo non andava più in palestra? Ascolto la canzone: dai, simpatica, una caricatura de “Le cose che piacciono a me”: dalle gocce di pioggia sul verde dei prati s’è passati ai diamanti e agli spumanti costosi, ma tanto, di ‘sti tempi ecocatastrofici, diventerà più esclusivo poter farsi una scampagnata all’aria aperta che prendersi una focaccina da Tiffany. Ariana Grande, popstar di grandi guadagni, è felice di spenderli per i suoi amici: beh, è carina, e se i suoi fan sono così cretini da credere stia dicendo qualcosa di sensato o di invidiabile beh, certo non sarà Ariana Grande a far rinsavire chi le assicura il profitto, lei ha fatto una canzone sull’amicizia!, un po’ come Jovanotti quando per mandare qualche messaggio ambientalistico non può far a meno di piantare un concertone in un’area naturalistica. Presentendomi un maiale, il fact-checking come l’alibi alla libido stuzzicata dal turbamento di Fabio Volo?, guardo il video, ma l’approccio umoristico è la rovina della pornografia, si sa, mentre è un toccasana per l’amore sessuale: va in onda un pigiama-party ai tempi della riccanza, con delle donne in preda alla trentina conciate come gli effetti cucciolanti alla Instagram, naturalmente tutto a favore di una ripresa, specie quando balli da sola su un tavolo in cucina, esperienza comune a tutte le solitarie nuove generazioni, altrimenti non ne varrebbe mai la noia e la fatica, e decisamente meno provocante, inteso come sessualmente volgare, di quasi tutto quello che si vede in televisione quando tratta di qualcosa condotto da qualcuno. La canzone resta oculatamente sotto i tre minuti perché i produttori musicali lo sanno che se la fai un secondo più lunga gli ascoltatori o s’addormentano o gli viene l’emicrania; è che non ci sono più abituati, poveri.
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Le conclusioni. Nei sottotesti vuoi vedere mai che i 7 rings stiano per i sette anelli del potere che, nell’opera tolkeniana, sono quelli dei nani, ovvero che Ariana Grande si professi una nana capitalista ghermita dal potere delle visualizzazioni consapevole di ballare sulle spalle di un gigante che nessuno più si ricorda chi sia o che abbia fatto? Seeee. Sciachimismo puro.
Antonio Coda