28 Febbraio 2018

I call center si portano la carta igienica da casa, mentre basta un parente buono per farsi aprire le porte del Cnr. Vogliamo Mengoli come Ministro per le pari opportunità!

Dice la Costituzione: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro…”. Dice ancora la Costituzione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge…”. Dice la Repubblica, il 21 febbraio, con Corrado Zunino, sempre lui, Super Zunino, che l’Italia ha un’eccellenza. Il Cnr di Montelibretti. Per il record dei parenti assunti. “Nella struttura più grande del Consiglio nazionale delle ricerche, alle porte di Roma, una lunghissima lista di familiari sotto contratto. Ci sono famiglie con sei membri all’interno. ‘Un lavoratore su tre è entrato così’. Il responsabile dell’Area: ‘Niente di strano, i concorsi non prevedono barriere per chi porta lo stesso cognome’”. Ovviamente: “La questione incide direttamente sulla qualità della ricerca, in declino”. Ma con una indubbia capacità di adattamento: “Per far entrare frotte di tecnici e amministrativi di famiglia, dai laboratori hanno mandato via ricercatori storici… Alla caccia del posto liberato, psicologi sono diventati tecnici informatici, medici sono stati assunti nell’area ingegneristica, laureati in Legge hanno iniziato a frequentare i laboratori di Cristallografia, laureati in Teologia sono stati affidati all’amministrazione. E chi è stato licenziato per aver vinto un concorso con titoli falsi, dopo undici giorni è stato riassunto con qualifica e stipendio irrobustiti”.

Dice il Corriere della Sera, tre giorni dopo, che i centralinisti dei call center di Taranto prendono 33 centesimi all’ora, per complessivi 92 euro mensili, che con premio possono diventare 200 euro al mese. “Quattro ore al giorno – scrivono Laura Bonani e Fabio Savelli – a vendere abbonamenti per Tim e Fastweb (‘che si dichiarano estranee alla vicenda nonostante avessero stipulato un rapporto commerciale’, aggiungono più avanti i due colleghi) in due diversi call center. Due turni: 10-14 e 14-18. Una squadra di dodici centralinisti senza uno straccio di contratto”. Con “la carta igienica portata da casa. E se si andava in bagno l’ora non veniva conteggiata”. Ecco il commento di Annapia, che ora è senza lavoro: “C’era una referente che urlava tutto il tempo incitandoci a macinare telefonate su telefonate. Insultando chi non riusciva”. D’altronde: “Il titolare del call center… risulta un nullatenente”. Dice Mengoli: “Ho una proposta per i prossimi 6 mesi. I centralinisti a Montelibretti e i parenti del Cnr nel call center di Taranto”. Dite voi: “Mengoli non è pronto per fare il ministro per le pari opportunità?”

Michele Mengoli

www.mengoli.it

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