“Non potevo vivere in nessun posto”. Dino Campana, il poeta errante
Poesia
Emiliano Cribari
Famosa per i romanzi come Memorie di Adriano, L’opera al nero, La moneta del sogno ecc., per varia prosa poetica, saggi, lavori teatrali e altro, prima donna ad accedere all’Accademia di Francia, candidata più che legittima al Nobel, Marguerite Yourcenar non ha scritto molti versi, ma la sua produzione poetica è sparsa in tutta la sua esistenza. A testimonianza di un amore e di un concetto altissimo della poesia, più volte è ritornata sui Doni di Alcippe, con ritocchi anche minimi, ma sempre precisi, in un’ansia di perfezione e di assoluto che pongono il suo lavoro fuori del tempo, in una “classicità” tutta moderna che ha pochi riscontri nella letteratura del Novecento.
Pertanto, ritrovandomi il libro di poesie tra le mani, non ho potuto fare altro che tradurre ‒ aprendo, come sempre, a caso e ingolosito ‒ i versi di Réponses:
Risposte
‒ Cosa hai per consolare la tomba,
Cuore sfacciato, cuore ribelle?
Il frutto maturo si appesantisce e cade.
Cosa hai per consolare la tomba?
‒ Ho il tesoro di essere stato.
‒ Cosa hai per sostenere la vita,
Cuore pazzesco, cuore stanco?
Cuore senza speranza, cuore senza invidia,
Cosa hai per sostenere la vita?
‒ Pietà per ciò che deve passare.
‒ Cos’hai per disprezzare gli uomini,
Cuore di ghiaccio, facile da spezzare il cuore?
Cos’hai per disprezzare gli uomini?
Cosa sei più di noi?
‒ Capace di disprezzarmi.
Il segreto della vita, dunque, sembra dirci scrivendo con una forma alta la Yourcenar, è quello di imbattersi nella vita medesima, facendosi attraversare, eppur rimanendo se stessi; avendo compassione di tutto ciò che è stato. Poiché il cuore, quel nostro tamburo che prorompe a dismisura nel petto, non ha nessun’altra arma che quella di spezzarsi continuamente nel singulto notturno dello schifo; quando, ripensando alla giornata, non rimane che un disprezzo, vero o presunto. Eppur presente.
Tuttavia, a dispetto di chi è stato e di chi sarà, la poesia ci insegna che il nome del poeta (fatidico interlocutore di sogni) continuerà a echeggiare nel tempo e nello spazio, immortale, a discapito della viltà del suo / del nostro assassino.