Sempre caro mi fu quest’ermo colle e la strada bianca che conduce al mare. Totalmente inconsapevole, infatti, l’ho imboccata senza immaginare cosa avrei trovato. Ed ecco che mi si è parato dinanzi un imponente corteo, avente come protagonisti dei pastori con le loro greggi. Una fila chilometrica di uomini e pecore, pacifici e allegri, che manifestavano armati di striscioni e fischietti. “Vogliamo anche noi i nostri diritti”, “Noi siamo più meglio degli altri”, “Non siamo studiati, ma anche noi siamo umani”, “Abbasso il fascismo, viva la zoofilia”. Incuriosito, e già fiutando lo scoop, mi sono avvicinato per fare alcune veloci interviste che vi riporto qui in breve.
“Buongiorno, Signor Pastore”.
“Buongiorno, ma lei cos’è della televisione?”.
“Perché, vede forse una telecamera?”.
“Scusi, io di queste cose non me ne intendo”.
“Non fa niente, Signor Pastore. Mi vorrebbe piuttosto dire perché siete qui?”.
“Guardi, noi siamo qui perché vogliamo difenderne il nostro desiderio di amore libero”.
“Volete rilanciare, insomma, i temi cari al ’68?”.
“CHE COSA? No, ascolti, io non sono studiato, però a me mi piacerebbe che anche a noi era data la possibilità di amare chi amiamo”.
“E voi chi amate, scusi?”.
“Beh, normalmente le donne, ma non ci fanno schifo neanche le pecore all’occorrenza. Sa come si dice: in tempo di carestia, ogni buco…”.
“Sì, sì, ho capito. Ma perché rivendicare questa vostra sessualità e non limitarsi a praticarla come hanno sempre fatto i pastori sardi?”.
“Ascolti poco poco: oggigiorno tutti sono lottandone per i propri diritti. Dunque, una mattina mi sono detto ‘ajo che lotto anche io per i miei’”.
“Capisco, ma, adesso, sentiamo una pecora. Signora Pecora, lei vuole essere libera di amare il pastore che le pare?”.
“Bee bee, guardi, io e Giovanni sono anni che ci amiamo di nascosto sui monti e non è giusto. Voglio poter amare come tutti, come i gay e gli etero e le varie varietà che ho visto alla televisione. Voglio poter pascolare con lui, per strada, mentre me ne è tenendomene la zampetta. Io amo davvero Giovanni, lo amo così com’è: a odore brutto di formaggio marcio. L’amore vero non fa sentire la puzza, ma deodora le persone, bee bee”.
Alla fine, verso le 19, terminata la manifestazione, sono finalmente giunto in spiaggia e lì ho riflettuto. Secondo me hanno ragione loro: l’amore tra pecora e pastore deve essere libero. Del resto, lo diceva anche quella famosa pubblicità dello yogurt: fate l’amore con il pastore.
Matteo Fais