07 Febbraio 2018

“Voglio la poesia che va dritta all’osso”: dialogo con Juan Arabia, che traduce Pound e canta l’anarchica raffinatezza

Eroe della new wave della poesia argentina, Juan Arabia, 35 anni quest’anno, ha una voracità rimbaudiana negli occhi e sembra un personaggio uscito da un film di Martin Scorsese. Lo abbiamo interpellato recentemente, perché Samuele Editore ha pubblicato il suo primo libro compiuto, Il nemico dei Thirties. Poi, un precipizio nell’amicizia. Arabia, tramite la sua rivista, Buenos Aires Poetry, porta in Argentina testi inediti di Ezra Pound e dalla letteratura nordamericana, ama una poesia diretta come un pugno (recentemente, sta riscoprendo la poesia di Charles Bukowski). Animatore culturale inafferrabile, Arabia è un po’ l’anima poetica di Buenos Aires. Ha la stessa aggressiva potenza della città argentina, l’indole anarchica, la raffinatezza – nelle sue poesie si mescolano suggestioni poundiane, gli spettri di Rimbaud e di Hart Crane, di Gautier e di Paul Verlaine. Un paio di settimane, a Buenos Aires, Arabia ha pubblicato Desalojo de la naturaleza, una ventina di poesie di nitida forza. Passando per BA, abbiamo avuto modo di pigliare il plico e di leggerlo. Segue dialogo.

Partiamo dal titolo. Cosa significa questa “espulsione”, questo “sfratto” (desalojo) della natura, de la naturaleza.

copertina“Il titolo viene dalla poesia B.A. (Buenos Aires), che in seguito ha dato il titolo a un altro poema (Desalojo de la naturaleza), e infine al libro. Ho scritto questo libro di poesia a partire da una esperienza specifica. Ho lasciato Buenos Aires per otto mesi, muovendomi vicino alla campagna (a circa 200 chilometri), poi sono tornato in città. Niente è stato premeditato, né il titolo né il finale del poema. L’ho terminato a Puerto Madero, un barrio moderno, isolato e borghese della città di Buenos Aires”.

Nel libro tornano i tuoi ‘miti’ poetici: Rimbaud, Hart Crane, Verlaine, T. S. Eliot. Perché queste ossessioni? Forse rifiuti la letteratura ispanoamericana?

“Certo, alcuni autori sono ricorrenti. Sebbene, ci siano esplicite allusioni a César Vallejo, e impliciti riconoscimenti a poeti come Vicente Huidobro e Omar Cáceres. Nelle poesie a cui sto lavorando attualmente, sono presenti, tuttavia, autori come Julio Flórez (Colombia) o Pablo de Rokha. La tradizione latinoamericana, per la sua innata complessità e congiuntura, richiede molto più sforzo artistico e intellettuale di qualsiasi altra forma di letteratura. Perfino Borges è molto presente, ma nel mio primo libro, El Enemigo de los Thirties”.

Nell’introduzione al tuo libro, Victor Nunez parla di poesia ‘anti-moderna’ ma anche di “poesia dell’esperienza e del neobarocco”. Cosa significa? Ti riconosci in queste categorie?

“Penso che Victor si riferisca a due correnti dominanti della letteratura spagnola. La cosa curiosa di un paese come la Spagna è che ha spadroneggiato e dettato una lingua su un continente così vasto. Nel mio caso specifico, questa tradizione significa poco, anche perché in Argentina ci sono molti più discendenti italiani che in altri paesi. La nostra cultura, in tutta la sua estensione, non ha nulla a che fare con la Spagna. Borges stesso, ne Gli scrittori argentini e Buenos Aires, diceva, ‘mi manca solo il sangue italiano per essere un porteño tipico’”.

Cosa stai studiando attualmente, quali autori leggi e scopri?

“Sto studiando e rileggendo in profondità molti poeti che sono andati direttamente all’osso: Hemingway, Bukowski. Inoltre, sto preparando una nuova traduzione di Ezra Pound (Exultations, nella sua totalità) e una vasta antologia della poesia nordamericana del XX secolo”.

Dunque: cosa leggiamo nel prossimo numero di ‘Buenos Aires Poetry’?

“Nel numero 7 di BAP c’è una intervista al critico J. H. Miller, saggi di Kenneth Rexroth, Raymond Williams, e poesie di Cavalcanti, Cocteau, Chatterton, Mallarmé, Vernon Watkins, Luis Cernuda, Kingsley Amis e i poeti della meat school, tra gli altri”.

 

 

B.A.

Città dove sono nato
sporca come una schiava, ascolta:

mi sono allontanato dalle tue strade come i miei
antenati si sono allontanati dall’Europa;

stordito dai tuoi depositi
e dai tuoi nuovi quartieri…

Ma non sembro un contadino:
ora so che voglio distruggere tutto.

L’animo si alimenta della tua barca ubriaca.
Un unico proposito, una sola determinazione:

recuperare ogni sfratto dalla natura.
Il bene e il male, dalle sue radici.

 

B.A.

Ciudad donde nací,
sucia como una esclava, escucha:

me alejé de tus calles como mis
ancestros se alejaron de Europa;

aturdido por tus depósitos
y por tus nuevos barrios…

Pero no parezco un campesino:
ahora entiendo que quiero destruir todo.

El interior se alimenta de tu barco ebrio.
Un solo propósito, una sola determinación:

recuperar cada desalojo de la naturaleza.
El bien y el mal, desde sus raíces.

Juan Arabia

Gruppo MAGOG