Qualche giorno fa, in silenzio assordante, è spirata Vittoria Marinetti, donna di grande cultura. Aveva 93 anni, ne compiva diciotto quando morì il padre, nel dicembre del 1944, Filippo Tommaso Marinetti. Vittoria era la primogenita di FTM, il fatidico fondatore del Futurismo, l’avanguardia che ha segnato l’arte del secolo scorso. Anche la madre, Benedetta Cappa, detta Beny, meriterebbe degna riscoperta. Allieva di Balla, conosce FTM nel 1918, a vent’anni, imbracciando il futurismo come carisma estetico. Unita in nozze a Marinetti nel 1923, Benedetta avrà da lui tre figlie, Vittoria, Ala e Luce. Fu fautrice dell’evoluzione futurista. Nel 1929 firma con Balla, Depero, Dottori, Fillia, Prampolini, il Manifesto dell’aereopittura futurista, espone in parecchie Biennali veneziane, pubblica con Mondadori un poema, Quarto d’ora di poesia, musica e sentimenti, nel 1945. Nel 1931 aveva pubblicato un “romanzo cosmico per teatro”, Il viaggio di Gararà: “Ezra Pound, che pubblicò una recensione del romanzo, offrì alla Cappa l’incarico di redattore capo per una rivista letterario-artistica dedicata a sole donne, da lui progettata (1930-1934)” (così la nota Treccani). Vittoria coagulò l’audacia del padre con l’estro della madre.
Il pittore astrattista – e uomo d’alta cultura – Roberto Floreani dedicherà a Vittoria Marinetti lo spettacolo in atto domenica 9 febbraio, ore 17,30, al MaGA di Gallarate, Umberto Boccioni. Arte-Vita. “È un montaggio di testi – raccordati da aggiunte personali – tratti liberamente dai futuristi: da Marinetti a Boccioni, da Majakovskij a Esenin a Burliuk… esprimono una sola voce… che Vittoria, con cui avevo un rapporto splendido e con la quale ho realizzato molte cose, conosceva per averle vissute. La sera che mi sentì declamare, nel 1999, alla fine mi abbracciò con gli occhi lucidi. Del resto, come mi disse mia madre, sei stato uno di loro…morendo al primo assalto, il primo giorno di guerra”. Qui un pezzo del testo di Floreani, intitolato Ricordare (1927-2020):
Siamo qui per concepire il patto magico
tra realtà e immaginazione
contro l’incapacità di accedere a qualunque stato di grazia
L’arte è la superficie di un’acqua profonda:
quanti giri di chiave per chiudere
e
quanti per aprire… e verso dove?
Prima che la realtà esploda un passo dietro di noi
nella vertigine alimentata dalla sabbia aurifera
delle nostre anime
Chi sa guidare, orientare il proprio carattere
è padrone del proprio destino…
ci vuole un ingegno
che accettando tutto ciò che la scienza
ha rinnovato nell’arte
sia il volo
che sintetizzi
il sogno dell’anima moderna…
*In copertina: Filippo Tommaso Marinetti in una fotografia del 1939