09 Gennaio 2023

“Non dite mai cosa sia la vita…”. Una poesia di David Maria Turoldo

David Maria Turoldo non fu soltanto prete. Credo, intuendo ‒ magari sbagliando, magari offendendo qualcuno ‒ che fu persino padre. Un uomo, insomma, vicino alla gente; come si addice a un prete, come reclama (a volte) un poeta.

Poiché poeti e preti si nasce, non si diventa, e non per assonanza! Sono fatti, questi, incontrovertibili che ci richiamano a responsabilità talmente ancestrali da definirsi indubbie.

Ecco allora perché, sonnambulo tra le nebbie della febbre che non mi dà tregua, in queste ferie che assomigliano per lo più a un lazzaretto, riprendo a leggere poesia, scovando un libro a caso nella biblioteca della mia cara e amata musa Abigail. La raccolta in questione si intitola Il grande male, pubblicava Mondadori nel 1987.

Tra le svariate poesie, decido di accennare a questa, Non dite mai:

Non dite mai cosa sia la vita:
un pozzo d’acqua sorgiva
nel deserto,
la ghirlanda di colori
intorno al collo dei colombi in amore
un raggio di luce nel buio di una cella
o il silenzio dell’alba
quando sorge la luce…

Basta poco, in fondo, nella saggezza di uno sguardo di un uomo, per definire e comprendere tutto quel che fa della sua vita un soffio, un sorriso o un lamento. Dopo tutto, la vita cosa sappiamo che sia? Se ci pensiamo bene, ce l’ha descritta proprio Turoldo poeta, lo stesso Turoldo padre, l’incredibile Turoldo prete di strada.

Appunto, non sarebbe nemmeno il caso di nominarla, l’esistenza. Basterebbe viverla, azzannarla. Poiché la vita è una lotta continua, perenne e instancabile, la cui giornata andrebbe affidata continuamente, offrendone le fatiche.

Che dunque sia un pozzo d’acqua nel deserto, o uno spioncino di luce nella cella nera, poco importa. Quel che conta ‒ è meglio forse ribadirlo ‒ è quel “silenzio dell’alba / quando sorge la luce…ˮ.

Gruppo MAGOG