“Il poeta è la cattiva coscienza della sua epoca”: il discorso al Nobel di Saint-John Perse è un capolavoro etico, che ribadisce la necessità della poesia (e della scienza) in un tempo oscuro
“Il popolo ebraico non ha mai smesso di produrre miti”: sia lode, ora, a Martin Buber
“Una bellezza al termine dell’angoscia”: ecco perché oggi è necessario tornare a leggere Robert Walser. Ovvero, peregrinazioni innevate intorno a un libro
“È morto come è vissuto: in maniera affermativa e vitale”. Sull’opera inafferrabile di Gilles Deleuze (dialogo con Stefano Marchesoni)
“Il poeta è un uomo pieno di dubbi, che si nutre dell’arte del sospetto, è un tipo scomodo”: dialogo con Rodrigo Arriagada-Zubieta, tra i grandi poeti cileni di oggi
Il citazionista selvaggio, l’ozioso viandante: sull’arte del ‘montaggio’ letterario in Walter Benjamin (mentre il mondo va in frantumi)
“Eppure io nel Paradiso non ho mai smesso di credere”: conversazione onnivora e ultramondana tra Gianluca Barbera e Andrea Caterini
L’Alfabeto degli scrittori dimenticati (ultima parte). Ovvero: perché i grandi editori si affannano a pubblicare cretinate?
La salute dell’arte: non ci sono più nomi sacri. Ovvero: anche il ‘cucchiaio’ di Totti, ora, ha una sua aura. Dialogo con Francesco Valagussa
Su Henry James, lo scrittore che è entrato nel labirinto dell’uomo occidentale dalla “penombra di un salotto nel crepuscolo”. Un saggio di Fabrizio Coscia
Tutti usano Benjamin come un magazzino di citazioni, in pochi lo hanno letto. Ma è lui – insieme a Marx – il pensatore decisivo per la sinistra, oggi