Mai chiedere a Limonov di Dio. L’ultimo futurista europeo, elegante e imperiale, a Rimini. Gli Usa? Un piacevole inferno. Putin? Il presidente dei ricchi. I figli? Non sono dei genitori ma di se stessi
10 agosto, muore Giuseppe Vannicola, piccola margherita della letteratura italiana che nessuno ricorda (tranne noi)
“Italia non ti posso lasciare”: su una poesia autografa di Dino Campana, il turibolo più inebriante della letteratura italiana. Potete comprarla a 32mila euro
La Storia è scritta dai vincitori con il sangue delle vittime dimenticate, ma alla fine sarà tutto un grande pareggio. Un libro scava nel “valore umano dei vinti” (come direbbe Malaparte)
Dove una stretta di mano mandava a quel paese la firma digitale: ciao don Armando! Le sue idee corrono nelle nostre gambe
Amico di Balthus, teneva in camera da letto un Bacon e inventò “il Giornale” per Montanelli: perché 10 anni dopo nessuno ricorda Giorgio Soavi?
“Dov’è l’Ezra Pound a torso nudo che grida al cielo la sua voglia di Bellezza? Lasciate stare i Cantos: vanno letti nelle fogne del paradiso”. Una lettera & una risposta
Alle spalle della “Gioconda” di Leonardo c’è il lago di Como: Riccardo Magnani galvanizza i liceali di Urbino insegnando l’arte del dubbio
Giampiero Mughini ospite di “Pangea”: il Gulliver della Bibliofollia parla di Campana, Pasolini e Malaparte (e ci ricorda che siamo diventati degli idioti digitali)
Giuseppe Piccoli: il poeta buono che fu recluso tra i matti. Ricordiamo “uno dei migliori poeti della sua generazione” (Nicola Crocetti), di cui non si parla più
“Amò tutto, anche l’impossibile” (e parlò con l’anima di Oscar Wilde). Ricordiamo Giuseppe Vannicola, adorato da Marinetti e dimenticato dai gonzi della cultura italiana
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