“Amo ancora l’alba…”. Per vincere la morte, leggo Varlam Salamov
Regola e deserto. Catabasi nella poesia di Gian Ruggero Manzoni
Nuovo Vocabolario del Virus: “Vecchio”. Accatastati nei ricoveri, i vecchi muoiono. Mi sono legato ai polsi un versetto del Levitico per prendermi cura dei miei nonni. In ogni caso, leggete Gian Ruggero Manzoni, è meglio di Seneca!
Penso a una milizia di amanuensi. Alcuni concetti imperdonabili: abolire l’autore, che alimenta il sistema del narcisismo editoriale, per lasciare spazio alla poesia. I libri nei luoghi del dolore. Ritradurre la tradizione. Sporcarsi. Dilapidarsi
“Disumano è che il medico divenga l’assassino del paziente”: Gian Ruggero Manzoni su eutanasia e misure palliative
“Oggi i veri poeti si muovono alla luce delle fiaccole nel ventre della terra e baciano i loro martiri”: pellegrinaggio nell’ultimo libro di Gian Ruggero Manzoni
“Mi sento uno sconfitto, come il principe Bolkonskij di ‘Guerra e pace’. Ero a Belgrado quando Arkan fu ucciso, resto un ribelle con un codice ben preciso”: dialogo con Gian Ruggero Manzoni
“Cerco di andare oltre la soglia in cui l’arte moderna finisce”: discorso intorno a Joseph Beuys, l’artista tedesco più controverso del secolo
“Ha vissuto più vite messe assieme, è un mostro, pare uscito da un album della Marvel”: Gian Ruggero Manzoni eroe da romanzo raccontato da Pier Paolo Giannubilo
Siamo pagliacci e troviamo la grazia nel più cupo dei naufragi: per i primi 20 anni di “Graphie” (ovvero, sulla inattuale necessità delle riviste)
“Troverò la pietra che rende l’uomo illuso d’eternità”: Danni Antonello sapeva che la scrittura è un fuoco nel gorgo dell’ingrato. Un ricordo
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