In superficie. L’uomo in rosso che scappa dai luoghi comuni. L’ultimo libro di Marco Presta
In superficie. Anche Sandra Milo scrive poesie. E l’editore – va da sé – la schiaffa in copertina
In superficie. “Ciò che mi rendeva triste era che non avrei più potuto amare o essere amata da nessun altro, mai più”. Janet Hobhouse, una grande scrittrice
In superficie. Jonathan Franzen contro la mistica ecologista s’imbarca verso Antartide alla ricerca (manco a dirlo) del pinguino imperatore
Facebook è “una nuova Lilith che si frappone nel coito tra due sposi, per assorbire lo sperma di lui e frustrare il desiderio di lei”. Si può essere amici incontrandosi una volta per sempre, per tutte. Su un saggio di Franco La Cecla
Al funerale di Walt Whitman (che quest’anno fa 200 anni) c’erano politici, vecchi soldati, pescatori d’ostriche e amanti (di entrambi i sessi), si fece baldoria, rissa e poesia. Il mirabile racconto di Apollinaire
L’autore che mette il proprio nome in copertina spesso è solo una marca. Anzi, una marchetta. L’opera richiede una dedizione totale, ma oggi vince – lo sapeva già Paul Celan – la loggia dei manager editoriali
“Ho riportato Limonov in Occidente, lotto contro Amazon e vi racconto perché senza Stalin non esisterebbe Israele”: dialogo con Sandro Teti, un personaggio degno di John le Carré
“La potete girare come volete, ma rimarranno sempre e soltanto otto secoli di sangue versato”: ecco perché “Eureka Street” è un grande libro (nonostante la copertina)
Morire è diventato imbarazzante. Ecco perché la morte è un tabù e i medici sono i nuovi dèi (ma l’obbligo della felicità ci rende infelici)
“Ho indole sgualdrina, io vivo per sentito dire. A Céline preferisco Pelè e Maradona è meglio di Proust”: dialogo con Cataldo Dino Meo
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