“Quando Auden mi insegnò a usare gli aggettivi. E mi obbligò a leggere Il Signore degli Anelli”. I ricordi di Matthew Spender
“Posa il tuo capo assonnato, mio amore, umano sul mio braccio senza fede”. Auden, l’amante estremo (ovvero: esegesi del poeta assoluto)
“Perché tu fai la pipì nel bagno?”. Benvenuti a casa Auden, il monaco del caos: disordine ovunque, una piramide di sigarette, i visitatori alle quattro, la cena alle sei e tutti a nanna alle nove
“La mia mente è lontana, la solitudine in sé mi chiude”: Robert Frost, il poeta necessario
“Nessun poeta è mai stato democratico per istinto”: Auden parla di William B. Yeats. Confronto tra titani
“Bere e vivere la vita fino alla feccia”: discorso intorno a un racconto ritrovato di Sylvia Plath (brindiamo a una giovinezza tra Dante, Auden e “Mademoiselle”)
“Ho meno ricordi che se avessi sei mesi di vita”: le lettere di Beckett, Eliot, Auden, Golding, Sylvia Plath all’editore Faber (che compie 90 anni, tra grandi glorie e clamorosi rifiuti)
Quando W.H. Auden difendeva Ezra Pound (era il 1949) e scriveva che “la biblioteca di un poeta ci svelerà qualcosa riguardo le sue opere molto di più della sua infanzia e della sua fidanzatina al parco”
“Sapeva quando vivere e quando morire, mi torturò vederlo in miseria”: quando Wystan H. Auden chiese ad Hannah Arendt di sposarlo (e lei lo rifiutò)
Gli archivi del Nobel per la letteratura dimostrano l’idiozia dei giudici svedesi: nel 1968 bocciarono Samuel Beckett perché contro “lo spirito di Nobel”. Su Nabokov, invece, pendeva l’accusa di immoralità…
“Insieme a Cioran, è il più grande scrittore francese del dopoguerra” (lo dice Auden). Su Malcolm de Chazal, il Pessoa delle Mauritius, in Italia uno sconosciuto
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