26 Maggio 2018

“Stiamo diventando una società cannibale e questo è un governo dello champagnino”: l’editoriale di Franz Krauspenhaar

Dopo averlo scritto decine di volte, passiamo dall’orazione alla coltellata. Pangea apre lo spazio dell’Editoriale, una specie di altare da cui tirare pigne, su cui far giostrare la cerbottana, allo scrittore, al poeta. A chi ha occhi rosolati nel verbo, e può per questo sconfiggere la proverbiale ovvietà dell’opinionismo giornalistico. In particolare, abbiamo adottato una formula e uno scrittore. Lo scrittore, che chi legge Pangea e chi legge roba buona in generale già conosce, è Franz Krauspenhaar. Milanese, scrittore dalla poetica polimorfica, bibliografia inafferrabile, libri formidabili in teca (“Cattivo sangue”, “Era mio padre”), per Castelvecchi ha appena pubblicato “Brasilia”. La formula è quella che la domanda la facciamo noi. La risposta, oggi, fa lo scalpo al neo-governo Conte (già in bilico) e ragiona sulla tracotanza del denaro. 

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Comunque vada. Anche il nuovo Governo ‘del cambiamento’ (ergo: ‘della restaurazione’) pare vivere all’ombra della Borsa, schiavo del Dio Denaro. Insomma, il denaro compra tutto, lo sterco del demonio ci riduce tutti a merde. È così? Che rapporto c’è tra scrittura e denaro?

Che nemmeno Dio ci salvi dal denaro. Non è scritto nella Bibbia, l’ho inventato io, ma forse basta capire in che pantano ci siamo seduti. Nessuno se ne vuole andare, stare nella merda per la società occidentale fa troppo comodo e rimanda ai primi anni di vita. Come per gli pseudo filosofi televisivi di ritorno dal viaggio  premio che vengono a darci lezioni sul valore del potere. Il potere vale quanto benessere dovrebbe darci in più. Questo potere vale sempre meno. Lasciamo stare i progressi tecnologici, quelli marciano per conto loro, è la politica che se ne prende i meriti, la politica, i poteri, copiano le idee e le firme degli autori. Il filosofo tedesco Ernst Jünger scrisse a metà degli anni Quaranta che “le dottrine puramente economiche dovrebbero portarci necessariamente al cannibalismo”. Io mi trovo d’accordo. Non posso sapere come avverrà lo sviluppo di una società cannibale, ma sento che se non metteremo un freno a tutto questo torneremo alle nostre origini, e non sarà un viaggio esplorativo, se non delle nostre ossa. Dunque che cosa volete mi possa dire un proclama del tipo ”sarò l’avvocato difensore degli Italiani”? Gli italiani semmai avrebbero bisogno di giudici irreprensibili e maledettamente aggressivi nei confronti di quei signori di Bruxelles che ci stanno massacrando. Abbiamo in mente l’uscita da Al Pacino ubriaco di Berlusconi con quel genio di Schulz al parlamento europeo di qualche anno fa, e abbiamo subito capito che così non si fa. Finiti i tempi del cabaret e delle canzone napoletane riportate in auge da quel furbo senza idee e fuori tempo massimo di Sorrentino. Conte vuole difenderci da chi? Dalla NATO, da Putin, da Trump che ci dice in faccia quello che siamo diventati? L’unica protesta collettiva degli ultimi dieci anni fu il Vaffanculo Day di Grillo. Lì nacque il movimento politico, che divenne primo partito alle elezioni. Da un vaffanculo. Sarebbe arrivato il momento, per gli italiani, di imparare qualche termine più adulto, più civile. Ma per far questo, cioè anche per regredire a bestie da caverna, ci vuole lo sterco del diavolo, il denaro. Detto tra noi, le consulenze della Casaleggio Associati costano, gli spot costano, anche se ci mandano tutti a quel paese. Qui da noi ci vorrebbe un nuovo senso della scrittura, non importa se impostata sul comico o sul divulgativo. La scrittura, che comprende letteratura nelle sue varie accezioni, scrittura televisiva, radiofonica, cinematografica, giornalistica avrebbe bisogno di un regolare rispetto per il denaro di chi ci paga, ma anche di un occhio pulsante e indipendente nei giudizi che dovrebbero trovarsi almeno ogni tanto in posizione scomoda, tanto per aderire alla realtà, ahimè non sempre aziendalista, dei fatti. Trovatemi qualcuno che non scrive quello che pensa, bello o brutto che sia, in indipendenza di pensiero, se non forse sul suo blog personale, di cui non frega niente a nessuno. Il padrone ha sempre ragione, direbbe Berlusconi, ragade anale del costume italiano, facendo finta che lui ai dipendenti ha sempre permesso tutto, e i dipendenti, ovviamente, partirono con l’applauso. Questo governo allo champagnino verrà spazzato via dalla marcia Europa che non vuole diversioni. Guerra non proprio lampo ma insomma questi stanno facendo carne di porco della nostra economia a suon di euro, cioè a suon di nulla. Un vaffanculo year per tutti, e che la nuova rivoluzione non nasca in Francia, dove Depardieu è una tentazione di restaurazione troppo ghiotta all’ombra di una botte di meraviglioso vino comunitario…

Franz Krauspenhaar

 

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