12 Aprile 2024

Nella Macondo di Sonia Serazzi. Un romanzo pieno di “angeli difettosi”

Il nuovo romanzo di Sonia Serazzi, Una luce abbondante (Rubbettino, 2024) è costruito su una magia particolare, su una bellezza tutta particolare, le parole come sussurrate, i passaggi brevi, il luogo come fosse impalpabile, sullo sfondo di un tenero affetto tra creature magiche, e forse è proprio così che la magia accade, riuscendo a scorgerla dentro una storia costruita sul sentimento più profondo e indecifrabile: l’amore tra madri e padri e figli, conficcato nella sopravvivenza di chi soffre per eccesso di umanità. Ma i poveri in spirito non soccombono agli stratagemmi dell’ordinario, questo per dire che bisogna spingersi altrove, verso altri lidi narrativi, se ci si vuole arrendere all’attualità, alla capacità degli eroi di riempirsi il petto di coraggio e di resistere alla vita e alla morte. Qui ci sono i corpi fallibili.

Dalla capacità di moltitudine di questo amore insaziabile viene fuori una schiera di personaggi tanto bizzarri quanto profondi, in un paesaggio tracciato da una scrittura in stato di grazia, fatto di umanità e senso della vita, un immenso paesaggio che somiglia tanto al mondo dentro la vita quaggiù, nel cammino veloce lungo le strade terrene, nel sudore che scorre abbondante lungo il volto, dove i semplici si devono trattenere dal fare ciò che li renderebbe felici. Sonia Serazzi è come se confessasse che è suo dovere informarci che sarà lei a decidere la retta via, perché il mondo, il suo mondo, ha bisogno di persone così. Sono “gli angeli difettosi” di Sacravento, la Macondo serazziana, che del realismo magico di García Márquez riprende la sentenza più innocente, la poesia qui costruisce i suoi spazi e lascia fuggire dalle gabbie dei pregiudizi i destini che hanno affidato a quel luogo i loro segreti. La poesia in questo contesto permette loro di scorrere liberi, nella libertà di essere e di mostrarsi così come sono.

Sono i piccoli, i fanciulli, Sarsì dal respiro flebile, Marsol dalla parola fragile, e Francabbù cresciuta troppo in fretta, tanto s’è fatta mamma di sua mamma. Sono i grandi, gli adulti non meno indifesi, Silverio che vive come sospeso, così come si ascende a una felicità spirituale, come danzasse oltre il proprio corpo mortale; Marinzaina che oscilla nella sua testa di vertigine in vertigine, la sua mente un esercizio di fuga, uno strumento per ripopolare il mondo di angeli e di biglie di rara bellezza, per farne un posto di inestimabile valore.

Su tutto aleggia la preghiera di suor Teresa, che aveva promesso di sposarsi con il Cristo delle consorelle, fino a quando non ha accettato una specie di felicità più temporanea, sperando che fosse una scelta di vita più completa, dove trovano posto anche le ferite, e ha continuato a ringraziare Dio perché quello fosse il dono dell’eternità.

In quello che è soprattutto il racconto di un’amicizia eccezionale, Sonia Serazzi scava a fondo nel cuore dei suoi personaggi mostrando luci e ombre, sofferenze e rinascita, perché nell’esplorazione profonda dei legami umani la scrittura non può fare a meno di evocare bagliori di luce in piccoli risarcimenti, la scrittura diventa la strategia migliore per distillare tra gli abissi un’oasi di entusiasmo e di vitalità. Dietro ogni sparizione un ritrovamento, dietro ogni spreco di sogno una vera epifania.

Una luce abbondante è una delicata confessione in equilibrio tra l’innocenza della fanciullezza e le ambiguità del mondo adulto, misurata in momenti di inebriante ingenuità alternati ad altri di sofferta fragilità, secondo alcune indicazioni ben precise: basta un sussurro per mandare tutto in frantumi, ma allo stesso tempo si sente qualcosa di altrettanto flebile, salmodiante e sospeso, che somiglia alla speranza.

Pasquale Allegro

Gruppo MAGOG