08 Novembre 2020

“Mi sono immersa nelle tenebre. Per cercare la luce”. Dialogo con Silvia Nair

Vittorio Grigolo (tenore) e David Garrett (violinista) accompagnano Silvia Nair in un viaggio concreto tra sogni e sospiri di un’esistenza terrena frastagliata, tra fessure di luce inaspettate e bagliori attesi da tempo. Silvia Nair è conosciuta anche per le numerose performance con le maggiori orchestre sinfoniche, guidate da, Salvatore Accardo, Karl Martin, Hubert Stuppner, Marco Boni, Rui Massena ed altri. Prestigiose le collaborazioni con Franco Battiato (opening act tour 2004), Lucio Dalla (duetto alla Valle dei Templi di Agrigento), Ron (Musicultura Festival Macerata), Claudio Baglioni (O’Scià Lampedusa), Andrea Bocelli (Montecitorio, evento benefico). Si è esibita in Brasile in occasione di un evento popolare, in Giordania per istituzioni benefiche e la famiglia reale, più volte in Vaticano per Papa Giovanni Paolo II e Papa Benedetto XVI.

“Nel mondo amano la melodia”: come se una carta velina argentata si spalmasse sui tessuti cerebrali. Inizia così la conversazione con Silvia, donna tinteggiata di oro e nero, venere in porcellana carnale viva sensibile, dalla voce in quattro ottave di estensione (la percepisci anche nella chiacchiera).

“Il brano Ti Rivedrò è dedicato a mia madre, ho salvato alcuni capi della sua esistenza perché la bellezza va preservata nel tempo. Mia nonna indossava sempre il cappello e si vestiva con la stessa cura con cui oggi gli stilisti vestono l’alta moda”, questo per sottolineare quanto amore si riservasse in passato alla cura di sé con la semplicità del tempo, senza badare all’occasione. Solo amore per se stessi.

Luci e Ombre (2020) è tutto curato nei minimi dettagli, non ci sono note e parole che non siano autobiografiche, seguo le onde emotive l’istinto e l’ispirazion”’ e non a caso chiunque può rispecchiarsi nei testi, carichi di esplosioni epiche sinfoniche. Silvia riproduce con autenticità dirompente il percorso di una vita altalenante, quella che ognuno di noi ha vissuto tra Follia e Lucidità.

Nell’album Ithaca (2011) s’intende proprio esaltare il percorso esistenziale volto ad abbracciare le varie fasi della vita per poi tornare là dove tutto è iniziato con la consapevolezza e il cuore rivestito di porpora d’acciaio, perché “non è la meta ma il viaggio che conta”. Lo scalpello definisce profondità e superficie del nostro nucleo roccioso formativo.

“Luci e ombre della quotidianità, luci e ombre del viaggio della vita, luci e ombre insite nella natura umana e nella nostra mente. Nel L’Ombra Sul Cammino incontro la parte oscura di ciascuno di noi, quella che i più si fanno tirar fuori dallo psicanalista e quella che altri affrontano vis-à-vis di fronte ad uno specchio”. Uno specchio non più fisico ma più reale della sua consistenza, lo strenuo volteggiare del sé attorno alla propria proiezione inquisitoria. Siamo incontenibili dentro un piccolo corpo.

“La fede ti fa respirare il mondo. È una marcia in più che lavora in addizione e mai in sottrazione. L’armatura sana per lottare, perché non te la devi iniettare nel corpo, è già lì sin dalla nascita”. Scorrere l’elenco dei nomi dietro questa produzione lascia interdetti: Franck Van Der Heijden (arrangiatore tra gli altri di Michael Jackson, Justin Timberlake, John Legend, David Guetta, David Garrett, Celine Dion, ecc.) e Michael La Grouw (Within Temptation). Hanno collaborato musicisti, orchestre d’archi e sound engineers altamente qualificati all’interno di un grande gruppo olandese che ha portato alla registrazione negli storici Wisseloord Studios di Hilversum e Amsterdam. La fede e la dedizione per un progetto della combo italo-olandese folgorante. Melodia e tecnicismi pregiati nella fusione di elementi emotivi essenziali.

Ho Visto Un Sogno rappresenta la sintesi della mia natura compositiva anche in chiave immaginifica, dalla scelta dei costumi alla dimensione paesaggistica nel deserto: tutto è scritto, ideato e realizzato come dono e sintesi della mia natura”, oserei direi trascendentale in una forma mutante tra realtà e sogno (o incubo), a tutti gli effetti radicata nella terra con lo sguardo perennemente rivolto verso l’Altrove.

“Il sognatore è colui che intuisce e vede prima degli altri”, ovvero colui che percepisce interrelazioni della dimensione del reale iscritte nell’immediato futuro. E nelle parole “ho visto un sogno” l’interpretazione lascia il posto alla realizzazione, il sentiero è tracciato quindi calpestalo, il ponte è costruito quindi attraversalo, la scala è fissata quindi vai a vedere come stanno le cose lassù.

“Il tempo e lo spazio sono varianti indefinite”. Silvia Nair trasferisce venti d’apocalisse all’interno di un brano/video contenitore di stravolgimenti che in epoca covid lasciano sbigottiti, tenuto conto di quanto l’ideazione anticipi gli eventi ricorrenti, come a voler consolidare la visione di un sogno premonitore. “Il tempo stravagante e incoerente, che ci da e poi ci toglie, è siderale e sfugge via lasciandoti in tempi e spazi nuovi”.

“Sono cresciuta, sono maturata, sono caduta, ho fallito, mi sono rialzata”. Quante volte ci si sbuccia le ginocchia o si batte la testa senza comprendere realmente il perché. Nel tracciato di una vita, se realizzassimo origami con la neve ci ritroveremmo a dover fare i conti con una fisicità liquida, la formazione organica di un sogno nell’attesa che si solidifichi.

“Le mie 3 dimensioni del cuore: voce e pianoforte, voce e orchestra sinfonica, composizione per documentari e colonne sonore. La mia vita desidera sempre associare le immagini alla musica”. Anja – Real_Love_Girl è un thriller psicologico (con la regia di P. Martini e P. Benedetti) presentato in anteprima fuori concorso al Lucca Film Festival ed Europa Cinema il 1 ottobre. “Mi sono immersa nelle tenebre, con suoni oscuri e torbidi, circondata dall’elettronica”.

“Per me la voce è uno strumento, le mie quattro ottave non sono l’elogio dell’ego: l’uso della voce e i vocalizzi sono un mezzo per raccontare qualcosa. La trasmissione delle mie sensazioni. In Ti Rivedrò la voce è piena di incrinature, di sabbia, aria e sospiri. Intensità e intimità. Uso la voce come un pittore usa i colori sulla tavolozza. Se ho questa tonalità faccio in modo che possa esaltarsi come meglio credo”.

Per tutto questo, Silvia Nair è molto apprezzata all’estero, non a caso sostenuta da una produzione d’autore professionale. Tutto questo pare esser troppo per l’italiano medio in deficit di cultura non-telecomandata. Nell’attesa che le cose prendano una piega differente.

Luci e Ombre esce per Ala Bianca Records distribuito da Warner Music Italia.

Samuel Chamey

Gruppo MAGOG