Sì è vero, mi sono fatto una piccola biblioteca in camera composta unicamente di epistolari, lettere, missive, diari, taccuini, biografie, appunti e frammenti. Beh, piccola: saranno sicuramente più di cento libri!
Perché una libreria così originale? Perché mi sono accorto che nelle piccole come nelle grandi città le buche delle lettere stanno letteralmente scomparendo, imbavagliate con quell’orribile nastro adesivo marrone, lasciate a morire come un tempo le cabine telefoniche.
E poi, perché… perché… Perché una lettera è tutto, soprattutto se scritta ancora a mano. Chi osa compiere questo gesto ormai passato di moda?! Ci rendiamo conto che una lettera una volta era la vita? Rappresentava la quotidianità per scrittori e poeti, ma non solo; tutti comunicavano scrivendosi lettere!, ed era qualcosa di romantico, antico quanto moderno; unico quanto irreprensibile. Era, in poche parole, lo scambiarsi il fuoco: il passaggio della fiamma che infiamma la poesia e il sogno in ognuno di noi.
Così, se posseggo tanti libri, è perché vorrei che un giorno divenissero proprietà di tutti, mia unica eredità!
E allora, prendendoli in mano, avendo il coraggio di aprirli, di sfogliarli e di leggerli questi libri, si scoprono cose davvero curiose e interessanti, come per esempio questa:
CONTRATTO
[1 gennaio 1860.]
Tra i sottoscritti Ch. Baudelaire, letterato, domiciliato a Honfleur (Calvados) e Poulet-Malassis e De Broise, stampatori-editori a Parigi e a Alençon (Orne).
Il signor Charles Baudelaire vende a Poulet-Malassis e De Broise una tiratura di millecinquecento copie di ciascuno dei quattro volumi seguenti:
Fleurs du mal (2ᵃ ed. accresciuta di venti poesie nuove)
Opium et Haschisch
Opinions littéraires
Curiosités esthétiques
E questo, per la somma di trecento franchi a volume, pagabili metà alla consegna del manoscritto di ciascun volume, e metà al si stampi dell’ultimo foglio di stampa.
Dato che il signor Baudelaire ha ricevuto in precedenza duecentocinquanta franchi di anticipo, e che d’altra parte i signori Poulet-Malassis e De Broise gli devono trenta franchi per la brossura Théophile Gautier, la somma che il signor Baudelaire deve ricevere per l’insieme dei testi letterari sopra enumerati si riduce a novecentottanta franchi.
Il signor Baudelaire lascia agli editori due anni di tempo per lo smercio della tiratura di ciascun volume, a partire dal giorno della sua messa in vendita. Alla scadenza di questo termine, il presente contratto verrà rinnovato alle stesse condizioni, e, in caso di rifiuto degli editori, il signor Baudelaire ne recupererà la proprietà di pieno diritto. Se la vendita di questi volumi fosse completata prima dei due anni indicati, il contratto risulterebbe rinnovabile di pieno diritto il giorno in cui non restasse più alcuna copia presso gli editori.
Il presente contratto annulla i precedenti accordi tra i signori Poulet-Malassis e De Broise e Charles Baudelaire, segnatamente quello relativo alle Curiosités esthétiques.
Stilato in duplice copia tra le parti.
1 gennaio 1860.
CHARLES BAUDELAIRE.
Ah, bei tempi quando gli editori pagavano gli autori (oggi accade perfino il contrario…).
Torniamo a scriverci lettere! Ne va della bellezza nella nostra come nell’altrui vita!
Giorgio Anelli