14 Novembre 2019

“Di che fedeltà parliamo, quella a noi stessi o all’altra persona? Esiste poi davvero un colpevole?”. Il romanzo di Sally Rooney ci costringe a essere meno ipocriti, entra come una lama dentro l’illusione della coppia perfetta

Se volete leggere un romanzo che entri nel vivo della fedeltà, che si insinui nelle coppie perfette e nei rapporti amicali un po’ particolari allora lasciate serenamente perdere Fedeltà di Marco Missiroli e prendete in mano Parlarne tra amici (Einaudi, 2018) della ventottenne Sally Rooney.

La Rooney ha una scrittura viva, urticante e diretta. Non va tanto per il sottile, non gira attorno alle cose, ti sbatte le immagini in faccia, è accattivante e allo stesso tempo serissima. Questo della Rooney è un ottimo romanzo se volete qualcosa che vi trascini, che vi dia un po’ fastidio e che vi faccia riflettere. Non ci sono buoni e cattivi, non ci sono mogli e mariti perfetti. La famiglia perfetta è tale solo se ne restare fuori, se li osservate dal cancello. Come entrate in casa le maschere crepano, i gesti tradiscono, le nevrosi si manifestano.

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Parlarne tra amici è un romanzo che si apre raccontando un incontro e come in ogni incontro ci sono persone con vite diverse che si mischiano, si compenetrano. Da ogni incontro, se tale può definirsi, si esce cambiati, in qualche modo modificati. La vita dell’altro ci porta nella sua dimensione, ci trascina anche se non lo vogliamo, ci mischia i colori e un po’ anche ci confonde. Alla fine per dire chi siamo, semplicemente per provarlo, dobbiamo confrontarci con l’altro, scontrarci, farci male.

In questa storia ci sono tanti temi riportati e affrontati tutti in maniera vertiginosa, attraverso una narrazione intrigante e veloce l’autrice ci porta nei luoghi del confine. Tre donne e un uomo: due ragazze ventenni, una performer e l’altra scrittrice, che hanno avuto una relazione ma continuano a restare amiche anche quando questa è chiusa; una donna adulta, sposata, famosa scrittrice e il marito di lei, un uomo più giovane che fa l’attore, una figura elegante ma in qualche modo disarmonica. Sally Rooney ci mostra da subito come tra le persone si instaurino legami che sono nodi, che sono mischiati tra il nero e il bianco, che si formano ben oltre le convenzioni sociali. Mettete due ventenni, alternative, intelligenti, artiste, una lesbica e l’altra bisessuale in una coppia di trentenni sposati. Guardate cosa succede, e no, non date colpa alla gioventù. Questo libro spezza decisamente tutti i cliché che potete pensare sul tradimento, fedeltà intesa in che modo? Di che fedeltà parliamo, quella a noi stessi, a un nostro credo, al nostro cuore o fedeltà all’altra persona? Esiste poi davvero un colpevole?

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Insomma Parlarne tra amici è un libro che vi costringe a essere un po’ meno ipocriti, ad abbassare il baluardo delle unioni perfette, che vi fa chiedere se vale la pena pubblicare ancora sui social le foto di famiglia. “Quando mi guardava, mi sentivo esposta, ma sentivo anche chiaramente che si stava lasciando osservare, che aveva notato il mio interesse a farmi una idea di lui ed era curioso di scoprire come sarebbe stata”: ecco qui l’inizio della zona d’ombra, il momento in cui la prima possibilità è l’immaginazione, prima ancora del desiderio. Non c’è preda e predatore, non ci sono colpevoli da giudicare, nella vita vera come in questo libro, ci sono donne e uomini che hanno un passato da scoprirsi, che hanno dolori taciuti, che cercano soltanto di diventare esseri umani degni d’amore. Parlarne tra amici mostra anche l’altro lato della medaglia, quando il bisogno di essere amati è tale da scavalcare anche le limitazioni, sentendone però tutto lo scollamento “ero sigillata in una certa parte della sua vita che non gli piaceva guardare o cui non gli piaceva pensare quando era con altre persone”.

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La fedeltà e le relazioni nei luoghi virtuali: la parola scritta ha una potenza inequivocabile, rimane, se il dispositivo te lo permette, se conservi tutto. E allora per i nativi digitali pare che una relazione esista nella realtà solo se viene mostrata, solo se viene “salvata”, solo se in qualche modo si può ritrovare il luogo sicuro della chat privata, rileggere quello che era stato nei messaggi ricevuti, avere la prova di aver vissuto: “Quella sera ho deciso di iniziare a rileggere le mie vecchie chat con Bobbi. (…) Mi confortava sapere che la mia amicizia con lei non era confinata alla memoria, e che se necessario le prove testuali del suo passato affetto per me sarebbero sopravvissute al suo affetto attuale”. E quindi, anche se le cose cambiano, se le persone ci lasciano, quelle parole restano come surrogato di un amore ricevuto, con doppia spunta blu. Allora salviamo tutto e diventiamo pazzi se il back up delle chat ci porta via la parola. Salviamo i dati, ma non le relazioni, spesso le lasciamo navigare nella rete, le lasciamo galleggiare online. Doppia spunta blu, ma nessuna risposta.

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Parlarne tra amici non è solo un discorso sulla fedeltà, tratta anche temi difficili come la sensazione di essere invisibili, non adatti a un amore di qualsiasi tipo, economicamente in difficoltà e in tutto questo privati della parola, di un conforto, della fiducia verso il prossimo. “Sapevo che nessuno mi stava guardando, che nessuno si curava di quello che pensavo o facevo, e mi sono quasi sentita vibrare per il potere di questa nuova, perversa libertà.Ecco la fossa profonda nascosta sotto le foglie, la trappola feroce che si instaura tra l’ossessione della parola scritta e la negazione della parola confessata. Come si fa a urlare un disagio, a chi lo puoi raccontare. Perché tenere nascosto un dolore fisico tale che porta allo svenimento, a emorragie. E questa bestia strisciante della solitudine è esattamente come il dolore dell’endometriosi, patologia di cui soffre la protagonista: è un dolore senza causa apparente, è un dolore soggettivo, nessuno ti crede, nessuno capisce e allora il suono ce lo ingoiamo dentro. Chiudiamo tutte le forme di comunicazione.

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In questo libro della giovane Sally Rooney ci trovate dentro parecchia vita, in ogni caso, anche nella parte più difficile da digerire, trovate il coraggio. Il coraggio di provare comunque a vivere, a credere in una fede nascosta, in una ingenua ma tenace fiducia. Tutto sommato, una sopravvissuta speranza.

Clery Celeste

Gruppo MAGOG