20 Maggio 2018

Quando la donna con cui copuli vorrebbe farti anche da psicologa. Ovvero: le femmine – nonostante le femministe – pensano solo a quello

Non so a voi. A me succede da una vita. L’ultima volta addirittura nel cuore della notte. Erano forse le 4.00. Mi sveglio. Lei non si deve essere mai addormentata. Sento i suoi pensieri ronzare come uno sciame di vespe in pericolo. “Che succede, bambola?”, le biascico. “Tu sei un insicuro. Cerchi continuamente la lusinga altrui, soprattutto femminile”. E ti pareva! Ma, come dicevo, non è la prima volta. Piuttosto, si tratta di un’abitudine. Tant’è che sovente mi è capitato di pensare che le donne, più che a letto, volessero portarmi sul lettino freudiano. Ma, ovviamente, non si può dare la colpa a quel vecchio simpaticone di Sigmund (per gli amici Sigismondo). Lui voleva solo aiutarci a capire qualcosa. Non poteva certo immaginare che le donne avrebbero utilizzato i suoi mirabili strumenti a mo’ di clava con cui stordirci, durante i loro periodi di psicolabilità premestruale.

A ogni modo, pur trattandosi di femmine, a quanto pare prendono sempre di mira la mia povera madre – una donna come loro. Come è tipico di tutta la psicologia e degli psicologi da quattro spiccioli – la quasi totalità –, riportano tutto a colei che ha avuto la sfortuna di gettarmi nel bel mezzo dell’Essere, per usare un’espressione da Heidegger al bar dello sport. Sicché, ora lo so, è tutta colpa sua. Pare che sia stata algida e anaffettiva, durante la mia infanzia, almeno secondo loro che non l’hanno nemmeno conosciuta. La conseguenza sarebbe che “vuoi farti qualsiasi cosa, dotata di un buco, che ti manifesti un minimo di attenzione”. E io che pensavo semplicemente fosse un istinto atavico del maschio e, tutto sommato, una cosa normalissima – almeno stando all’osservazione degli altri miei amici. Niente da fare! Tutto dipende da lei e basta!

Una sera, una tizia, presa da una qualche pulsione aggressiva comparsa dal nulla, mi disse addirittura: “Certo che ci vuole una bella t@@@@ per generare un porco come te!”. Giuro, non ho afferrato il perché di quell’insulto gratuito, tanto più che era lei che stava facendo andare su e giù la testa lungo il mio…

Un altro che periodicamente viene preso di mira dalla squilibrata che, di volta in volta, mi dorme accanto è mio padre. Stando a loro sarebbe una specie di mostro. Mi avrebbe messo in testa massime di bieco aristotelismo ed epicureismo, quali ad esempio: “Belle o brutte, l’importante è farsele tutte”; “Chiavala finché è ancora calda”; “Ogni lasciata è persa”. Non riesco a capire. Cosa avrebbe dovuto insegnarmi, a disegnare fiori e colorarli? A giocare con le Barbie? Grazie al cielo mio padre è nato nel 1944, quando gli uomini erano ancora uomini e non si depilavano le gambe. Comunque, nessuna sembra volergli particolarmente bene. Malgrado ciò, più di una volta, qualcuna, dopo averlo visto, mi ha detto: “Tuo babbo è proprio brutto, sembra un piccolo toro. Eppure, non so perché, ma mi dà l’idea di avercelo lungo”.

Non c’è niente da fare: mettete tutte le cazzate femministe che preferite nella testa di una donna, ma non ne potete sopprimere la vera natura!

Matteo Fais

 

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