Per Rainer Maria Rilke, la scoperta dei libri di Rudolf Kassner (1873-1959) fu decisiva, gli avevano “trapassato l’anima, come un pugnale che venga affilato contro di te”. La lettura di Kassner fu in effetti una svolta per Rilke, che nel 1916 dona al filosofo il manoscritto delle “Poesie alla notte” e gli dedicherà una delle Elegie duinesi, l’ottava. Kassner sarà uno dei rari, estremi confidenti del poeta. Frequentavano entrambi il castello della principessa Marie von Thurn und Taxis, a Duino, a cui Rilke, a proposito di Kassner, scrisse “non è forse il più importante tra gli scrittori del nostro tempo?”. In effetti, candidato per tredici volte al Nobel per la letteratura, Rudolf Kassner è figura di primo piano del pensiero occidentale. Viaggiò molto – spesso in India e in Russia –, fu amico di Paul Valéry e di Marguerite Yourcenar. Lo dissero “il nuovo Nietzsche” ma lui replicò che non avevano capito nulla; T.S. Eliot lo descrisse come “un grande europeo”. Fece finta di nulla: era troppo vasto.
In questo libro, si onora l’opera di un pensatore a lungo negletto in Italia, troppo “libero”. In appendice, è ricostruito il rapporto con Rilke tramite una silloge di lettere e poesie.
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Illustrazione in copertina di Angelo Borgese