24 Gennaio 2020

“Mi ha trovato seguendo un’orbita errata di stelle”: Sylvia Plath & Victor Hugo, un verso, un incipit

Mi ha trovato seguendo un’orbita errata di stelle.
Nuotando e nuotando controcorrente

Veglio per ascoltare:
un mare lontano muove nel mio orecchio

Sylvia Plath  ̶  Poesie

*

Si ha torto a dire: cala la notte; si dovrebbe dire: sale la notte, perché è dalla terra che viene l’oscurità.  Ai piedi della scogliera era già notte, in cima era ancora giorno.  (…) Formavano in riva al mare un gruppo indaffarato e confuso. Il buio serale li rendeva indistinti e ne sfumava i contorni. Tra loro c’erano probabilmente delle donne pressoché irriconoscibili sotto i cenci sbrindellati. Gli stracci non hanno sesso.

Victor Hugo  ̶  L’uomo che ride

*

Note: 

Sylvia Plath, americana, scrittura di cruda schiettezza. La sua ultima poesia s’intitola “Limite”. Ha vissuto sulla soglia e l’ha varcata una notte di febbraio infilando la testa nel forno, col gas aperto. Prima aveva sigillato, col nastro isolante, la camera dei suoi bambini e lasciato accanto al loro lettino il latte, il pane e il burro di noccioline, per la colazione.

Victor Hugo fra i grandi della letteratura francese. Visionario e inquieto. Forte nelle tinte. Qui c’è un vecchio filosofo di strada che raccoglie due orfani e li educa alla vita girovaga.  Qui ci sono destini che si incrinano.

Cettina Caliò

Gruppo MAGOG