“Avrei voluto scrivere Pinocchio, non sopporto Mark Twain, regalo Marcel Schwob; Jean Genet e Piccole donne mi hanno cambiato la vita”: la biblioteca perfetta di Patti Smith
Il sogno di Patti Smith è essere riconosciuta come scrittrice. Ha iniziato, d’altronde, scrivendo poesie, da “Horses” (1975) in poi inaugura la carriera come cantautrice di luminoso talento. La sua vita è costellata di libri: da “Seventh Heaven”, raccolta di versi del 1972, all’ultimo romanzo, “Year of the Monkey”, uscito quest’anno (e di cui abbiamo parlato qui). Vorrebbe essere ricordata per “Woolgathering” (1992), il libro pubblicato da Bompiani nel 2013 come “I tessitori di sogni”. Sul “Guardian” è uscita una intervista a Patti Smith concentrata sui suoi amori letterari: adora Collodi e “Piccole donne”, Twain la fa vomitare… Ecco la sua biblioteca ideale.
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Il libro che stai leggendo.
Space Invaders di Nona Fernández. Sembra intrigante, è stato tradotto dalla grande Natasha Wimmer.
Il libro che ti ha cambiato la vita.
Jo March, il personaggio di Piccole donne: mi ha spinto a diventare scrittrice, a lasciarmi alle spalle tutti i sogni scientifici.
Il libro che vorresti aver scritto.
Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi, il libro perfetto per tutte le età. Riguarda la creazione, la lotta tra il bene e il male, la redenzione, la trasfigurazione in una storia amabile. Lo adoro dall’età di sette anni e ho sempre desiderato scrivere qualcosa di simile.
Il libro che ha influenzato la tua scrittura.
Diario del ladro di Jean Genet, con il suo mix di autobiografia e finzione poetica.
Il libro sottovalutato.
The Blind Contessa’s New Machine di Carey Wallace è scritto in modo squisito. Non so quanto sia popolare, per me è un gioiello.
Il libro che ti ha cambiato la testa.
Il giuoco delle perle di vetro di Hermann Hesse. Non ha cambiato, ma ha ampliato la mia mente, costruendo un nuovo processo per mappare la creatività.
L’ultimo libro che mi ha fatto piangere.
Mi sono arresa all’atmosfera totalizzante di Villette di Charlotte Brontë. Mi si è spezzato il cuore, alla fine – tanto che ho scritto un finale alternativo.
L’ultimo libro che ti ha fatto ridere.
Artforum di César Aira, l’ultimo libro della sua immensa produzione. Tutti i suoi brillanti, piccoli libri sono intrisi di gioia.
Il libro che non sei riuscita a finire.
Il principe e il povero di Mark Twain. Mi ha dato una tale ansia che ho vomitato. Non l’ho mai finito – non lo sopporto.
Il libro che ti vergogni di non aver letto.
Ho una edizione elegante dell’Uomo senza qualità di Robert Musil. Non l’ho ancora affrontato: è ora.
Il tuo primo ricordo da lettrice.
Innamorarsi di un libro prima di leggerlo. Per me i libri sono dei tesori: mi è bastato leggere A Child’s Garden of Verses per Robert Louis Stevenson per capirlo.
Il libro che regali spesso.
La crociata dei bambini di Marcel Schwob, è così bello.
Il libro per cui vuoi essere ricordata.
Woolgathering [“I tessitori di sogni”], la pura espressione del mio immaginare.