“Solo di questo abbiamo bisogno: grande solitudine interiore”
Cultura generale
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Poesia
Giorgio Anelli
Tedesco di Friburgo, Patrick Roth vive dal 1975 a Los Angeles, dove è a pieno titolo inserito nel contesto hollywoodiano, come sceneggiatore, come regista, ma anche come attore. Caso raro, se non unico, nonostante la residenza statunitense, non ha mai smesso di scrivere in tedesco, in particolare i suoi testi narrativi (romanzi e racconti).
Tra gli autori di lingua tedesca viventi Roth è il lettore più assiduo della Bibbia, col risultato che nelle sue opere è costante la rivisitazione di personaggi e scene narrati nell’Antico e nel Nuovo Testamento: in Maddalena sulla tomba (il Saggiatore, 2023), il primo suo testo proposto in italiano, il riferimento è all’apparizione di Gesù a Maria di Magdala nei pressi del sepolcro vuoto. Con un racconto scritto in prima persona, in Maddalena sulla tomba, Roth attualizza la narrazione evangelica giovannea della Resurrezione nella Hollywood di metà anni Ottanta. Dopo aver visto Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini, il tedesco propone ai suoi colleghi aspiranti attori e registi dell’Actors Forum la recitazione di una scena che nei Vangeli è narrata solo da Giovanni (20,1-18).
I tre attori coinvolti sono due americani, per i ruoli di Pietro e Giovanni, e un’italiana, l’“esotica” Monica Esposito, “l’unica ad aver mostrato subito interesse a girare la scena”, nel ruolo di Maria Maddalena. L’interesse di Roth narratore e regista non è tanto per la reazione e per i gesti degli apostoli, quanto per ciò che accade a Maddalena dopo che i due, non avendo capito la Scrittura, “secondo la quale egli doveva risuscitare dai morti”, se ne tornano a casa.
Per una serie di circostanze apparentemente inspiegabili, alla prova di recitazione viene sottoposta la sola Monica-Maddalena e la scena viene ridotta al momento in cui la donna e Gesù si riconoscono, perché per Roth
“la parte essenziale di tutte le scene di riconoscimento ripercorre in sostanza il cammino di Orfeo: il riconoscimento, il cammino alla tomba, il ‘Morto per noi’, è il cammino verso il basso a cui segue il ritorno verso il giorno. Il riconoscimento è il momento della resurrezione di uno nell’altro.”
Perché Maddalena torna al sepolcro? Si chiede il tedesco. “Perché – così sentiamo senza trovare le parole – se accadrà qualcosa sarà proprio lì”. Anche le lacrime che la donna verso sul luogo del lutto, di fronte alla “irresolubilità della morte” richiamano alla memoria di Roth la figura di Orfeo: alla sua musica,
“che vince la resistenza e commuove gli dei, corrispondevano le lacrime di Maddalena che, senza che lei lo sappia o ne sia consapevole, sono risolutive. […] Le lacrime arrivano per mediare tra due mondi, quello dei vivi e quello dei morti, […], come una rete che avvolge la donna, continuano a tirarla verso dentro.”
E quel “lì” narrato da Giovanni diventa improvvisamente il “qui e ora” della stanza nella quale regista e attrice decidono i movimenti, le battute: “Monica era sulla soglia […], come se ci fosse stato un ingresso sotto il quale si doveva chinare per guardare dentro”. Mentre lei è “immersa nella sua parte”, durante quella “prova” è come se ci fosse davvero qualcosa di nascosto, “la salma che Maddalena cercava, nascosta dietro di me, l’amato defunto che lei continuava a cercare piangente”. “Mi fu chiaro”, continua Roth in un crescendo di sovrapposizioni temporali, “che Maddalena passa accanto all’uomo che crede essere il giardiniere perché cerca il defunto”. Finché “lo sente dietro di sé, la chiama per nome: Mary. E lo riconosce, lo chiama Maestro.”
In seguito, Roth non avrebbe più incontrato Monica, ma quando gli capitò di rileggere quei versetti di Giovanni, si domandò se fosse stata lei ad averlo portato a “prestare attenzione a quell’Altro e all’altro. Comunque sia, io qui non ero il regista, ma una parte della scena e dell’accaduto: a me accadde qualcosa”. Quel “qualcosa” è ciò che è accaduto tra la Maddalena e Cristo: lei “viene tramutata in colei che lo riconosce e lo fa rinascere per la seconda volta, perché è solo qui, negli occhi della donna che vede in carne ed ossa, che lui viene al mondo e ritorna ora da Risorto. E così”, conclude Roth, “anche Maddalena risorgerà, nel momento della presa di coscienza”.
Per chiudere, meritano alcune note sia la traduzione che l’editing. Peccato che la prima opera di Patrick Roth non sia stata oggetto di un’adeguata curatela. Viene da chiedersi anzitutto il perché di un titolo che tradisce non solo l’originale, ma l’episodio stesso del Vangelo cui fa riferimento, noto come “Maddalena al sepolcro”. Non mancano le situazioni nelle quali alcune parole vengono ripetute più volte nella stessa frase, senza che vi sia giustificazione evidente nel testo tedesco. Un esempio eloquente (le sottolineature sono mie): “C’era spazio giusto per un letto e un tavolino su cui a malapena ci stavano il mio registratore e il microfono. Stavamo così stretti che io mi sforzai di stare seduto diritto…” (p. 33).
Vito Punzi