24 Gennaio 2020

Fanno occhiali su misura, sono gli chef dell’ottica, se vuoi vederli devi muoverti e andare a Treviso, Internet non basta. Una storia di talento & passione

Uno su mille? Di più! Uno su 15mila. Cosa significa? Che in Italia ci sono 15mila negozi che vendono occhiali da vista e da sole. Sono ovunque, lo sappiamo, soprattutto nei centri commerciali. Ci sono i piccoli negozi, quasi sempre storici, che resistono nei centri cittadini insieme alle onnipresenti grandi catene – molte in franchising – e ai vari outlet. La sostanza però non cambia. Tutti vendono i soliti marchi più o meno fashion e più o meno industriali, spesso con super sconti, mega offerte alla paghi uno e prendi tre e via dicendo, per un meccanismo simile a tanti altri settori nell’era della concorrenza dell’e-commerce e del mass-market imperante.

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Poi ci sono loro. Una manciata di negozi. Davvero. Talmente pochi che si contano sulle dita di una mano di un falegname distratto. Uno di questi è a Treviso e si chiama Ottica in Barberia. È un negozio con annesso laboratorio per la produzione di occhiali completamente su misura. Si tratta di una startup. È nata per l’appunto un paio di anni fa. I due titolari, però, Marco Andreoni (48 anni) e Antonio Battaglia (47) – nella foto è quello con la barba da hipster –, lavorano nel settore da una vita.

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Se andate a cercarli su Instagram capirete subito perché sono unici. Difatti troverete i video con Antonio che come un maestro orologiaio di fine Ottocento è al banco di lavoro che taglia, sega, lima e costruisce pezzo per pezzo il prossimo occhiale da consegnare al cliente finale oppure a una realtà indipendente che si avvale del suo savoir-faire per una collezione-capsule. La curiosità è che la sua preziosa manualità è ben visibile in diretta, visto che il negozio in via Barberia – da qui il nome dell’attività – ha una vetrina sul suo laboratorio. E tutti i giorni per almeno tre o quattro ore ve lo potete gustare all’opera.

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A vista, uguale alle cucine dei ristoranti stellati. A vista, uguale, dice sorridendo il suo socio Marco, alle signorine in vetrina ad Amsterdam. E una volta che avete osservato l’attenzione al dettaglio che ci mette Antonio e la perizia della sua manualità e soprattutto il risultato finale che ottiene, be’ l’innamoramento al prodotto è assicurato.

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Di solito a questo punto si scopre che il prezzo degli oggetti in questione è riservato a nababbi. Invece no. Questi occhiali su misura costano come quelli industriali dei marchi più fighetti e di tendenza. Si parte da un prezzo di 500 euro fino a salire anche di molto per complicazioni e uso di materiali esotici per soddisfare il nababbo che è insito nel vostro animo oppure per replicare alla perfezione un occhiale storico appartenuto a un vostro amato avo. E se 500 euro per un occhiale sono fuori dalla vostra portata, potete sempre annusare l’atmosfera della loro originalità perché il negozio propone anche una attenta selezione di occhiali di marchi realmente indipendenti a partire da 100 euro.

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Marco e Antonio come sono arrivati ad avere un’attività così originale? La parola magica è la passione, rispondono loro, in abbinamento a esperienza, artigianalità e all’amore per le lastre giapponesi di acetato di cellulosa – l’eccellenza per questo tipo di occhiali. Insieme all’ispirazione che arriva dai grandi maestri internazionali degli occhiali “bespoke” e “tailor made”: i leggendari Maison Bonnet, Tom Davies e Jacques Mariemage.

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A differenza dei tanti negozi italiani di occhiali che propongono l’omologazione industriale e inseguono lo sconto e l’offerta sensazionalistica, qui capita spesso che il cliente – se è abbastanza simpatico ai titolari – vada con loro nella vicina osteria a bere un buon bicchiere di vino mentre sceglie – catalogo alla mano – la lastra di acetato che più si adatta ai suoi gusti. Ed è così per tutto il resto: modellistica, dimensioni, ponte, calibro, finiture, eccetera, fino all’anamnesi del cliente, per comprendere appieno il suo stile. Che più su misura di così non si può.

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Infine, l’occhiale su misura si può ordinare a distanza? No, tocca alzare il culo e andare da loro a Treviso. E anche questo, nell’era di Amazon Prime e della consegna a domicilio il giorno dopo, ha un non so che di originale. D’altronde anche nei ristoranti stellati tocca andarci di persona, come ad Amsterdam, dalle signorine in vetrina.

Michele Mengoli

www.mengoli.it

Gruppo MAGOG