15 Maggio 2020

L’enigma Morselli. Addio a Frederika Randall, la traduttrice americana del grande Guido. A dicembre negli Usa esce “Dissipatio H.G.” (con un mistero)

Volevo intervistarla per la pubblicazione di Dissipatio H.G. negli Stati Uniti, annunciata in questo periodo e prevista per dicembre, con la New York Review of Books. Frederika Randall, giornalista e traduttrice americana, nata a Pittsburgh, viveva a Roma, dal 1986, e da tempo aveva terminato la traduzione del capolavoro di Guido Morselli. Ne aspettava, con impazienza, la pubblicazione. L’ultima volta che mi ha scritto era il 23 aprile scorso. Non stava bene, ha preferito rimandare la nostra intervista. Poi, nella notte del 26, le ho scritto un’altra mail, tra le altre parole riprendo queste: “non credo che sia una coincidenza che la versione americana stia per uscire in un momento storico così difficile per il mondo intero”. “Me ne sto a guardare, dalla panchina di un viale, la vita che in questa strana eternità si prepara sotto i miei occhi”, scriveva Morselli alla fine di Dissipatio. Ieri mattina, improvvisamente, apprendo che Frederika Randall è scomparsa, il 12 maggio. In questi giorni, stava lavorando al Vecchione di Italo Svevo.

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Il profetico romanzo Dissipatio H.G. di Guido Morselli concepito nel 1973, pochi mesi prima del suicidio, che era stato spedito, invano, alle case editrici, finalmente stava per vedere la luce, oltreoceano. Eppure un’altra volta, tra le righe di quel che capita dell’opera di Morselli, occorre trovare un senso, spaccarsi la testa per trovare la risposta che non c’è. Se la prima edizione di Adelphi è nata, nel 1977, orfana di autore, la prima edizione americana nascerà orfana della traduttrice. Chissà che cosa ne penserebbe Mario, il fratello di Guido Morselli che aveva scelto di vivere nel Vermont, lontanissimo dall’Italia. Frederika Randall mi scriveva che era impaziente, proprio come me. Mi diceva: “Dissipatio è tutto finalizzato, compresa l’introduzione, scritta più di un anno fa e col libro intero, pronta in bozza-libro. Sono impaziente anch’io ma non c’è niente da fare, non c’è modo di anticipare la pubblicazione. Purtroppo, i tempi delle case editrici americane sono lunghissimi e la pandemia li ha allungati ulteriormente”. Le avevo mandato il pezzo che avevo pubblicato qui, su Pangea, e lei mi aveva rivelato: “noto con interesse che comincia con la stessa frase che uso nel incipit della mia introduzione! (“La fine del mondo? Uno degli scherzi dell’antropocentrismo: descrivere la fine della specie come implicante la morte della natura vegetale e animale, la fine stessa della Terra”). Forse perché leggendo Dissipatio nel ventunesimo secolo, il giudizio critico sull’antropocene è più evidente che mai. Mi fa piacere sentire una voce, la sua, così in sintesi con la mia lettura del romanzo”.

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Pochi mesi fa, l’amico Giorgio Galetto, studioso dell’opera di Guido Morselli e alle prese con un nuovo dottorato di ricerca dedicato allo scrittore di Gavirate, era andato a trovarla a Roma. In fondo gli avevo suggerito di andare da lei, e lui mi aveva ascoltato. Mentre attraverso la mia città che era anche la città in cui Morselli aveva scelto di vivere, e guardo questa sorta di Crisopoli ai tempi del coronavirus, decido di telefonargli. “Ho conosciuto Frederika Randall a dicembre, nell’ambito delle mie ricerche per il dottorato che svolgo su Guido Morselli. Il suo contatto me lo hai fornito tu, ricordi, parlandomi della ‘traduttrice americana’ di Morselli che viveva a Roma e che dovevo conoscere. Sono andato a trovarla a casa nel quartiere di Monteverde, perché lei, con ironia, mi aveva accennato alle sue difficoltà di movimento. Quando l’ho vista, è stato chiaro che l’understatement autoironico relativo alle sue condizioni non aveva nulla dell’autocommiserazione. Davanti a me c’era una dolce, forte, signora di una certa età costretta dalla malattia ad una mobilità ridotta. Abbiamo chiacchierato un’oretta, è bastato perché sviluppassi un sentimento di affetto che andava oltre la corrispondenza d’amorosi sensi morselliana. La passione per il lavoro di traduzione, la competenza e la curiosità trasudavano da lei, che aveva appena terminato il lavoro su Dissipatio ma che ancora chiedeva consigli su qualche punto oscuro, con l’umiltà della determinazione che hanno i professionisti che amano il loro lavoro, e nei quali l’attenzione al dettaglio è un segno del rispetto che hanno per l’oggetto del loro lavoro”.

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Quando aveva recensito Un pacchetto di Gauloises, mi aveva mandato il link al suo blog, dove ne aveva parlato, persino chiedendomi, con l’umiltà dei grandi autori, se, nel testo, ci fossero errori. Come vi siete salutati? Chiedo a Giorgio Galetto: “A me ha dato anche diversi consigli, pur avendomi conosciuto solo in quel momento. Le ho parlato del mio recente viaggio a Varese e Gavirate, e dei miei progetti. I suoi auguri e le sue indicazioni mi resteranno dentro come un lascito prezioso e l’impronta di un’umanità non comune, al di là di ogni retorica. Ora lavorava sul Vecchione di Svevo, e anche su quello si rivolgeva domande curiose, che mostravano l’attenta lettura e la volontà di fare di nuovo un lavoro degno dello scrittore con cui incrociava la penna stavolta”. La vera cultura non è di chi sa, ma è di chi apprende, annotava Guido Morselli. Che cosa significa la scomparsa di Frederika Randall alle soglie della pubblicazione del capolavoro di Morselli? Riprendo tra le mani un’altra mail di Frederika Randall, e ritrovo, sul finale, un altro interrogativo, sul capolavoro di Guido Morselli, a cui non sono stata in grado di trovare una risposta. “Dimenticavo di chiedere: le mie ricerche non hanno individuato il testo di Dissipatio H.G. che Morselli attributa a Giamblico. Siamo sicuri che Morselli non ha inventato il testo, creando un’opera vagamente verosimile per completare l’atmosfera tardo antico che caratterizza il romanzo? Le auguro buona salute e buon lavoro, Frederika”.

Linda Terziroli

Gruppo MAGOG